Il Dadaismo

IL PRIMO NOVECENTO

Il Dadaismo

La più giocosa delle avanguardie del primo Novecento prende il nome di Dadaismo. Nasce negli anni attorno alla Prima guerra mondiale come ribellione degli artisti di varie parti d’Europa contro ogni regola precostituita della società borghese, ritenuta colpevole di aver soffocato la libertà con le sue leggi opprimenti. Essere dadaista significa creare opere d’arte in base ad associazioni casuali, avere la licenza di considerare arte qualunque cosa. Il nome stesso è un gioco: secondo quanto affermano i membri del movimento, la parola “dada” è stata scelta... perché non significa niente! Quest’operazione di rottura con la tradizione annulla le differenze tra pittura, scultura, poesia, cinema, teatro; il fondatore del movimento è un poeta, il rumeno Tristan Tzara. Le prime manifestazioni dada, che hanno luogo nel Cabaret Voltaire, un locale di intrattenimento di Zurigo, sono animate da spettacoli di cabaret e da esibizioni, anche improvvisate, che hanno lo scopo di scuotere il pubblico. Tra i principali artisti aderenti al movimento vanno citati Marcel Duchamp (pagina a fianco), Man Ray (Filadelfia, Stati Uniti 1890-Parigi 1976), Francis Picabia (Parigi 1879- 1953) e Hans Arp.

Provocazioni artistiche

Le opere dada sono creazioni provocatorie, realizzate con i materiali più disparati: ne è un esempio il curioso Regalo (1) dell’americano Man Ray. L’artista ha applicato dei chiodi a un ferro da stiro, rendendone così ancora riconoscibile la natura ma contraddicendone la funzione originaria. Ciò implica che l’opera d’arte non è più un pezzo unico ma può essere replicata idealmente all’infinito. Di questo ferro da stiro Man Ray realizzò infatti successivamente 5000 esemplari.
Il titolo dell’opera di Francis Picabia, L’occhio cacodilato (2), deriva appunto da un occhio (oeil in francese) che gli faceva male e dal nome di una sostanza chimica. L’artista dipinge un occhio al centro della tela, poi invita gli amici che lo vanno a trovare in ospedale ad aggiungere qualcosa: foto, scritte, firme, cartoline. Il risultato è quest’opera collettiva.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni