3.2 - Popolazione e insediamenti in Europa

3 L’EUROPA E L’UNIONE EUROPEA

3.2 Popolazione e insediamenti in Europa

Oggi in Europa vivono più di 700 milioni di persone e fin dall’antichità il continente europeo è stato densamente abitato. La ragione di questa folta presenza è semplice: la maggior parte del territorio europeo presenta condizioni ambientali favorevoli, che hanno permesso alle comunità umane di prosperare. È infatti caratterizzato da terre fertili e ricche di corsi d’acqua e da climi per lo più di tipo temperato, senza estremi di caldo e freddo. Questi elementi hanno consentito lo sviluppo dell’agricoltura, requisito indispensabile per la nascita di comunità e insediamenti numerosi come quelli europei. Una presenza umana così massiccia e storicamente attestata ha portato all’espansione in quasi tutto il continente di una fitta rete di centri urbani, la maggior parte dei quali di antica fondazione.

Un continente densamente popolato

L’Europa ha una superficie molto inferiore a quella di Asia, America e Africa, ma in rapporto a essa la sua popolazione è molto numerosa. La densità della popolazione europea è infatti molto alta, pari a 68 ab/km2, un dato che, tra i continenti, è secondo soltanto a quello dell’Asia. Non va però dimenticato che si tratta di un dato medio, e che in realtà la distribuzione della popolazione europea non è uniforme: vi sono infatti regioni con una densità inferiore a 5 ab/km2 e altre in cui questo dato supera i 1000 ab/km2 ( CARTA).
Sono densamente abitate le regioni pianeggianti comprese nella fascia che si estende dal Sud della Gran Bretagna al centro dell’Europa (Paesi Bassi, Belgio, Germania, pianura Padana), che sono anche quelle in cui si registra la maggiore concentrazione di città e altri centri urbani. Si tratta di zone quasi interamente occupate da edifici residenziali, industriali, commerciali e da infrastrutture di ogni genere, oltre che da una fitta rete di vie di comunicazione. Sono invece poco abitate le regioni settentrionali della Scandinavia e della Gran Bretagna, le aree montuose e buona parte dell’Europa orientale. Qui il territorio è caratterizzato per lo più da insediamenti rurali, aree agricole, boschi e vegetazione spontanea.

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La demografia dell’Europa 

Dalla rivoluzione industriale (tra il XVIII e il XIX secolo) agli anni Sessanta del Novecento si è verificata nel continente europeo una vertiginosa crescita della popolazione, causata da molti fattori, tra cui il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, i progressi della medicina e l’aumento della produzione agricola. Negli ultimi decenni, nonostante le condizioni di vita della popolazione siano ulteriormente migliorate, si è assistito però a un’inversione di tendenza. Oggi il numero delle nascite in Europa è diminuito, tanto che in alcuni Paesi supera di poco quello delle morti, mentre in altri, tra cui l’Italia, è addirittura inferiore. La crescita demografica europea è quindi più bassa rispetto a quella di altri continenti, primi fra tutti Africa e Asia. Il miglioramento complessivo delle condizioni di vita in Europa ha portato d’altro canto a un allungamento della durata media della vita. Mentre il numero dei giovani diminuisce per effetto del calo delle nascite, aumenta invece la fascia di persone con oltre 65 anni: questo fa registrare un rapido invecchiamento della popolazione europea, un fenomeno che è solo in parte controbilanciato dall’arrivo in Europa di molti immigrati ( FOCUS) provenienti da altri continenti.

FOCUS

EMIGRAZIONE E IMMIGRAZIONE
A cavallo tra XIX e XX secolo si è verificata una massiccia ondata di emigrazione dall’Europa verso l’America e l’Australia, dove si trovavano maggiori opportunità di lavoro. Gli italiani erano fra i migranti di quel periodo, insieme a spagnoli, irlandesi, russi, tedeschi e polacchi, e nutrite comunità di appartenenti a queste nazionalità sono ancora oggi presenti negli Stati Uniti e in Canada, nei Paesi dell’America Latina e in Australia. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, l’Europa visse un periodo di intense migrazioni interne, soprattutto dai Paesi dell’Europa orientale e meridionale, più arretrati economicamente, verso gli Stati della parte centrale e settentrionale del continente. I flussi migratori dall’Europa orientale verso la parte centroccidentale non si sono arrestati, e anzi sono aumentati in seguito all’entrata nell’Unione europea di numerosi Paesi dell’Est (nel 2004 e 2007).
Negli ultimi decenni l’Europa è passata da essere terra di emigrazione a destinazione di immigrati provenienti da altri continenti, soprattutto Asia, Africa e America Latina. In diversi Paesi europei gli abitanti di origini straniera hanno raggiunto e superato il 10% della popolazione totale, e in molti casi le loro società possono essere definite autenticamente multietniche, essendo composte da individui di svariate nazionalità, razze e culture. La presenza e il continuo arrivo di immigrati controbilancia in parte il calo demografico di molti Paesi europei, la cui popolazione aumenta solo grazie all’immigrazione, e mitiga anche l’invecchiamento della popolazione, in quanto gli immigrati sono in media più giovani e posseggono famiglie più numerose. Da una parte, l’immigrazione contribuisce a migliorare il saldo demografico di molti Paesi europei, cioè la variazione nella popolazione residente da un anno all’altro, calcolata tenendo conto delle nascite, delle morti e degli arrivi (immigrati) e partenze (emigrati) da e verso altri Paesi, e costituisce inoltre un’importante risorsa per le loro economie. Dall’altra può generare problemi e tensioni sociali, che si manifestano sotto forma di episodi di intolleranza e razzismo nei confronti degli immigrati.

Una fitta rete urbana

Fra tutti i continenti, l’Europa è il “continente delle città” per eccellenza. Il tipo di insediamento di gran lunga prevalente è infatti quello urbano, e il tasso di urbanizzazione supera il 70%, ossia oltre 70 europei su 100 vivono in una città. Mediamente, però, le città europee più grandi non raggiungono le dimensioni e il numero di abitanti delle principali metropoli degli altri continenti, in particolare dell’Asia e dell’America. Solo tre metropoli europee sono classificabili come megacittà, cioè centri urbani con oltre 10 milioni di abitanti: sono Mosca, con circa 15 milioni di abitanti nel suo agglomerato urbano, Parigi e Londra, entrambe con circa 10 milioni di abitanti. La popolazione europea risiede invece per lo più nelle numerosissime città piccole e medie, che si estendono sul continente sino a formare un fitto reticolo urbano, particolarmente denso nelle regioni centroccidentali. In queste aree lo sviluppo degli insediamenti, delle vie di comunicazione e delle relazioni tra centri diversi ha fatto sì che numerose città siano divenute parte della stessa conurbazione, cioè di uno stesso sistema urbano. In Europa si possono identificare conurbazioni molto estese, con decine di milioni di abitanti: le principali sono la conurbazione inglese, quella olandese e quella renana. Nel loro insieme queste tre conurbazioni possono anche essere considerate come un’unica, vastissima e ininterrotta regione urbanizzata, nonché il cuore produttivo e industriale dell’Europa: una megalopoli, chiamata megalopoli europea, o “banana blu”, dalla forma che sembra assumere nelle foto notturne scattate dai satelliti.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali sono i motivi per cui l’Europa è stata densamente abitata fin dall’antichità?
  • Quali sono le zone europee più densamente abitate?
  • Perché la popolazione europea invecchia?
  • Quali sono le megacittà europee?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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