Paul Cézanne

L’OTTOCENTO

Paul Cézanne

Come rappresentare la profondità dello spazio, la concretezza degli oggetti e la tridimensionalità dei corpi in modo davvero nuovo? Il pittore francese Paul Cézanne (Aix-en-Provence 1839-1906) elabora una risposta del tutto originale, basata su due princìpi: l’uso di colori accesi, scelti in tonalità calde e accostati in modo da esaltare le differenze cromatiche, e la purezza delle forme di oggetti e figure umane, ricondotte a solidi geometrici. Grazie a questo stile personalissimo, i corpi, gli elementi delle nature morte, ma anche gli elementi naturali dei paesaggi dominano lo spazio con la loro presenza.

Le forme geometriche e l’abbandono della prospettiva

Tutte queste caratteristiche si ritrovano nel celebre dipinto I giocatori di carte (1), in cui sono ritratti due uomini assorti nel gioco. Le figure, rappresentate di profilo di fianco a uno specchio, sono delineate con pennellate brevi, nervose; il colore è steso per tasselli, senza alcun disegno preparatorio.
La tendenza di Cézanne a rappresentare le forme come solidi geometrici è ancor più evidente nel ritratto intitolato Donna con caffettiera (2). Le regole della prospettiva rinascimentale sono completamente abbandonate; solo le campiture del colore suggeriscono la profondità dello spazio. La figura femminile, imponente, domina la scena. Un senso di sospensione, di attesa è dato dalla posizione delle braccia della donna e dalla leggera rotazione del collo; il cucchiaio dentro la tazza fa pensare che solo qualche istante prima fosse nelle sue mani. Le pieghe del vestito, tracciate con linee nette, definiscono il corpo della donna, che è presentato come una pura forma geometrica, senza alcun interesse realistico. In questo modo un soggetto così quotidiano e familiare, come una domestica che ha appena bevuto un caffè, viene filtrato dall’occhio dell’artista e quasi ricostruito nella mente del pittore: una composizione banale trova un’interpretazione originale, ma non per questo risulta meno “vera” e coinvolgente.

 >> pagina 369 

La rappresentazione del paesaggio

Cézanne tratta la pittura di paesaggio dal vero in modo molto particolare: i singoli dettagli perdono la loro definizione visiva, per divenire quasi come tessere – di colori accesi e contrastanti – di un puzzle. Pennellate decise riempiono le singole parti del dipinto, che appaiono come incise sulla tela grazie a un netto profilo di colore nero che definisce i contorni. Colpi di bianco sono sovrapposti alle superfici colorate senza ricercare un passaggio graduale, ma accentuando il contrasto. Ne sono ottimi esempi le numerose tele in cui Cézanne raffigura la montagna Sainte-Victoire, che domina il territorio della sua città natale, Aix-en-Provence.
Nella versione qui riprodotta (3), è evidente come il pittore riesca a comunicare con chiarezza la grandiosità della montagna, vera protagonista della scena, rispetto al contesto circostante; dell’imponente massiccio montuoso emergono con immediatezza il profilo e l’andamento dei versanti, mentre la vegetazione della vallata sottostante o i caratteri degli edifici sembrano non interessare il pittore.
La rappresentazione della grande montagna di roccia calcarea non tiene conto delle sue taglienti asperità: mostra invece una massa uniforme, dipinta in modo da esaltarne i volumi e dunque l’imponenza sul paesaggio. Campiture geometriche di colori accesi e contrastanti creano forme e volumi astratti, su cui si posa l’occhio dell’osservatore, chiamato a ricomporre con la mente il contesto ambientale.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni