L’OTTOCENTO

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Paul Gauguin

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

LA STORIA

Gauguin dipinge quest’opera a Tahiti, al rientro da un viaggio a Parigi. L’artista si trova in uno stato d’animo di angoscia e prostrazione profonde, dovute a questioni professionali e a gravi problemi familiari.

IL SOGGETTO

L’opera rappresenta il ciclo della vita, che viene descritto con dovizia di particolari. Il pittore stesso sostiene, in una lettera indirizzata a un amico, di “aver messo nel dipinto tutta la sua energia”. È anche per questo motivo che il dipinto viene considerato il testamento artistico e spirituale di Gauguin: raffigura la sua personale visione del mondo e la ricerca delle risposte ai grandi interrogativi della vita che compaiono nel titolo.

L’opera racconta

Il dipinto, realizzato su tela di sacco grezza e nodosa, si sviluppa in senso orizzontale e, secondo le indicazioni di Gauguin, va letto da destra verso sinistra. L’opera è ambientata in un paesaggio naturale tipicamente polinesiano, da molti paragonato all’Eden, in cui tutti gli elementi naturali, privi di corporeità, sono disposti in uno spazio bidimensionale.

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Agli angoli superiori si vedono due macchie gialle che, sempre secondo l’artista, evocano i fondi dorati degli antichi affreschi: in quella di sinistra compare il titolo del dipinto, in quella di destra la firma.

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Partendo da destra si incontra un gruppo di figure che rappresenta la nascita: un cane vigila attento su tutta la scena, che mostra un bambino profondamente addormentato vegliato da tre giovani donne sedute, due delle quali rivolte verso l’osservatore e l’ultima di spalle.

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Al centro sono rappresentate le attività di sostentamento (la raccolta della frutta, la cura dei figli) che caratterizzano l’età matura: una giovane sta cogliendo un frutto, lo stesso che mangia il bambino seduto vicino a lei, con accanto due gatti e una capra. Più spostate verso lo sfondo, due figure femminili camminano in ombra, profondamente immerse in una conversazione: rappresentano i misteri e le difficoltà della vita. Un’altra donna accoccolata e rappresentata di spalle volge loro lo sguardo.

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Dietro la capra si trova un idolo polinesiano su un piedistallo, simbolo di religiosità, mentre alla sua sinistra stanno una giovane donna semidistesa e un’anziana accovacciata, dipinta con un colore bruno, che tiene la testa tra le mani, quasi ad attendere la propria fine con rassegnazione; di fronte a lei un grande uccello bianco rappresenta, secondo Gauguin, l’“inutilità delle parole”.

I colori forti e decisi sono usati simbolicamente per trasfigurare la realtà; a prevalere nello sfondo sono i blu e i verdi nelle loro varie tonalità che creano forti contrasti cromatici con gli arancioni e i gialli dei corpi.
La mancanza di effetti chiaroscurali conferisce all’opera una calma dimensione ideale.

 

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni