Nella città dei vivi

L’ARTE ETRUSCA E ROMANA >> L'arte etrusca

Nella città dei vivi

La formazione delle città

I primi villaggi etruschi sorgono nel IX secolo su grandi pianori di tufo a Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, nell’Italia centrale. Le abitazioni sono semplici capanne a pianta rotonda, quadrata o rettangolare, con il tetto a spiovente, come testimoniano i modellini in bronzo o terracotta rinvenuti nelle tombe (1).
Col tempo i villaggi di capanne si trasformano in vere e proprie città. A partire dal V secolo a.C. gli Etruschi creano anche nuovi insediamenti, che sorgono su colline o comunque in posizione elevata. Purtroppo sono rimaste poche testimonianze di questi centri urbani, perché sono stati completamente ricostruiti dopo la conquista romana, oppure trasformati in età medievale. Solo in alcuni casi sono ancora visibili le mura di difesa che circondavano le città e le porte che vi si aprivano: ne è un esempio significativo la Porta dell’Arco di Volterra (2). Questa struttura, anche se rimaneggiata nei secoli, testimonia che gli Etruschi usavano già l’arco a tutto sesto, cioè semicircolare, poi ripreso e sviluppato dagli architetti romani.

Uno schema perfetto

A partire dal VI secolo a.C., quando acquista importanza il ceto medio dei mercanti, si costruiscono sia porti sul mare ad alcuni chilometri dai centri urbani principali, sia nuove città in pianura.
A differenza di altri insediamenti italici, la città etrusca viene costruita secondo precisi piani urbanistici. Al momento della fondazione, infatti, gli Etruschi prima solcavano il terreno con un aratro, segnando due assi principali: il cardo (nord-sud) e il decumano (est-ovest). Poi suddividevano i quattro settori (i nostri “quartieri”) in insulae, cioè isole (i nostri “isolati”). Questo sistema si riconosce ancora oggi in molte città del centro Italia – come Cortona (3), illustrata qui sopra – ed è stato poi adottato anche dai Romani.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni