La ceramica

L’ARTE GRECA

La ceramica

Nell’arte greca la ceramica ha un’importanza fondamentale sia per la bellezza degli oggetti sia per l’alto livello tecnico raggiunto nella lavorazione. I Greci producono vasellame di ogni genere: per la tavola, per trasportare acqua, olio e vino, per conservare le ceneri dei defunti.
La ceramica greca è caratterizzata da una grande varietà di stili decorativi, che prendono nomi diversi a seconda del tipo di decorazione.

Gli stili più antichi

Lo stile Geometrico (X-VIII secolo a.C.) è il più antico e presenta decorazioni astratte e geometriche: nella grande Anfora 804 (1), per esempio, la superficie è divisa in fasce decorative riempite da cerchi, rombi, punti, scacchi, ma soprattutto meandri, ossia disegni complessi e tortuosi simili a un labirinto. Nella fascia all’altezza dei manici è rappresentato il funerale di una donna, riconoscibile dal vestito lungo: le figure in piedi sono stilizzate, con il corpo triangolare e le braccia piegate.
Nello stile Orientalizzante (VIII-VII secolo a.C.), invece, compaiono elementi di origine orientale, come animali, anche fantastici: per esempio, nella brocca che proviene da Corinto (2) predominano le decorazioni con serie di animali reali (tori, stambecchi, leoni, uccelli) e immaginari (sfingi, grifoni, sirene), che si alternano a motivi geometrici e vegetali.

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La tecnica a figure nere e a figure rosse

A partire dal VII secolo si diffonde un nuovo tipo di pittura su ceramica che raffigura l'uomo e le sue attività. Soggetti delle scene dipinte sono i miti, cioè i racconti nei quali i Greci esprimono i valori della propria epoca: l’amicizia, l’eroismo, il rispetto verso gli dèi. L’alta qualità della decorazione rende gli artisti orgogliosi del proprio lavoro, tanto che si diffonde l’abitudine di firmare le opere.
In un primo periodo (600 a.C. ca.) si afferma la tecnica detta a figure nere su fondo rosso: sul fondo rosso-arancio della ceramica vengono disegnate immagini a vernice nera; poi, a freddo (cioè dopo la cottura del vaso), il pittore incide i dettagli con un punteruolo, in modo da far emergere il colore sottostante. Nell’anfora firmata dal pittore Exekias (3) sono rappresentati di profilo due eroi greci, Achille e Aiace, intenti a giocare con i dadi.
Intorno al 530 a.C. si diffonde infine la tecnica detta a figure rosse su fondo nero: il pittore dipinge la superficie del vaso di nero, lasciando scoperte le figure, che rimangono del colore dell’argilla rossa, con un effetto simile a quello delle immagini in negativo. Con un pennello molto sottile dipinge poi, in nero sul rosso, i particolari. Con questa tecnica l’immagine ottiene grande profondità. Nella coppa del pittore Sosias (4), eseguita con questa tecnica, l’eroe greco Achille è intento a fasciare una ferita dell’amico Patroclo, che allontana lo sguardo con una smorfia di dolore. La rappresentazione degli occhi di profilo (e non frontali, secondo la tradizione greca) accentua l’espressività dei personaggi.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni