Il grande sviluppo economico e tecnologico che ha caratterizzato la civiltà umana negli ultimi secoli interessa ormai quasi tutte le aree del mondo e le popolazioni che le abitano, come dimostrano fenomeni generalizzati quali l’aumento demografico e la crescita della popolazione urbana.
Tale sviluppo tuttavia non è stato uniforme, sia in termini temporali (in alcuni Paesi si è manifestato secoli fa, mentre in altri è un fenomeno relativamente recente), sia in termini geografici (alcune regioni del mondo si sviluppano più velocemente di altre). Le cause di queste disparità sono molte e complesse, di natura storica, geografica, sociale.
Qualunque siano le ragioni, la fotografia dello stato attuale dello sviluppo umano nel mondo è impietosa: quasi un quarto della popolazione mondiale, concentrato in un numero relativamente ristretto di Paesi, possiede circa i tre quarti dell’intera ricchezza del pianeta, lasciando il rimanente agli altri tre quarti dell’umanità. Ma è possibile tracciare una netta linea di demarcazione tra questi Paesi “privilegiati”, i più sviluppati, e quelli meno fortunati, cioè con il minor grado di sviluppo? E in che cosa consiste esattamente il grado di sviluppo di un Paese e di una popolazione? Lo sviluppo coincide con la ricchezza o ci sono anche altri fattori da considerare?