Alla scoperta dei testi

T1

Ad Olga Franzoni

  • Tratto da Ballo a Fontanigorda, 1938
  • Metro strofe irregolari di versi liberi, con rime frequenti senza uno schema fisso

Il poeta dedica i suoi versi alla fidanzata Olga Franzoni, morta nel 1936 di setticemia, poco prima delle nozze.

in memoria*


Questo che in madreperla

di lacrime nei tuoi morenti

occhi si chiuse chiaro

paese,


5      ora che spenti

già sono e giochi e alterchi

chiassosi, e di trafelate

bocche per gaie rincorse

sa l’aria, e per scalmanate

10    risse,


stasera ancora

rimuore sfocando il lume

nel fiume, qui dove bassa

canta una donna china

15    sopra l’acqua che passa.


Giorgio Caproni, Poesie 1932-1986, Garzanti, Milano 1995

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a TU per TU con il testo

La mancanza che, dopo la morte di una persona cara, abita nel nostro cuore è un persistente e struggente sentimento: benché il tempo sappia attenuarlo, esso non ci abbandona mai, e può mutare la nostra prospettiva sulle cose. Tutt’intorno, infatti, la vita continua come sempre: il sole sorge e tramonta; l’acqua del fiume fluisce inarrestabile; gli uomini gioiscono e si irritano, si amano e si odiano. Ma noi, quando torniamo là dove chi abbiamo amato ha camminato o ha riposato, sentiamo pungere, acuta dentro il nostro animo, un’assenza che ci turba e ci immalinconisce. Banali oggetti o semplici luoghi? Non più: le cose stesse sembrano parlarci di chi abbiamo perduto, rievocando una folla di ricordi nella nostra mente. Non si tratta di una suggestione che riguarda solo i poeti come Caproni: anche ai meno sensibili di noi capita di percepire davvero che le persone amate continuino a rivivere proprio nelle cose che hanno visto e nei posti in cui sono vissute, alimentando, allora come ora, la nostra ricchezza interiore.

Analisi

La poesia si presenta, a una prima lettura, come la descrizione di un paese di campagna sul fiume, osservato nell’ora del tramonto. L’io lirico, come un incantato spettatore, si abbandona alla contemplazione delle luci della sera, riflesse nelle acque presso le quali, come in controluce, una donna intenta al bucato leva il suo canto solitario. È una scena semplice, articolata su pochi dettagli di consueta quotidianità rurale: i bambini sono rientrati in casa, il sole va scomparendo, la vita del paese sembra spegnersi con la luce del giorno che muore.

Allo sguardo dell’io lirico si sovrappone, però, quello di un’altra persona. Come si capisce dal v. 2, infatti, ci troviamo all’interno di un dialogo in cui l’interlocutore è assente: il poeta immagina di parlare alla dedicataria del componimento, che viveva, prima della sua scomparsa, nello stesso paese e che, pertanto, vedeva esattamente lo stesso paesaggio che contempla lui nel presente. La descrizione, così, si carica di emotività e di commozione perché il lettore avverte che la bellezza del momento e del luogo è venata di struggente malinconia e dell’accorato ricordo di quella ragazza dalle lacrime di madreperla (vv. 1-2).

L’apertura del testo è caratterizzata dalla preziosità dei termini e dalla delicatezza con cui viene rievocata la morte della ragazza, rappresentata – indirettamente – dalla sineddoche dei morenti / occhi (vv. 2-3). Nella seconda strofa, l’autore avverte la presenza vivace e turbolenta dei bambini del paese, mai effettivamente nominati bensì evocati da termini come giochi (v. 6) e rincorse (v. 8) cui si contrappongono alterchi (v. 6) e risse (v. 10). Nell’ultima strofa, il tono muta ulteriormente per suggerire una situazione idilliaca, dove prevale il gioco delle luci e dell’acqua; la presenza umana della lavandaia sembra far parte dell’ordine naturale delle cose, simboleggiato dall’imperturbabile corrente del fiume che passa (v. 15).

Su tutte queste mutevoli atmosfere, però, l’autore stende un uniforme velo di malinconia, che trasmette una pungente sensazione di rassegnata tristezza: il lutto per la fanciulla defunta e il ricordo delle sue lacrime, così, si propagano nell’aria (v. 9) che, dopo la gazzarra dei bambini, appare come acquietata. L’antica metafora del tramonto come agonia del giorno aiuta infine il poeta a dare forma ed espressione alla sua reale, dolorosa autobiografia.

Oltre alla triste dolcezza delle immagini della lirica c’è però altro: è come se, dietro il tono elegiaco, si avvertissero la tensione e lo sforzo dell’io lirico che, commosso, giunge sul limitare di un pianto che cerca a stento di arginare. Su che cosa si basa questa sensazione? Perché il testo comunica tale trattenuta fatica?

Osserviamone la forma: balza all’occhio che il componimento, benché articolato in tre strofe ben evidenziate graficamente, è in realtà composto da un unico, ininterrotto periodo. È dunque una frase intera, spezzata in tre parti: il lettore è allora costretto a cercare e riordinare nella sua mente gli elementi distanti tra di loro, come il soggetto paese (v. 4) e il verbo rimuore (v. 12), o i nomi e i relativi aggettivi, separati dagli enjambement.

A questi elementi, che turbano con continue inversioni e successive aggiunte la linearità del discorso, se ne aggiunge un altro, che ha invece a che vedere con le forme della poesia: sulla base delle rime, il suono suggerisce la presenza di quartine a rima alternata, come morenti (v. 2) spenti (v. 5), o bassa (v. 13) passa (v. 15). Ma queste quartine, nella realtà del testo, non esistono: i versi sono infatti irregolarmente raggruppati e l’ordine metrico della tradizione, benché non del tutto travolto, si presenta sfigurato, franto, teso, come l’emozione di chi legge, pronta a spezzarsi.

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Laboratorio sul testo

Comprendere

1. Scegli l’alternativa corretta.


a) Il paese si chiuse (v. 3) e rimuore (v. 12) perché viene progressivamente abbandonato / la sera tutte le attività terminano.

b) La madreperla (v. 1) si riferisce al luccichio delle lacrime / al biancore della cornea.

c) Le trafelate bocche (vv. 7-8) sono dei bambini ansimanti per la corsa / di chi commenta la morte di Olga.

d) Le gaie rincorse (v. 8) sono quelle del poeta verso Olga / allegri giochi di corsa.

e) La donna china (v. 14) sta lavando i panni nel fiume / pescando.

Analizzare e interpretare

2. Individua nel testo le rime e gli enjambement.


3. Analizza la disposizione degli argomenti del testo, indicando a quali è dedicata ciascuna strofa.


4. Quale tono di luce e colore prevale, nel componimento? Quale atmosfera suggerisce?


5. Perché anche l’immagine della donna al fiume è triste e malinconica?


6. Quale valore simbolico puoi attribuire all’acqua che passa (v. 15)?

competenze linguistiche

7. Analisi logica. Nel testo della lirica individua, per ciascun verbo, il soggetto e, se presente, il complemento oggetto.

PRODURRE

8. Scrivere per descrivere. Come immagini la giovane Olga? Descrivila in massimo 10 righe, usando i seguenti termini:


• sottile • corto • ondeggiare • polso • collo.


9. Scrivere per confrontare. Che cosa cambia se il ricordo è relativo a qualcuno con cui si sono passati pochi, seppur importanti, anni, o a qualcuno con cui si è trascorsa una vita intera? Confronta questo testo con Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale ( T7, p. 206), esponendo in massimo 20 righe le tue considerazioni sulla differente atmosfera delle due liriche.

L’emozione della lettura - volume B
L’emozione della lettura - volume B
Poesia e teatro