T1 - Il tempo della lettura (D. Pennac)

T1

Daniel Pennac

Il tempo della lettura

  • Tratto da Come un romanzo
  • Titolo originale Comme un roman, 1992
  • Lingua originale francese

«Non ho tempo per leggere». Ma è davvero così? L’insegnante e scrittore francese Daniel Pennac (n. 1944) demolisce la sbrigativa scusa che in genere si accampa quando non si vuole riflettere sui veri motivi che ci tengono lontani dai libri.

Sì, ma a quale dei miei impegni rubare quest’ora di lettura quotidiana? Agli amici?
Alla tivù? Agli spostamenti? Alle serate in famiglia? Ai compiti?

Dove trovare il tempo per leggere?

Grave problema.

5      Che non esiste.

Nel momento in cui mi pongo il problema del tempo per leggere, vuol dire che
quel che manca è la voglia. Poiché, a ben vedere, nessuno ha mai tempo per leggere. Né
i piccoli, né gli adolescenti, né i grandi. La vita è un perenne ostacolo alla lettura.

«Leggere? Vorrei tanto, ma il lavoro, i bambini, la casa, non ho più tempo…».

10    «Come la invidio, lei, che ha tempo per leggere!».

E perché questa donna, che lavora, fa la spesa, si occupa dei bambini, guida la
macchina, ama tre uomini, frequenta il dentista, trasloca la settimana prossima,
trova tempo per leggere e quel casto scapolo che vive di rendita, no? Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde,

15    o il tempo per amare.)

Rubato a cosa?

Diciamo, al dovere di vivere.

È forse questa la ragione per cui la metropolitana – assennato simbolo del suddetto
dovere1 – finisce per essere la più grande biblioteca del mondo.

20    Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.

Se dovessimo considerare l’amore tenendo conto dei nostri impegni, chi ci si
arrischierebbe? Chi ha tempo di essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato
non avere tempo per amare?

Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di

25    finire un romanzo che mi piaceva.
La lettura non ha niente a che fare con l’organizzazione del tempo sociale. La
lettura è, come l’amore, un modo di essere.

La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere (tempo che nessuno,
d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore.


Daniel Pennac, Come un romanzo, trad. di Y. Melaouah, Feltrinelli, Milano 1993

 >> pagina 18 

a TU per TU con la lettura

Il verbo leggere, scrive Pennac, non sopporta l’imperativo. Se qualcuno vuole farci credere il contrario, finisce con l’infastidirci e metterci in sospetto. Per questo lo scrittore francese ha elaborato un decalogo di diritti, che aiutano a far capire come leggere letteratura – si tratti di un racconto, un romanzo, un sonetto, una biografia – non sia un noioso dovere, ma un piacere volontario, che chiunque può praticare lontano da ogni imposizione. Ecco l’elenco. Sei d’accordo, o qualcuno di questi diritti ti lascia perplesso?

1. Il diritto di non leggere

2. Il diritto di saltare le pagine

3. Il diritto di non finire un libro

4. Il diritto di rileggere

5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa

6. Il diritto al bovarismo1

7. Il diritto di leggere ovunque

8. Il diritto di spizzicare

9. Il diritto di leggere ad alta voce

10. Il diritto di tacere

T2

Italo Calvino

Gli spazi della lettura

  • Tratto da Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979

Lo scrittore Italo Calvino (1923-1985) decide di cominciare Se una notte d’inverno un viaggiatore rivolgendosi direttamente al lettore che si appresta a iniziare il romanzo. Crea così un divertito e divertente gioco di specchi.

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore
di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che
il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là
c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la

5      televisione!». Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere
disturbato!». Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida:
«Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!». O se non vuoi
non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato

10    sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia
a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto,
naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga.
Col libro capovolto, si capisce. Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Una volta si leggeva

15    in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati a stare fermi in piedi. Ci si riposava
così quando si era stanchi d’andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di
leggere; eppure ora l’idea di leggere stando in arcioni,1 il libro posato sulla criniera
del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con un finimento2 speciale, ti
sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si dovrebbe stare molto comodi per leggere;

20    tenere i piedi sollevati è la prima condizione per godere della lettura.
Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due
cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni3 della poltrona, sul tavolino da tè,
sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi
tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lì con le scarpe in una

25    mano e il libro nell’altra.
Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena
sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. Fa’ in modo che la
pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi
come un branco di topi; ma sta’ attento che non le batta addosso una luce troppo

30    forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri
come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti
d’interrompere la lettura. […] Che c’è ancora? Devi far pipì? Bene, saprai tu.

Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Mondadori, Milano 1994

 >> pagina 19 

a TU per TU con la lettura

Quanto è difficile trovare un momento tranquillo per concentrarsi sulla lettura! I genitori che chiamano, il volume troppo alto del televisore, il telefono che squilla in continuazione. Calvino immagina un lettore nel suo appartamento, alle prese con un tradizionale libro cartaceo, ma possiamo pensare ad altre situazioni (seduti nel bosco, in spiaggia sotto un ombrellone, in treno…) e ad altri oggetti: tu magari preferisci leggere su un dispositivo elettronico, forse proprio lo smartphone, che anche adesso continua a vibrare ogni dieci secondi. In ogni caso, la lettura è un momento tuo. Qualcosa che si compie da soli, silenziosamente, in totale libertà, fuori dal controllo sociale, dove e come vuoi. È per questo che a lungo la circolazione dei romanzi fu repressa, specie fra le donne: non si voleva permettere loro di immaginare altri ambienti, altre vite, altri destini. Tuttora, in molti paesi, la censura si abbatte inesorabilmente sulla letteratura. Leggere libera la mente: per questo le dittature lo trovano pericoloso.

L’emozione della lettura - volume A
L’emozione della lettura - volume A
Narrativa