3.3 - L’Europa: dalle origini al primato mondiale

3 L’EUROPA E L’UNIONE EUROPEA

3.3 L’Europa: dalle origini al primato mondiale

Le origini delle tradizioni culturali che accomunano i popoli europei risalgono ai Greci, i quali colonizzarono, in competizione con i Fenici, le coste del Mediterraneo tra l’VIII e il VI secolo a.C. Anche se i Greci non unificarono mai sotto il loro dominio tutte le regioni che oggi appartengono al continente europeo, posero il fondamento delle tradizioni culturali nelle quali le attuali nazioni europee si riconoscono.

Dai Celti all’impero romano

Intorno al V secolo a.C., mentre in Grecia si affermava la civiltà ellenica, l’Europa centrale e occidentale fu occupata dai Celti. Essi non raggiunsero mai lo sviluppo culturale che caratterizzò la civiltà greca e anche i territori che occuparono non furono mai riuniti in un unico organismo statale.
Nel II e nel I secolo a.C. l’Europa meridionale e il Mediterraneo furono conquistati dalle legioni romane, che occuparono dapprima la penisola italiana, per poi estendere i propri domini anche sulla Grecia e sui territori occupati dai Celti, che divennero province di Roma. Agli inizi del I secolo d.C. lo Stato romano, divenuto impero, si allargò verso Oriente, raggiungendo la massima espansione agli inizi del II secolo d.C., quando si estendeva dalle coste dell’Atlantico fino alla Persia. Anche se l’impero romano non conquistò tutto il continente, fu il primo organismo statale che riunì sotto un unico potere gran parte dei territori europei. All’interno dell’impero si diffusero la lingua e i costumi latini, le procedure amministrative, le misure e le monete di Roma, che favorirono l’unificazione culturale ed economica delle società sottomesse.

Il cristianesimo e la divisione dell’impero

Un ulteriore elemento di unificazione fu la rapida affermazione della religione cristiana, che si diffuse velocemente in tutta l’Europa. La crisi economica e politica del III e del IV secolo d.C. rappresentò la premessa per la divisione dell’impero romano: nel 395 d.C. nacquero l’impero romano d’Oriente, con capitale Bisanzio (rinominata Costantinopoli), e l’impero romano d’Occidente, in cui Roma aveva ormai perso la propria centralità. Le regioni europee un tempo unificate sotto il suo dominio erano dunque divise in due organismi statali differenti.

Le invasioni barbariche e i carolingi 

Mentre l’impero d’Oriente continuò a dominare l’Europa sudorientale per altri mille anni, quello d’Occidente, da tempo indebolito dalla crisi economica e politica, crollò nel 476 d.C., anche a causa dell’arrivo di popoli nomadi germanici e di altre etnie originarie originarie dell’Asia centrale. Dalla fusione tra la precedente popolazione romana e i nuovi venuti, tra il VI e l’VIII secolo d.C., in Europa nacquero nuovi regni che ereditarono e trasmisero alle epoche successive le tradizioni culturali della civiltà latina. Sotto questo aspetto un ruolo fondamentale fu svolto dalla Chiesa, in particolare dai monasteri, dove i monaci, grazie alla loro attività di trascrizione, salvarono importantissimi testi greci e latini.
Negli stessi secoli gli Arabi, popolo originario del Medio Oriente da poco convertitosi all’islam, conquistarono le coste del Mediterraneo meridionale, la Spagna, la Sicilia e Creta.
Nell’Europa centrale si affermò invece il regno dei Franchi: con il sostegno della Chiesa di Roma e sotto la guida di Carlo Magno, appartenente alla dinastia carolingia, tra l’VIII e il IX secolo essi fondarono un impero esteso alla Francia, alla Germania e a gran parte dell’Italia. Fu questo il primo organismo statale che riuniva le principali nazioni dell’Europa centrale.

Il primato europeo nel mondo 

Il processo di formazione delle nazioni europee continuò durante il Medioevo e l’età moderna, con la nascita dei primi Stati nazionali, come la Francia, l’Inghilterra, la Spagna, il Portogallo e l’Olanda. Furono questi i promotori dell’espansione coloniale europea nel mondo, in seguito alla scoperta dell’America (1492) e alle altre grandi esplorazioni geografiche del XVI-XVIII secolo. Questi Stati crearono vasti imperi coloniali, che facilitarono lo sviluppo commerciale del nostro continente attraverso lo sfruttamento delle risorse economiche e della popolazione delle terre sottomesse.
Il dominio coloniale fu favorito anche dalla rivoluzione industriale, che, come abbiamo visto, iniziò in Inghilterra alla fine del XVIII secolo e interessò progressivamente tutte le principali nazioni dell’Europa nordoccidentale. Furono queste le premesse dell’intenso sviluppo economico dei Paesi europei industrializzati, che tra la metà del XVIII e il XX secolo stabilirono il proprio primato politico, militare e commerciale su tutto il mondo. Va però specificato che il progresso industriale e la politica di potenza coloniale furono limitati alle nazioni industrializzate dell’Europa nordoccidentale, mentre diversi Stati delle aree meridionali e orientali del continente restarono in condizioni di arretratezza.

  › pagina 355   

La fine del primato europeo 

L’espansione economica e la politica di potenza degli Stati coloniali creò una forte competizione internazionale. Le crescenti tensioni tra le potenze europee, impegnate in un’inarrestabile corsa agli armamenti, raggiunsero l’apice agli inizi del XX secolo con lo scoppio della Prima guerra mondiale (1914-1918), alla quale seguì dopo pochi decenni la Seconda (1939-1945). L’esito di questa lunga stagione di conflitti fu la perdita della centralità europea e la nuova supremazia politica ed economica delle due superpotenze degli Stati Uniti e della Russia, dove dagli anni Venti si era imposto il regime comunista dell’Unione Sovietica. L’Europa fu divisa in due blocchi, la parte occidentale alleata degli Stati Uniti e quella orientale sotto l’influenza dell’Unione Sovietica; questa contrapposizione fu definita Guerra Fredda. Iniziò in questo periodo anche il processo di decolonizzazione, che condusse all’autonomia politica delle ex colonie europee negli altri continenti.

L’Europa oggi 

Con la fine della Guerra Fredda, sancita dalla caduta del muro di Berlino (1989), che divideva simbolicamente i due blocchi contrapposti, e dalla disgregazione dell’Unione Sovietica (1991), i Paesi europei hanno superato gran parte dei loro contrasti e sono tornati a collaborare sul piano economico e politico. Tale rinnovato spirito di unità si è manifestato con il rafforzamento politico dell’Unione europea e il suo allargamento a diversi Paesi facenti precedentemente parte del blocco sovietico. Nel frattempo, la Federazione Russa, nata dalle ceneri dell’Unione Sovietica, negli ultimi anni si è imposta come una delle potenze economiche emergenti sulla scena mondiale.

FOCUS

IL NOME EUROPA
Il nome “Europa” deriva probabilmente dall’unione dei termini greci eurús, “largo”, e ops, “occhio, vista”, e significherebbe dunque “terra vasta d’aspetto”. Fino all’VIII secolo d.C., quando iniziò a essere utilizzato dagli storici per riferirsi a un’entità geografica ben definita, in contrapposizione alle terre dei musulmani, il termine Europa indicava uno spazio geografico indistinto a nord del Mediterraneo, che non comprendeva le coste meridionali del continente. Il suo nome compare però già in un antico mito greco: Europa, la figlia del re fenicio della città di Tiro, Agenore, fu rapita dal dio Zeus. Apparendole sotto le sembianze di un toro bianco, riuscì a farla salire sulla sua groppa per poi fuggire con lei sull’isola di Creta: dal loro amore nacquero tre figli, tra cui Minosse, futuro sovrano mitologico dell’isola.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali sono le origini dell’Europa?
  • Quali furono le tappe fondamentali dell’affermazione del primato europeo nel mondo?
  • Quali cambiamenti hanno provocato la fine della centralità europea nel XX secolo?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
Il nuovo Storia&Geo - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana