L’illusionismo prospettico

IL SEICENTO

L’illusionismo prospettico

Una delle più importanti realizzazioni del Barocco romano è la creazione di grandi soffitti dipinti, in chiese e palazzi. Questa arte si chiama illusionismo perché compito dei pittori è dare l’impressione che al posto dei soffitti ci siano cieli aperti popolati da numerose figure.

Giovanni Lanfranco e le visioni “di sotto in su”

Uno dei primi artisti a lavorare a Roma in questo senso è l’emiliano Giovanni Lanfranco (Parma 1582-Roma 1647), che dimostra un’abilità prodigiosa nel creare effetti prospettici di “sott’in su”, come si diceva all’epoca, ossia visti dal basso. Nella cupola dell’Assunzione della Vergine in Sant’Andrea della Valle a Roma (1), Lanfranco realizza una spettacolare visione d’insieme: i personaggi sono dipinti in maniera tale che quasi non è possibile distinguere con chiarezza una figura dall’altra e, rappresentati con complicati panneggi, sono disposti in cerchi concentrici che salgono come spirali verso la lanterna centrale. Simbolicamente, proprio dal centro della cupola, Cristo discende in volo precipitoso per accogliere la madre in Paradiso.

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La grandiosità di Pietro da Cortona

Pietro da Cortona (Cortona, Arezzo 1596-Roma 1669), pittore e architetto così chiamato dal luogo di nascita, dà un saggio esemplare di illusionismo con il Trionfo della Divina Provvidenza (2), affresco che decora la volta del Salone Grande di Palazzo Barberini (1633-1639), residenza privata di papa Urbano VIII. La Provvidenza è l’azione di Dio sul mondo: in questo caso Urbano VIII vuol far capire a chi visita il suo palazzo che è stato Dio a volere che diventasse papa.
L’affresco, grandissimo, deve suscitare meraviglia e stupore. Le figure rappresentate sono così tante che è quasi impossibile contarle: se si osservano con attenzione, però, si nota che sono tutti personaggi da fiaba, belli, giovani, sorridenti e felici. Tutta la scena è organizzata intorno a una grande cornice dipinta; l’architettura però sembra scomparire perché le figure si muovono sopra di essa.
La Divina Provvidenza, al centro, è raffigurata come una donna: siamo quasi costretti a guardare verso di lei perché si trova al centro, immersa nella luce, e tutti gli altri personaggi le volano intorno. Tra le figure, si muovono gigantesche api: Pietro da Cortona vuole celebrare il committente rappresentando le api che si trovavano nello stemma della famiglia.
Scendendo sulle pareti, si vedono grandi scene che raffigurano storie della mitologia classica: è come se il papa volesse dirci che l’antichità greca, prima del Cristianesimo, riceve valore e importanza grazie all’arrivo della Provvidenza nel mondo.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni