Fausto Melotti

IL PRIMO NOVECENTO

Fausto Melotti

La formazione di questo scultore è ricca ed estremamente varia: si laurea in ingegneria elettrotecnica e parallelamente compie studi musicali e artistici tra Firenze e Milano. I suoi lavori rappresentano uno sviluppo della tecnica futurista di scomposizione delle immagini, e sono tra i massimi esempi in Italia della corrente astratta.

Forme come composizioni musicali

L’amore di Melotti per la musica influenza anche la sua scultura: egli afferma che le opere non devono essere modellate ma “modulate”, cioè progettate con le stesse regole con cui si compongono i brani musicali. Per questo sceglie geometrie razionali e armoniche.
La Scultura n. 15 (1), per esempio, può essere inscritta in una forma quadrata regolare; la composizione, molto semplice e lineare, è perfettamente equilibrata nel rapporto tra pieni e vuoti, ed è animata dall’elemento curvo che la attraversa. I tre segmenti verticali sono lievemente concavi, in modo tale che la luce possa produrre una leggera ombreggiatura sulla loro superficie.

Una griglia in tre dimensioni

La Scultura n. 21 (2) è interamente realizzata con elementi di acciaio. Tutta la composizione geometrica è basata sulla ripetizione e sulla sovrapposizione di cubi vuoti, delineati da aste sottili, che contengono sfere o dischi metallici sospesi. Anche in quest’opera spicca la regolarità delle forme astratte e l’equilibrio dell’intera struttura. La disposizione dei moduli conferisce un senso ritmico alla serie geometrica: potremmo paragonarla alle danze primitive accompagnate dal ritmo dei tamburi.
Negli anni Trenta il disinteresse del pubblico e della critica per queste sculture fu totale; le opere di Melotti ebbero successo soltanto trent’anni più tardi, e oggi sono considerate capolavori indiscussi.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni