L’autore
Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798. Il padre, il conte Monaldo, è un uomo colto di ideologia reazionaria, mentre la madre, Adelaide Antici, possiede un carattere freddo e autoritario. L’istruzione del giovane viene inizialmente affidata a un precettore religioso, ma già dal 1812 Leopardi comincia un percorso da autodidatta, lanciandosi in uno «studio matto e disperatissimo» che gli conferisce una smisurata cultura, a prezzo, tuttavia, di pesanti ripercussioni sulla salute. Si dedica alla lettura di autori antichi e moderni, e approfondisce disparate discipline, tra cui l’astronomia, la filosofia, la filologia e le lingue. In questi anni avvia una ricca produzione letteraria e, intorno al 1819, in seguito a una crisi depressiva e a un tentativo fallito di fuggire da Recanati, sviluppa una matura consapevolezza esistenziale, che si traduce nella composizione di capolavori poetici come L’infinito. Nel 1822 lascia per la prima volta il borgo natale e soggiorna a Roma, da cui però rimane profondamente deluso. Nel 1830 decide di stabilirsi a Firenze dove trascorre il periodo più felice, anche grazie all’amicizia di Antonio Ranieri, un intellettuale napoletano. Nel 1831 escono i Canti, raccolta della sua produzione poetica che unisce un insuperabile talento poetico a una lucida e tormentata ricerca speculativa. Tra i suoi capolavori vanno però ricordati anche le Operette morali (1824), una serie di testi in prosa d’argomento filosofico, e lo Zibaldone, raccolta di appunti che documentano lo sviluppo del suo pensiero. Nel 1833 Leopardi si trasferisce a Napoli, dove muore nel 1837.