L’ARTE GRECA

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Il mosaico della battaglia di Alessandro

LA STORIA

Questo mosaico ornava il pavimento della Casa del Fauno a Pompei (Napoli); è considerato la copia di un dipinto greco ed è realizzato con piccole tessere (di circa 3 millimetri) ricavate da pietre colorate. Quando è stato rinvenuto, il mosaico era privo di alcune parti: per salvaguardarlo si è deciso di rimuoverlo e di collocarlo su un supporto di legno.

IL SOGGETTO

L’opera rappresenta uno dei momenti cruciali della Battaglia di Gaugamela, avvenuta nel 331 a.C., nella quale l’esercito greco guidato da Alessandro Magno si scontrò con l’esercito persiano guidato dal re Dario.

L’opera racconta

La battaglia è ambientata in uno spazio aperto, nel quale la profondità spaziale è suggerita sia dalla linea di terra visibile nell’angolo a sinistra sia da un albero spoglio e dai rami spezzati a circa un terzo della scena. Anche le ombre che cadono perpendicolarmente e si allungano a terra contribuiscono a dare l’idea di tridimensionalità.

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L’opera è tagliata idealmente in due parti, tra loro simmetriche, dai due cavalli posti al centro in primissimo piano: quello marrone scuro, caduto a terra, e quello dal manto più chiaro, che si impenna. Nelle due sezioni che si vengono a creare si trovano i due soggetti principali: re Dario che guida l’esercito persiano a destra, Alessandro Magno a capo di quello greco sulla sinistra.

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Dario, riconoscibile come i suoi soldati per gli abiti e il copricapo di fattura orientale, è rappresentato in piedi su un carro da guerra a cui si aggrappa saldamente. Con il volto carico di terrore, si protende verso il soldato trafitto da Alessandro. L’auriga che guida il carro sta per colpire con il frustino i due cavalli neri, le cui zampe sollevate da terra e la testa abbassata lasciano intuire uno scatto veloce. Un altro soldato, rappresentato in primissimo piano, cerca di ripararsi con il grande scudo circolare nel quale possiamo vedere il riflesso del suo volto dolorante e atterrito.

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La parte sinistra, quella nella quale si trova Alessandro Magno con il suo esercito, risulta molto rovinata in quanto mancano la maggior parte delle tessere. Alessandro, che ha trafitto con la lancia il soldato che si trova di fronte a lui, è sul suo cavallo e si dirige contro il nemico: si capisce che è in movimento osservando i capelli mossi dal vento. Lo sguardo sicuro, che punta il nemico, aumenta il senso di forza e fierezza del condottiero macedone. Dietro di lui, in secondo piano, si vedono gli elmi di alcuni soldati.

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Nel mosaico predominano le scale cromatiche dei marroni e dei grigi, utilizzati per le pietre e il terreno. I colori più vivaci, come gli ocra e i rossi, vengono invece riservati agli altri elementi, come le briglie dei cavalli. Le tessere di marmo bianco svolgono invece la funzione di dare maggiore evidenza ai protagonisti dell’opera, per esempio re Dario. All’interno della composizione si è voluto sottolineare, attraverso l’utilizzo di linee curve che seguono il profilo dei cavalli e dei soldati, il movimento e la concitazione della battaglia. Anche le lance che si stagliano in un cielo molto chiaro e privo di profondità, essendo inclinate, lasciano intuire il movimento nella scena.

 

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni