FOCUS: La fotografia e il cinema

L’OTTOCENTO

FOCUS 

La fotografia e il cinema

Agli inizi dell’Ottocento l’invenzione della fotografia rivoluziona l’arte di concepire e produrre le immagini. Alla base del processo fotografico moderno stanno le camere ottiche, messe a punto alla fine del Settecento, insieme ai progressi compiuti nel campo della chimica: grazie a questi ultimi si possono sperimentare gli effetti della luce proiettata su materiali che, tramite specifici trattamenti con sostanze chimiche, diventano capaci di “trattenere” l’immagine.
Tra gli scienziati e i chimici che studiano il procedimento c’è un autore di scenografie teatrali, Jacques-Mandé Daguerre (Parigi 1787-1851), che nel 1837, dopo molti esperimenti falliti, realizza la prima fotografia vera e propria, battezzata appunto dagherrotipo.
Due anni dopo, nel 1839, l’invenzione viene presentata all’Accademia delle Scienze e ottiene un’immediata popolarità: lo dimostra la caricatura dell’artista Honoré Daumier, che nel 1862 ritrae il fotografo Félix Nadar su una mongolfiera. L’immagine, simbolica e ironica, vuole rappresentare come la fotografia si innalzi al livello dell’arte, raffigurando uno dei pionieri della fotografia (che aveva anche passione per le mongolfiere) che fa i suoi scatti da una posizione precaria, in volo su una città dove tutti gli edifici hanno il nome di “fotografia”.

Il rapporto con l’arte

Fin dagli esordi, i pittori non avvertono la fotografia come un prodotto concorrente, ma come un prezioso strumento di lavoro. In particolare, essa è accolta con entusiasmo dagli impressionisti, perché offre la possibilità di studiare nuovi tipi di inquadratura, sovvertendo le regole accademiche della prospettiva. Le foto, inoltre, permettono di studiare la luce e cogliere il momento. Edgar Degas (p. 380), per esempio, usa spesso inquadrature ispirate alla fotografia nei suoi indimenticabili palcoscenici con orchestrali e ballerine.

Dalla fotografia al cinema

Lo sviluppo della tecnica porta ben presto a cambiamenti sostanziali: si mette a punto una lastra dalla quale si possono stampare più copie della stessa immagine, una sorta di antenato dell’attuale negativo; parallelamente, la tecnica diventa più rapida: i soggetti devono posare per un tempo più breve e le loro espressioni sono più naturali.
Questi miglioramenti permettono di realizzare anche serie di scatti di soggetti in movimento, anticipando il cinema. Risale al 1885 l’invenzione della prima pellicola cinematografica. Nel 1888 Louis Aimé Augustin Le Prince realizza il primo film, Roundhay Garden Scene, un cortometraggio di 3 secondi. Pochi anni dopo, il 28 dicembre 1895, i fratelli parigini Louis e Auguste Lumière mostrano per la prima volta un apparecchio da loro brevettato, il cinématographe, che proietta su uno schermo bianco una sequenza di immagini distinte, impresse su una pellicola stampata con un processo fotografico, in modo da creare l’effetto del movimento.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni