La scultura arcaica

L’ARTE GRECA

La scultura arcaica

Come l’arte greca in generale, anche la scultura viene classificata in tre grandi periodi, che corrispondono a progressive evoluzioni dello stile. Nel primo periodo, quello arcaico, che copre tutto il VII secolo a.C., le statue sono caratterizzate da una resa schematica del corpo e da sguardi fissi: la figura è concepita per essere osservata frontalmente, come le immagini dipinte. I principali soggetti della scultura arcaica sono il koùros (in greco, “ragazzo”) e la kòre (ragazza), statue di grande formato che possono superare anche i 2 metri di altezza.

Il koùros

Il koùros (koùroi al plurale) è una statua di giovane nudo dedicata alla divinità. La posizione del corpo e degli arti è rigida, i muscoli sono stilizzati e non riproducono fedelmente l’anatomia umana. Il koùros di marmo proveniente da Capo Sunio (1), nei pressi di Atene, ha il corpo frontale, con il piede sinistro che avanza nello spazio e le braccia (di cui una è andata persa), con i pugni chiusi, lungo il corpo. Nell’addome compaiono delle incisioni orizzontali che dividono il torso in otto settori regolari. Come in tutte le opere di questo tipo, molti elementi derivano da modelli egizi – le grandi dimensioni, la capigliatura, la posizione rigida – ma, a differenza di questi, i koùroi sono quasi sempre completamente nudi.

La kòre

La kòre (kòrai al plurale) è una statua di giovane donna e, come il koùros, è estremamente statica: di solito è raffigurata in piedi, immobile, con le braccia ferme lungo i fianchi, o con un braccio piegato che sostiene un oggetto. Come la muscolatura del koùros, anche i vestiti della kòre sono rigidi e schematici e cadono con pieghe innaturali e molto regolari, come si vede nella kòre detta “del peplo” (2), che indossa l’abito tradizionale – il peplo, appunto – lungo e attillato, fissato sulle spalle da spille, con una cintura in vita e un corto mantello. Il corpo sembra senza profondità: la figura è schiacciata, come se fosse scolpita per essere osservata solo dal davanti. La pettinatura è molto elaborata, ma le trecce e i riccioli non sono realistici e sembrano decorazioni geometriche a onde o a zig-zag. Alcune kòrai conservano ancora oggi le tracce del colore usato per gli abiti e i capelli. 

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni