LA FRONTIERA DEL DANUBIO
Le fortificazioni costruite dai Romani nell’Europa centrale furono determinanti per porre un freno alle invasioni delle popolazioni nomadi che premevano ai confini delle province settentrionali e orientali. Le opere difensive seguivano il corso del Danubio, che, grazie all’ampiezza del suo letto fluviale, costituì per secoli una barriera naturale molto efficace contro i potenziali nemici esterni.
In epoca medievale e moderna, il fiume segnò invece la divisione politica, culturale e religiosa tra l’Occidente, di matrice cristiana, e l’Oriente, di fede islamica.
Quasi tutta l’area interessata dal corso del Danubio è oggi stata inglobata dall’allargamento dell’Unione europea. Il fiume non costituisce più, quindi, un elemento di separazione; il suo corso è anzi un’efficace via di comunicazione tra i Paesi che attraversa. Esso bagna ben quattro capitali (Vienna, Bratislava, Budapest e Belgrado), mentre gli Stati toccati dalle sue acque sono addirittura dieci: Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria, Romania, Moldova e Ucraina. Il suo bacino idrografico (che considera anche gli affluenti) è ancora più ampio, comprendendo molti altri Paesi. Tra questi vi è anche l’Italia: la Drava, infatti, nasce nel territorio del comune di Dobbiaco (in provincia di Bolzano) e sfocia nel Danubio in Ungheria.