Le risorse economiche
L’India ha vissuto negli ultimi decenni uno straordinario sviluppo economico, che l’ha portata a diventare la decima potenza economica mondiale in termini di Pil assoluto. I maggiori progressi sono stati fatti nei comparti dell’industria e dei servizi, che in molti ambiti sono arrivati a competere con quelli dei Paesi più sviluppati.
Nonostante questi grandi passi avanti, nel Paese persiste uno stato di gravissima disparità economica e sociale: quasi un quarto dalla popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, tanto nelle campagne arretrate quanto nei quartieri degradati alla periferia delle metropoli, gli slums.
Il settore agricolo è particolarmente attivo ma praticato con mezzi molto difformi, che vanno dalle più moderne macchine agricole ai carri trainati dai buoi. Il Paese è il secondo produttore mondiale di riso, ed è ai primissimi posti per la coltivazione di cereali, frutta, patate e canna da zucchero. Oltre alle colture che hanno un consumo prevalentemente interno, sono fondamentali le coltivazioni di prodotti destinati all’esportazione o alla trasformazione industriale, come il tè, il caffè, il cotone, il caucciù (da cui si ricava la gomma) e il legname. Diffuso l’allevamento, in particolare quello bovino, anche se i capi allevati sono sfruttati soprattutto per la produzione di latte, dal momento che la religione induista proibisce il consumo di carne bovina.
L’industria ha vissuto negli ultimi anni una fortissima espansione ed è particolarmente attiva nei comparti siderurgico, chimico, tessile e, più di recente, in quello dell’informatica e dell’alta tecnologia. Molte multinazionali straniere hanno deciso di trasferire in India i loro stabilimenti e parte dei loro servizi (come i call center) per la grande disponibilità di personale specializzato che parla inglese.
Nel settore dei servizi sono in costante crescita il commercio, il settore finanziario e il turismo.