La frammentazione dell’impero di Carlo Magno

9.1 L’ETÀ DEI CAVALIERI E CARLO MAGNO

La frammentazione dell’impero di Carlo Magno

Agli inizi del IX secolo l’impero carolingio costituiva lo Stato più potente sorto in Europa dopo la fine dell’impero romano d’Occidente. Al suo interno, tuttavia, presentava già i sintomi della successiva decadenza, che emersero con chiarezza dopo la morte di Carlo Magno, avvenuta nell’814. Le lotte dinastiche per la successione avrebbero condotto alla disgregazione un impero la cui stabilità era compromessa dalla mancanza di un solido apparato burocratico e di un’efficiente struttura amministrativa per la riscossione dei tributi, come pure dalla necessità di continue guerre di espansione, indispensabili per soddisfare le pretese dei vassalli. Terminata la spinta espansionistica, infatti, i sovrani carolingi si trovarono nell’impossibilità di disporre di nuove terre da distribuire ai propri cavalieri e la loro autorità si indebolì.
La situazione economica e politica dell’impero, inoltre, faceva pensare, più che a uno Stato solido e stabile, a un territorio caratterizzato in misura preponderante dall’anarchia. L’economia chiusa delle ville curtensi non stimolava la produttività agricola; la scarsità degli scambi commerciali, influenzata dalle difficoltà dei collegamenti dovuti a vie di comunicazione insicure, limitava qualsiasi prospettiva di sviluppo economico e impediva il controllo delle realtà periferiche da parte dei sovrani.

I successori di Carlo Magno

Con la successione al trono di Ludovico il Pio (814-840), figlio di Carlo, l’impero entrò in una fase di decadenza. Le tendenze autonomistiche della nobiltà ripresero vigore, dando luogo a ribellioni al potere del sovrano analoghe a quelle che avevano contraddistinto l’anarchia di epoca merovingia. Ludovico dovette affrontare numerose rivolte, e nell’833 fu deposto dai nobili franchi. Anche se fu presto reintegrato nelle funzioni di governo, egli perse definitivamente il proprio prestigio. Un’ulteriore complicazione giunse dalle autorità ecclesiastiche, che in un concilio tenutosi a Parigi nell’829 proclamarono la supremazia dei vescovi sul potere del re.
Le ragioni dell’opposizione nobiliare nei confronti di Ludovico dipendevano anche dall’incertezza delle sue scelte politiche. Nell’817 egli aveva stabilito di suddividere l’impero tra i suoi tre figli: Lotario, Pipino e Ludovico il Germanico. Dopo la morte della moglie, però, il sovrano si risposò ed ebbe un nuovo erede, Carlo, poi soprannominato il Calvo. Di conseguenza, nell’823 modificò le sue precedenti disposizioni ereditarie, suscitando la ribellione degli altri figli e dei rispettivi vassalli che li appoggiavano nelle loro pretese dinastiche.
Le contese continuarono anche dopo la scomparsa di Pipino (838), e alla morte di Ludovico, nell’840, si scatenarono nuove guerre civili per il predominio politico nell’impero. I contrasti proseguirono, causando devastazioni nei territori franchi, fino all’842, quando con il giuramento di Strasburgo – uno dei più antichi documenti storici in lingua tedesca e francese ( FOCUS) – Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo si allearono contro Lotario, che era il legittimo imperatore. Solo l’anno successivo, con la firma del trattato di Verdun, Lotario accettò di spartire l’impero con i due rivali.

  › pagina 245   

FOCUS • IERIOGGI
FRANCESE E TEDESCO

Nell’842, durante le guerre civili che si conclusero con la pace di Verdun, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo stipularono un patto di alleanza, passato alla storia come “giuramento di Strasburgo”, nel quale, davanti ai loro eserciti, si impegnarono a unire le proprie forze per combattere il fratello Lotario.
Secondo un cronista del tempo, per permettere ai guerrieri dell’altro schieramento di comprendere il contenuto del patto, il giuramento fu pronunciato da Ludovico in “lingua romanza”, allora diffusa nella Francia occidentale, e da Carlo in “lingua teudisca”, utilizzata dagli abitanti della Germania.
Questo documento attesta dunque come già in quell’epoca fosse in atto un processo di differenziazione linguistica nei territori dell’impero e costituisce la più antica testimonianza sia del passaggio dalla lingua latina al volgare romanzo (da cui sarebbe derivato l’attuale francese), sia dell’idioma parlato nel IX secolo in Germania (da cui deriva l’attuale lingua tedesca).
Ecco come doveva suonare, alle orecchie dei presenti quel giorno, l’incipit del giuramento (“Per l’amor di Dio e per il popolo cristiano e la nostra comune salvezza”), nelle parole, riportate da un cronista del tempo, di Ludovico e di Carlo: 
Pro Deo amur et pro christian poblo et nostre commun salvament; In Godes minna ind in thes christianes folches ind unser gealtniss
In questa differenziazione linguistica si affermò dunque la prima definizione storica delle identità nazionali della Francia e della Germania, i cui nuclei territoriali più antichi, riconducibili ai possedimenti di Ludovico e di Carlo, sono in gran parte corrispondenti alle due nazioni europee.

La spartizione dell’impero

La pace di Verdun dell’843 stabilì la divisione dell’impero in tre aree indipendenti ( ATLANTE, pp. 22-23):

  • Lotario, il maggiore dei fratelli, ottenne la corona imperiale, secondo le volontà testamentarie del padre, il titolo di re d’Italia, con il possesso dei territori dell’Italia centrosettentrionale, e la zona centrale dell’impero, dalle coste del mare del Nord fino alle Alpi;
  • Carlo il Calvo si vide assegnato il regno dei Franchi occidentali;
  • Ludovico il Germanico ebbe in eredità il regno dei Franchi orientali, corrispondente all’incirca ai territori dell’attuale Germania. 

In un’epoca caratterizzata da una profonda frammentazione del potere imperiale, questi territori furono ulteriormente suddivisi tra gli eredi dei Carolingi. Alla morte di Lotario (855), infatti, la corona imperiale e i possedimenti in Italia passarono al figlio maggiore, Ludovico II, mentre il secondogenito Lotario II ereditò altri territori nell’Europa centrosettentrionale, che assunsero il nome di Lotaringia; al terzo figlio, Carlo, furono infine assegnate la Borgogna e la Provenza. La morte prematura dei figli di Lotario, tra l’863 e l’875, comportò tuttavia la spartizione di tutti i territori tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, che ampliarono così i propri possedimenti nell’Europa centrale.

  › pagina 246   

Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

La divisione dell’impero carolingio

In questo brano, tratto dall’opera di un ecclesiastico che visse nel IX secolo, è descritto lo sconforto che la divisione dell’impero carolingio suscitò nei contemporanei.

Fioriva sotto un brillante diadema un bell’impero; non c’era che un principe e un popolo; tutte le città avevano giudici e leggi. Lo zelo dei preti era alimentato da frequenti concilii: i giovani rileggevano continuamente i libri sacri, e lo spirito dei bambini si formava allo studio delle lettere. Ovunque il buon accordo era mantenuto da un lato dall’amore, dall’altro dal timore. Così la nazione franca brillava agli occhi del mondo intero. […] Roma stessa, la madre dei regni, si era sottomessa a questa nazione; era qui che il suo capo, sostenuto dall’appoggio di Cristo, aveva ricevuto dal dono apostolico il diadema. […] Decaduta ora, questa grande potenza ha perduto a un tempo il suo splendore e il nome d’impero; il regno poc’anzi così ben unito è diviso in tre lotti; non c’è più nessuno che possa essere considerato come imperatore […]. Il bene generale è annullato; ciascuno si occupa dei propri interessi; a tutto si pensa: Dio solo è dimenticato. I pastori del Signore, abituati a riunirsi, non possono più tenere i loro sinodi in mezzo a una simile divisione. Non c’è più assemblea del popolo, non vi sono più leggi; e invano giungerebbe un’ambasciata là dove non c’è per niente una corte.
Che diverranno i popoli che abitano sul Danubio, sul Reno, sul Rodano, sulla Loira e sul Po? Tutti, anticamente uniti dai legami della concordia, ora che è infranta l’alleanza, saranno tormentati da tristi dissensi. Da quale fine la collera di Dio farà seguire tutti questi mali? Vi è appena qualcuno che vi pensi con terrore, che mediti su quanto avviene e se ne affligga: ci si rallegra piuttosto della lacerazione dell’impero, e si chiama pace un ordine di cose che non offre nessuno dei beni della pace.
” 


Floro di Lione, Querela de divisione imperii, in A. de Bernardis-S. Guarracino, 
L’operazione storica, Bruno Mondadori, Milano 1986.


  • Quali sono gli aspetti positivi dell’impero unito elencati nel brano?
  • Quali conseguenze, secondo l’autore, derivano dalla divisione dell’impero carolingio?

La fine dell’impero carolingio

Il passaggio del titolo imperiale fu invece stabilito dal papa, dotato di un’autorità ormai superiore a quella dei sovrani carolingi al punto da riuscire a imporre sul trono il personaggio che meglio rispondeva alle aspettative della Chiesa. Il titolo – e i territori italiani che vi erano collegati – furono assegnati a Carlo il Calvo, che sfruttò il sostegno delle gerarchie ecclesiastiche per sottrarre a Ludovico il Germanico le aree della Lotaringia annesse da quest’ultimo, pochi anni prima, al proprio regno. Il tentativo di Carlo il Calvo non ebbe però successo e nell’877, dopo la sua morte, la Borgogna e la Provenza si staccarono dal regno dei Franchi occidentali dando vita a un nuovo regno indipendente.
Le lotte dinastiche tra i successori di Carlo Magno avevano frantumato l’impero e indebolito l’autorità dei sovrani, favorendo l’affermazione politica dell’aristocrazia. Mentre i Carolingi erano impegnati a contrastare le invasioni di nuove popolazioni provenienti dalla Scandinavia, le lotte dinastiche continuarono a dilaniare l’impero. Nell’881 il titolo imperiale fu assegnato a Carlo il Grosso, figlio di Ludovico il Germanico (morto nell’876). L’autorità dell’imperatore, tuttavia, era ormai insufficiente per imporsi sull’autonomia dei nobili più potenti. Il potere di Carlo il Grosso divenne sempre più debole, e nell’887 il sovrano fu deposto dall’aristocrazia. È questa la data convenzionalmente scelta dagli storici per indicare la fine dell’impero carolingio, che si frantumò in numerosi regni indipendenti.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali elementi di debolezza caratterizzavano l’impero alla morte di Carlo Magno?
  • Che cosa sancì il trattato di Verdun dell’843?
  • Quali vicende portarono alla disgregazione definitiva dell’impero carolingio?

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
Il nuovo Storia&Geo - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille