T5 - Nostalgia

T5

Nostalgia

  • Tratto da L’allegria, 1931
  • Metro versi liberi

Uno struggente ricordo parigino affiora improvviso in trincea e rapisce il poeta. Torna nella mente un’alba cinerea, vista da un ponte sulla Senna, accanto a una ragazza silenziosa.

Locvizza* il 28 settembre 1916


Quando

la notte è a svanire

poco prima di primavera

e di rado

5      qualcuno passa


Su Parigi s’addensa

un oscuro colore

di pianto


In un canto

10    di ponte

contemplo

l’illimitato silenzio

di una ragazza

tenue


15    Le nostre

malattie

si fondono


E come portati via

si rimane


Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo. Tutte le poesie, a cura di L. Piccioni, Mondadori, Milano 1992

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a TU per TU con il testo

Essere altrove. È una tentazione sempre viva nella nostra mente, un richiamo che si fa irresistibile quando le cose non vanno come devono, o viviamo un’esperienza drammatica. Ecco allora che spontanea sale in noi l’immagine di un luogo dove siamo stati felici, o dove abbiamo vissuto momenti intensi. Un luogo, e insieme una certa luce, una stagione, la persona che ci era vicino. I tetti di Lisbona al tramonto, avvolta da una luce dorata. I passi di uno sconosciuto sotto i portici, a Bologna, mentre la neve in strada scende lentissima. Una finestra illuminata nella sera di Bruges, voci allegre, che ti danno l’impressione di essere solo al mondo. Un ponte a Parigi, sulla Senna, prima dell’alba, e il silenzio di una ragazza che forse ti aveva capito, che forse avevi capito. O almeno ti sembra, acquattato in una trincea a migliaia di chilometri, mentre aspetti che il tenente dia il segnale dell’assalto.

Analisi

Quando Ungaretti arriva a Parigi, nel 1912, si trova subito a suo agio: in giovinezza, ad Alessandria d’Egitto, aveva studiato la lingua francese e il contatto con l’ambiente frizzante della capitale transalpina lo galvanizza. La Parigi di allora era uno straordinario punto di raccolta dei migliori poeti, intellettuali e pittori europei: Ungaretti ha modo di conoscere e frequentare artisti come Picasso e de Chirico, letterati come Apollinaire, ma anche di intrecciare amori turbinosi.

Nel 1915, soldato volontario al fronte, inevitabilmente i ricordi lo trascinano ai giorni spesi in riva alla Senna. Paura e orrore di colpo sostituiscono gioia e bellezza: nasce così il sentimento espresso sin dal titolo in questo componimento, nel quale rianima un passato recente eppure lontanissimo (nel termine “nostalgia”, di origine greca, convergono “ritorno”, nostos, e “dolore”, algos). Parigi gli pare ormai un mondo agli antipodi, da tutti i punti di vista, rispetto a quello che ora vive e vede davanti agli occhi. Ciò spiega perché il poeta scelga di evocare la stagione opposta: scritta al principio dell’autunno, il 28 settembre, Nostalgia mette in scena infatti la fine di una notte poco prima di primavera (v. 3). Al movimentato frastuono della prima linea si sostituisce una scena silenziosa, colta a un’ora in cui di rado / qualcuno passa (vv. 4-5).

Ungaretti proietta sulla città un sentimento di desolazione: il colore / di pianto (vv. 7-8) che – con una sorta di sinestesia – pervade Parigi è oscuro (v. 7), in contrasto con il chiarore recato dall’alba incipiente. La rima perfetta pianto : canto lega la seconda strofa alla terza, nella quale l’obiettivo stringe su un ponte, dove il poeta contempla l’illimitato silenzio (v. 12) di una ragazza: è ancora una sinestesia, che pone in primo piano l’assoluta staticità della scena, che si consuma senza un fruscio, in un’atmosfera raccolta. La figura femminile resta senza volto e senza parola: un fantasma etereo, tenue (v. 14) come il ricordo che agita il poeta, restituito al tempo presente, quasi fosse una visione che lo lascia incantato, cancellando il contesto bellico, confinato all’indicazione iniziale che situa la composizione a Locvizza, sul Carso.

La volontà di condividere un comune destino di sofferenza, che in Fratelli ( T2, p. 393) come in altri componimenti dell’Allegria chiama in causa i compagni d’arme, in Nostalgia dunque coinvolge una donna, lei pure inquieta come il poeta. Non c’è bisogno di compiere alcuna azione: tutto è racchiuso in uno sguardo. Le loro malattie si fondono (v. 17), il riconoscimento di un’analoga pena di vivere li avvicina: E come portati via / si rimane (vv. 18-19), al pari della Senna, che sotto il ponte scorre senza sosta, senza mai andarsene. Asciutto e intenso, l’ossimoro finale ricollega il momento vissuto sul ponte al momento della scrittura in trincea. In entrambe le situazioni il poeta si sottrae a un presente che non accetta, volando via sulle ali dell’amore nel primo caso, del ricordo nel secondo.

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Laboratorio sul testo

Comprendere

1. Dove si trova il poeta quando scrive la lirica?


2. Il poeta ricorda

  •     un’alba primaverile a Parigi. 
  •     un tramonto estivo a Parigi. 
  •     un’alba di fine inverno a Parigi. 
  •     un’alba estiva a Parigi. 


3. Il poeta

  •     da un ponte osserva una ragazza. 
  •     è su un ponte con una ragazza. 
  •     osserva una ragazza su un ponte. 
  •     con una ragazza osserva un ponte.

Analizzare e interpretare

4. Perché in questa poesia sono particolarmente importanti, ai fini di una corretta interpretazione, sia il titolo sia l’indicazione di luogo e data di stesura?


5. Quale immagine della capitale francese emerge dal testo?


6. Quale figura di suono puoi individuare al v. 3?


7. Che cosa può essere l’oscuro colore / di pianto (vv. 7-8) che si addensa su Parigi, in senso proprio e figurato?


8. Quali stati d’animo accomunano Parigi alla vita di trincea? Esponi le tue considerazioni.

competenze linguistiche

9. Analisi logica. Nel testo della lirica, individua i verbi e i soggetti.


10. I verbi. Tra i verbi che hai individuato nell’esercizio precedente, ce ne sono tre costruiti con il pronome: che tipo di verbi sono? Analizzali.

PRODURRE

11. Scrivere per descrivere. Come t’immagini la ragazza che il poeta vede dal ponte? Descrivila in massimo 15 righe, includendo nella descrizione almeno un capo di abbigliamento e due accessori (cappello, scarpe, ombrello, sciarpa e così via).

LETTERATURA E NON SOLO: SPUNTI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

STORIA DELL’ARTE

Ricerca in rete e sui libri d’arte immagini di Parigi durante la Belle Époque che possano illustrare questa lirica ungarettiana.

SPUNTI PER DISCUTERE IN CLASSE

Parigi è sempre stata considerata la capitale dell’arte e del romanticismo, ma lo è ancora? È ancora una meta che attrae i ragazzi o è stata sostituita da altre città, più moderne e di tendenza?

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Se ti è piaciuto…

Innamorati a Parigi

Che cosa c’è di più romantico della Parigi del primo Novecento? Sui tetti di Montmartre, in quel periodo fulgido e ottimista chiamato Belle Époque, sboccia persino l’amore fra il randagio Romeo e la nobile Duchessa, negli Aristogatti (1970), un classico cartone animato Disney che ha colpito l’immaginazione di milioni di bimbi.

I sofisticati gatti del film sono elettrizzati da una nuova musica, che porta scompiglio nei club parigini: il jazz. È un’epoca leggendaria, che Woody Allen (n. 1935) ha celebrato in Midnight in Paris (2011), immaginando che per magia un aspirante scrittore si trovi catapultato indietro nel tempo.

Nella Parigi di allora condusse una vita sregolata un altro italiano trapiantato, che Ungaretti ben conobbe: Amedeo Modigliani (1884-1920), celebre per le donne eleganti ed enigmatiche dei suoi quadri, che possono far pensare all’apparizione femminile di Nostalgia.

Nei film, la Senna è spesso testimone di sto­rie d’amore tormentate: negli Amanti del Pont-Neuf (1991) il regista francese Leos Ca­rax (n. 1960) ha trasformato il più antico ponte di Parigi in un luogo sospeso, estraneo alle buone regole della società, dove due anime fragili – un artista di strada e una studentessa d’arte – vivono un amore impossibile.

L’emozione della lettura - volume B
L’emozione della lettura - volume B
Poesia e teatro