Alla scoperta dei testi

T1

Jack Kerouac

Destinazione New Orleans

  • Tratto da Sulla strada
  • Titolo originale On the Road, 1957
  • Lingua originale inglese
  • romanzo
L’autore

Jack Kerouac, all’anagrafe Jean-Louis Kérouac, nasce in Massachusetts nel 1922, da una famiglia franco-canadese. Abbandonata la Columbia University di New York, alla quale si era iscritto grazie a una borsa di studio, prova invano ad arruolarsi come soldato e a partire per la Seconda guerra mondiale, e si impiega nella marina mercantile. A New York entra in contatto con i grandi protagonisti della beat generation, un movimento di giovani ribelli decisi a vivere senza regole, in contrasto con i modelli borghesi e perbenisti del tempo. In questi anni conduce una vita randagia, spostandosi in cerca di avventura insieme agli intellettuali beat, tutti votati a esistenze eccentriche e controcorrente. Nel 1950 pubblica la sua prima opera importante, La città e la metropoli, mentre nel 1957 esce Sulla strada, romanzo autobiografico di grande successo, dedicato alle scorribande in automobile attraverso gli Stati Uniti. I libri pubblicati in seguito non ricevono lo stesso apprezzamento, e l’autore inizia un declino psicofisico accentuato dalla dipendenza dall’alcol. Kerouac passa gli ultimi anni tra eccessi e desolazione interiore, morendo in Florida nel 1969.

Sal Paradiso sta guidando una Hudson – una vettura dell’epoca – lanciata a tutta birra verso gli Stati Uniti del Sud. A bordo dell’auto si trovano altri tre viaggiatori: l’inarrestabile Dean Moriarty, la sua bionda amante Marylou e Ed Dunkel, un grosso, pacifico spilungone. È l’inizio del 1949, e la banda è diretta a New Orleans, in Louisiana, per poi puntare verso San Francisco, sulla costa occidentale. I quattro non viaggiano per un vero e proprio motivo: al di là delle singole mete, l’importante è andare al massimo, spingersi al limite, vivere “contromano”. Cogliere ogni attimo come se fosse l’ultimo, il più bello.

Guidai io attraverso la Carolina del Sud e oltre Macon,1 in Georgia, mentre Dean,
Marylou e Ed dormivano. Tutto solo nella notte mi lasciai andare ai miei pensieri e
mantenni la macchina sulla linea bianca nella benedetta strada. Che facevo? Dove
andavo? L’avrei scoperto presto. Dopo Macon mi sentii stanco come un cane e svegliai 

5      Dean perché riprendesse il volante. Uscimmo dalla macchina per prendere un
po’ d’aria e improvvisamente tutti e due ci bloccammo per la gioia scoprendo che
tutto attorno a noi nel buio c’era fragrante erba verde e odore di letame fresco e
acque calde. «Siamo nel Sud! Ci siamo lasciati dietro l’inverno!».2 Un primo debole
bagliore illuminava i germogli verdi ai lati della strada. Tirai un profondo sospiro; 

10    una locomotiva lacerò ululando l’oscurità, diretta a Mobile.3 Ci andavamo anche
noi. Mi levai la camicia ed esultai. Venti chilometri più avanti lungo la strada Dean
portò la macchina col motore spento a un distributore di benzina, si accorse che il
benzinaro4 era profondamente addormentato sul banco, saltò giù, riempì in silenzio
il serbatoio, fece in modo che il campanello non suonasse, e sgusciò via come 

15    un arabo5 con cinque dollari di benzina nel serbatoio per il nostro pellegrinaggio.

Dormii e mi risvegliai ai pazzi suoni esultanti della musica mentre Dean e
Marylou parlavano e la vasta distesa verde scorreva ai lati. «Dove siamo?».

«Abbiamo appena passato la punta della Florida, amico… Si chiama Flomaton».6
La Florida! Stavamo andando giù verso la pianura costiera e Mobile; davanti a noi 

20    stavano le grosse nuvole librantisi sul Golfo del Messico.7 Erano appena passate
trentadue ore da quando avevamo detto addio a tutti nelle sporche nevi del nord.
Ci fermammo a una stazione di rifornimento, e là Dean e Marylou giocarono a saltamontone8
intorno ai bidoni e Dunkel andò dentro e rubò tre pacchetti di sigarette
al primo colpo. Riprendemmo il viaggio. Entrando a Mobile dalla lunga autostrada 

25    sul mare tutti ci levammo gli abiti invernali e ci godemmo la temperatura del meridione.
Fu a questo punto che Dean cominciò a raccontare la storia della sua vita
e, oltre Mobile, arrivò a uno sbarramento di macchine imbottigliate a un incrocio e
invece di aggirarle ci si ficcò addirittura in mezzo attraverso l’accesso di una stazione
di rifornimento e continuò dritto senza diminuire la sua velocità di crociera9 di 

30    centoventi l’ora. Ci lasciammo alle spalle facce boccheggianti. […]

Dean proseguì. «Una volta viaggiai su un carro merci dal New Mexico dritto fino
a Los Angeles. Avevo undici anni, avevo perso mio padre su un binario morto, stavamo
tutti in un accampamento di vagabondi, io ero con un uomo chiamato Rosso
il Grosso, mio padre era ubriaco fradicio in un carro chiuso – quello cominciò a 

35    muoversi – Rosso il Grosso e io non riuscimmo a prenderlo – non vidi mio padre
per vari mesi. Viaggiai su un treno merci di lungo percorso fino in California, una
freccia del deserto. Per tutta la strada viaggiai sui respingenti10 – potete immaginarvi
quanto fosse pericoloso, ero solo un bambino, non lo sapevo – stringendo un filone
di pane sotto un braccio mentre con l’altro mi tenevo aggrappato alla sbarra del freno. 

40    Queste non sono frottole, è la verità. Quando arrivai a Los Angeles11 avevo tanta
voglia di latte e panna che presi un lavoro in una latteria e la prima cosa che feci fu
di bermi un litro di panna grassa e vomitare».

«Povero Dean», disse Marylou, e lo baciò. Lui guardò davanti a sé pieno d’orgoglio.
L’amava.

45    Improvvisamente stavamo correndo lungo le acque azzurre del Golfo, e nello
stesso momento alla radio attaccò una formidabile pazzia: era il programma di
dischi Chicken Jazz’n Gumbo da New Orleans,12 tutti indiavolati dischi di jazz, dischi
di musica negra,13 con il presentatore che diceva: «Non preoccupatevi di niente!».
Vedemmo con gioia New Orleans nella notte davanti a noi. Dean si fregò le mani 

50    sopra il volante. «Adesso ci divertiremo un mondo!». Al tramonto stavamo entrando
nelle ronzanti strade di New Orleans. «Oh, sentite l’odore della gente!», urlava
Dean, annusando, il viso fuori del finestrino. «Ah! Dio! Che vita!». Girò attorno a
un filobus.14 «Sì!». Lanciò la macchina e guardò in tutte le direzioni in cerca di ragazze.
«Guardate quella!». L’aria di New Orleans era così dolce che pareva giungere 

55    in morbide fasce di seta; e si poteva sentire l’odore del fiume e veramente sentire
quello della gente, e del fango, e della melassa,15 e ogni genere di esalazioni tropicali
col naso distolto all’improvviso dai geli asciutti di un inverno settentrionale. Saltavamo
sui sedili. «E osservate quella!», gridava Dean, indicando un’altra donna. «Oh,
io adoro, adoro, adoro le donne! Penso che le donne sono meravigliose! Adoro le 

60    donne!». Sputò dal finestrino; mugolò;16 si afferrò la testa. Grosse gocce di sudore
gli cadevano dalla fronte per pura eccitazione e sfinimento.

Scaraventammo la macchina sul ferry-boat17 di Algiers18 e ci ritrovammo ad attraversare
col battello il Mississippi.19 «Adesso dobbiamo scendere tutti e guardare il
fiume e la gente e respirare il mondo», disse Dean, dandosi da fare con gli occhiali 

65    da sole e le sigarette e saltando giù dalla macchina come il pupazzo di una scatola a
sorpresa. Noi gli tenemmo dietro. Ci curvammo sul parapetto a guardare il grande
bruno padre delle acque scorrere giù dal centro dell’America come il torrente delle
anime perdute: trasportando tronchi del Montana e fanghi del Dakota e vallate dello
Iowa e le cose annegate a Three Forks,20 dove il segreto cominciava nel ghiaccio. 

70    La fumosa New Orleans si allontanava da un lato; la vecchia, sonnolenta Algiers
con i suoi contorti confini boscosi ci veniva incontro dall’altra. Alcuni negri lavoravano
nell’ardente pomeriggio, attizzando le caldaie21 del ferry-boat che ardevano
rosse e facevano puzzare le nostre gomme. Dean andò a guardarli, saltando su e giù
nella calura. Corse intorno al ponte e di sopra con quei suoi pantaloni con le borse 

75    che gli scendevano sulla pancia. Tutto a un tratto lo vidi schizzare in coperta.22 Mi
aspettavo di vederlo prendere il volo. Sentii la sua pazza risata per tutto il battello:
«Ih-ih-ih-ih-ih!». Con lui c’era Marylou. In un baleno egli s’informò su tutto, tornò
con la storia al completo, saltò nella macchina proprio mentre gli altri suonavano
il clacson per partire, e scivolammo fuori, sorpassando due o tre macchine in uno 

80    spazio ristretto, e ci ritrovammo che saettavamo attraverso Algiers.


Jack Kerouac, Sulla strada, trad. di M. Maldini de Cristofaro, Mondadori, Milano 2002

 >> pagina 600 

Come continua

I quattro giungono ad Algiers, il quartiere di New Orleans dove il vecchio Bull vive; ad attenderli c’è anche Galatea Dunkel, moglie di Ed. Bull, travestimento letterario dello scrittore William S. Burroughs (1914-1997), è considerato da Dean e Sal un maestro: vive con la famiglia tra povertà e tossicodipendenza, dopo aver intrapreso le più svariate occupazioni. Quindi Dean, Marylou e Sal riprendono il viaggio, mentre Ed rimane con la moglie, intenzionato a stabilirsi a New Orleans e a cercare un lavoro. Da lì, il «trio del West» riparte puntando verso la California, tra intemperie, piccoli furti e autostoppisti raccattati qua e là dalla strada. Giunti a San Francisco, i rapporti fra i tre si deteriorano e Sal, stufo e insoddisfatto, prende un autobus per tornare a New York. In pochi mesi però sarà di nuovo pronto per una nuova avventura itinerante…

 >> pagina 601 

a TU per TU con il testo

A leggere Kerouac viene da pensare che, se non hai mai lanciato la tua auto senza meta per le lunghe strade americane, non sai che cosa significa viaggiare. Cresce la voglia di abbandonare questa vita grigia e noiosa per arrivare fino in capo al mondo. Un’idea da spiantati? Da perdigiorno? O forse bisognerebbe ridere delle regole e delle convenzioni, odiare la stabilità e pensare che fermarsi sia uguale a morire? Non sarebbe bello essere come i jazzisti di New Orleans, che suonano senza spartito in una continua, magnifica improvvisazione? E ammirare i cieli, il verde, le città, le persone, gli amori, i climi delle diverse stagioni…? Forse è proprio vero – per Kerouac lo è sicuramente – che chi non si ferma mai cammina in un’eterna primavera, rimane giovane, si sposta, come un’ape, di fiore in fiore, per la gioia di non vederli mai appassire.

Analisi

Il brano si apre con una scena che esemplifica perfettamente l’atmosfera del romanzo di Kerouac. Sal Paradiso – protagonista e alter ego dell’autore – sta guidando l’auto su un’interminabile strada americana, mentre i suoi compagni di viaggio si riposano dormendo: riflette sulle ragioni e sulla meta del suo viaggio, ma non trova risposta (Che facevo? Dove andavo? L’avrei scoperto presto, rr. 3-4). La scapestrata banda di ragazzi, infatti, si è lanciata in un coast to coast, l’attraversamento del continente da una costa all’altra, in questo caso partendo da New York, sull’oceano Atlantico, per arrivare a San Francisco, in California, dove Dean ha una moglie e una bambina piccola. Il viaggio, però, non procede in linea retta: i quattro piegano verso sud, verso la casa di un amico che abita a New Orleans, in Louisiana. Non c’è una vera e propria motivazione pratica per questi spostamenti: i protagonisti, infatti, vivono alla giornata, in maniera spontanea e anticonformista, cercando piacere nel puro viaggiare, e nelle esperienze collezionate lungo la strada, comprese quelle fuori legge (come i furti di benzina e di sigarette).

Eccitato dal clima caldo dell’Alabama, Dean comincia a raccontare la storia della sua vita, mentre lancia la macchina a più di cento all’ora, incurante del codice stradale. L’aneddoto del viaggio da clandestino sul treno merci caratterizza fedelmente il suo personaggio, che Kerouac descrive come un concentrato di eccessi e stravaganze (Sputò dal finestrino; mugolò […]. Grosse gocce di sudore gli cadevano dalla fronte per pura eccitazione e sfinimento, rr. 60-61; lo vidi schizzare in coperta, r. 75).

Per rappresentare un’esistenza così estranea alle norme sociali, l’autore utilizza uno stile anch’esso anticonvenzionale, diretto e spontaneo: le parole e le immagini vengono associate liberamente, seguendo il flusso occasionale dei pensieri, quasi improvvisando al modo di un musicista jazz. Si vedano, per esempio, la frase pronunciata da Dean all’inizio dell’attraversamento del Mississippi («Adesso dobbiamo scendere tutti e guardare il fiume e la gente e respirare il mondo», rr. 63-64), costruita su un ritmato polisindeto privo di punteggiatura, oppure la descrizione del fiume, poco più avanti (Ci curvammo sul parapetto […] cominciava nel ghiaccio, rr. 66-69), che combina una serie di elementi apparentemente eterogenei in modo ardito e baldanzoso. In Sulla strada, ancora più dei panorami e degli ambienti visitati, conta lo spirito con cui i protagonisti guardano e affrontano le cose: un euforico ottimismo nell’inseguire una smodata ricerca di libertà.

 >> pagina 602 

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Il viaggio raccontato nel brano è partito

  •     dal Nord degli Stati Uniti ed è arrivato al Golfo del Messico.
  •     dal Nord degli Stati Uniti ed è arrivato sulla costa orientale.
  •     dalla Florida ed è arrivato nel Golfo del Messico.
  •     dalla costa occidentale ed è arrivato in Florida.


2. Quali delle seguenti azioni sono effettivamente compiute dai protagonisti e raccontate nel testo? (sono possibili più risposte)

  •     Dormire in piccoli e scomodi alberghetti.
  •     Rubare sigarette.
  •     Chiedere indicazioni ai passanti.
  •     Fermarsi a mangiare in un fast-food.
  •     Evitare di pagare la benzina al distributore.
  •     Rubare in un supermercato.
  •     Raccontare storie sulla propria vita.
  •     Ascoltare musica.
  •    I    Controllare l’itinerario su una mappa.


3. Quale rapporto c’è tra Dean e Marylou?

ANALIZZARE E INTERPRETARE

4. La descrizione dei luoghi attraversati dai protagonisti non è affidata tanto alla vista quanto a un altro senso: quale? Motiva la tua risposta indicando i passi del testo che ti sembrano più significativi.


5. Rileggi la descrizione del fiume Mississippi (il grande bruno padre […] dove il segreto cominciava nel ghiaccio, rr. 66-69): che stile adotta l’autore? Quali caratteristiche del fiume vuole mettere in evidenza?


6. Scegli, tra i seguenti aggettivi, i tre che, a tuo parere, descrivono meglio il personaggio di Dean. Poi motiva la tua scelta facendo riferimento a passi del testo (gli aggettivi plausibili son più di tre).


• entusiasta • preciso • spericolato • distaccato • generoso • curioso • pigro • gentile • chiacchierone • ansioso • frettoloso


7. Durante l’episodio del furto di benzina, il narratore definisce il viaggio il nostro pellegrinaggio (r. 15): che cosa significa, a tuo parere, questa espressione? Esponi le tue riflessioni.


8. Lo stile di Kerouac è immediato e spontaneo, anche nel lessico: individua alcuni termini ed espressioni tipici del linguaggio parlato e colloquiale.

 >> pagina 603 

COMPETENZE LINGUISTICHE

9. Lessico. La formazione delle parole. Se “benzinaio” è colui che vende la benzina, come si chiama la persona che vende gioielli? O quella che vende pesce? In italiano, i nomi di professioni si costruiscono spesso con un suffisso: per ciascuno dei suffissi indicati, indica almeno tre differenti nomi di professioni.


-aio      
-iere      
-ista      
-vendolo      
-logo      
-aiolo      
-ino      
-ante      

PRODURRE

10. Scrivere per argomentare. Il protagonista di Sulla strada intraprende un viaggio insieme a persone molto diverse tra loro: il ribelle Dean, la dolce Marylou, il riservato Ed. Perché un viaggio riesca bene, i compagni sono molto importanti, ma è meglio che siano simili o diversi da noi? Argomenta la tua opinione in massimo 15 righe.

LETTERATURA E NON SOLO: SPUNTI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

MUSICA

Durante il viaggio, i protagonisti ascoltano alla radio un programma di jazz, un genere musicale tipico degli Stati Uniti e di New Orleans: conosci questo stile? Hai mai ascoltato della musica jazz? Fai una ricerca in rete sulle sue caratteristiche e sugli artisti più celebri, poi scegli un brano di jazz da far ascoltare ai tuoi compagni di classe.


GEOGRAFIA

Con l’aiuto di Google Maps, ricostruisci l’itinerario percorso dai protagonisti del brano e poi fai una breve ricerca su New Orleans, città famosa non solo per la musica jazz, ma anche per il melting pot (“mescolanza”) di etnie e culture. Prepara una presentazione orale del tuo lavoro.

SPUNTI PER DISCUTERE IN CLASSE

Se dovessi fare anche tu un viaggio coast to coast negli Stati Uniti, quali sarebbero i luoghi che vorresti visitare? Dividendovi a gruppi, progettate itinerari diversi e poi confrontateli, discutendo sulle motivazioni delle differenti scelte.

L’emozione della lettura - volume A
L’emozione della lettura - volume A
Narrativa