Mario Schifano

L’ARTE CONTEMPORANEA

Mario Schifano

Mario Schifano (Homs, Libia 1934-Roma 1998), nato in quella che ai tempi era la Libia italiana, trascorre la sua intensa esistenza fra Roma e New York. La sua creatività si traduce in una continua evoluzione nello stile e nelle tecniche, e si esprime anche nella realizzazione di film e cortometraggi.
Tra gli anni Sessanta e Settanta, Schifano diviene il maggior esponente della Pop Art in Italia ed è tra i primi a impiegare tecniche diverse, soprattutto foto-impressioni, e materiali innovativi, come tele emulsionate – su cui cioè sono spalmati materiali che le rendono simili a lastre fotografiche –, carta, plexiglas. Con la Pop Art americana, Schifano condivide l’obiettivo di dissacrare i miti e gli oggetti del consumismo; allo stesso modo, reinterpreta con ironia figure di star del cinema e della televisione, idealizzate e spesso banalizzate.

Cieli stellati con lo spray

Il dipinto Tuttestelle + particolare dell’oasi (1) appartiene a una serie – Tuttestelle, appunto – in cui panorami notturni, interrotti talvolta da palme dai colori squillanti, si trasformano in firmamenti artificiali, simili ai cieli stellati delle discoteche degli anni Sessanta. Il linguaggio è derivato dal mondo della televisione e della pubblicità, di cui l’artista evidenzia il lato più banale e l’effetto di massificazione, nell’intento di distruggerne, con ironia, i condizionamenti. Secondo una particolare tecnica utilizzata dall’artista, le figure sono ridotte a sagome e realizzate con pittura a spruzzo e mascherine. L’uso sapiente dello spray crea un’atmosfera di sogno del tutto anti-naturalistica, come a ricordare allo spettatore che i mezzi di comunicazione di massa restituiscono una realtà di plastica, spesso molto lontana dal vero.

Una Pop Art italiana

La scelta di “lavorare”, con ironia e in maniera dissacrante, sul celebre marchio della Coca-Cola, simbolo per eccellenza del consumismo in America come in Europa, accomuna Schifano e altri protagonisti della Pop Art americana, come Warhol.
Invece di replicare in maniera ossessiva l’immagine della bottiglia, Schifano si concentra sul marchio della bevanda, sui caratteri della scritta e sul caratteristico colore rosso: isola qualche lettera o qualche segno, spesso simulando gli sgocciolii di colore che paiono sgorgare dal dettaglio di una lettera.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni