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Arte sumera

Lo Stendardo di Ur

LA STORIA

Questo prezioso oggetto, rinvenuto in Mesopotamia, deve il suo nome in parte alla forma allungata che lo rende somigliante a una bandiera, in parte al luogo in cui è stato ritrovato, il cimitero reale nell'antica città-stato di Ur. Al momento del suo rinvenimento, negli anni Venti del Novecento, si pensò che in origine venisse portato in processione su di un palo, ma tale ipotesi non è mai stata confermata. È invece possibile che costituisse la cassa di risonanza di uno strumento musicale, ma ancora oggi non sono chiari né l’aspetto originario dello stendardo né la sua funzione.

IL SOGGETTO

Al contrario di quanto il suo nome potrebbe far supporre, lo stendardo non è di stoffa, ma è realizzato in legno ed è tridimensionale: una sorta di cassetta composta da due facce laterali a forma di trapezio e due facce frontali rettangolari: su queste ultime sono rappresentate da una parte scene di guerra, dall’altra scene di pace; sulle facce laterali, soggetti mitologici che evocano temi di pace. La decorazione, circondata da una cornice a motivi geometrici che si ripete anche all’interno, è stata realizzata con materiali di vario tipo: le figure di uomini, scudi, animali sono costituite da conchiglie provenienti dall’Oceano Indiano, mentre lo sfondo è formato da piccole tessere di lapislazzuli, pietre preziose dal colore blu intenso.

L’opera racconta

Ogni lato dello stendardo è suddiviso in tre fasce ben riconoscibili; per capire bene il significato dell’opera è necessario iniziare a osservare le fasce inferiori.

1

Sul lato che raffigura scene di guerra, nella fascia più bassa si vedono quattro carri guidati ciascuno da due soldati e trainati da asini selvatici, che al loro passaggio travolgono senza pietà i nemici, rappresentati distesi sotto il ventre delle bestie in corsa. Per la prima volta nella storia dell’arte si rappresenta la ruota.

2

Nella fascia di mezzo gli uomini dell’esercito precedono e conducono i prigionieri al cospetto del re. I soldati (nella parte sinistra) si riconoscono perché indossano un mantello, un elmo e portano un’arma in braccio; al contrario, i prigionieri (sulla destra) sono quasi nudi o vestiti di stracci.

3

Nella fascia superiore, al centro, è rappresentato il re, di dimensioni maggiori rispetto al resto dei personaggi, in modo che sia immediatamente evidente che si tratta della persona più importante. Al suo cospetto, sulla destra, si trova una fila di prigionieri; alle sue spalle, invece, si riconoscono alcune guardie armate e, all’estrema sinistra, un cocchio che con buona probabilità è quello del sovrano.

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4

Sul lato che raffigura scene di pace, nella fascia inferiore sono rappresentati alcuni servi che trasportano il bottino di guerra, mentre in quella mediana altri servi che conducono degli animali, destinati al banchetto o al sacrificio rituale.
Nella fascia superiore, a sinistra, si riconosce il re, anche in questo caso rappresentato in dimensioni maggiori rispetto alle altre figure, che indossa il caratteristico gonnellino formato da ciocche di lana. Il sovrano, verso cui tutti sono rivolti, tiene in mano un bicchiere, come se stesse brindando con i suoi ospiti. All’estrema destra una cantante, accompagnata da un suonatore che sorregge una sorta di cetra, allieta il banchetto.

 

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni