IL CINQUECENTO

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Tiziano

Amor Sacro e Amor Profano

LA STORIA

L’opera viene commissionata al giovane Tiziano nel 1514 da un politico veneziano, Niccolò Aurelio, per celebrare le sue nozze con Laura Bagarotto. Tra le due famiglie non corre buon sangue, in quanto il padre della sposa era stato condannato a morte dal Consiglio dei Dieci quando Niccolò vi svolgeva la funzione di segretario. Alcuni studiosi sostengono che il dipinto rappresenti quindi anche segno dell’avvenuta riconciliazione, oltre che un simbolo del prestigio della casata del politico.

IL SOGGETTO

Il dipinto presenta una simbologia complessa che offre molte chiavi di lettura. L’interpretazione sulla quale molti studiosi concordano è che si tratti dell’allegoria dell’amore, sia nella sua dimensione divina sia in quella terrena.

L’opera racconta

La scena è ambientata in uno spazio aperto dove in primissimo piano, sedute su una vasca di marmo che ricorda un antico sarcofago, vi sono due donne.

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La donna a sinistra volge lo sguardo all’osservatore ed è riccamente vestita con un abito bianco che ricorda l’abito nuziale, simbolo di purezza. I lunghi capelli sono fermati sul capo da una coroncina di mirto, pianta sacra a Venere e simbolo dell’amore coniugale. L’allusione al matrimonio e gli abiti sfarzosi portano a interpretare questa figura come la personificazione dell’Amore terreno, Profano.

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La donna a destra, nuda, simbolo dell’ideale classico di bellezza, volge lo sguardo verso quella vestita, che le somiglia in modo straordinario: sembrerebbe rappresentare l’Amore celeste, Sacro, che non si serve di abiti o gioielli per manifestare la propria grandezza; questo concetto è sottolineato dalla fiaccola ardente, simbolo dell’amore spirituale.

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La vasca marmorea, decorata da bassorilievi, presenta lo stemma della famiglia degli Aurelio, collocato sotto il bacile nel quale si trova invece il simbolo dei Bagarotto. Tra le due donne, Cupido è intento, come per gioco, a muovere l’acqua.

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Dietro le figure, il folto delle piante copre solo in parte il paesaggio sconfinato con un borgo, il declivio delle colline – sulle quali si sta svolgendo una battuta di caccia –, e un lago con un villaggio lungo le sue rive. Il cielo, solcato da soffici nuvole bianche, ha i tipici colori dell’alba, a rappresentare simbolicamente l’inizio della vita coniugale.
Come è possibile vedere in alcuni punti del cielo, sono le sfumature del colore a rendere la profondità dello spazio; gli abiti dai colori brillanti e cangianti, tipici della tradizione veneta, creano contrasto con l’incarnato delle giovani donne e soprattutto con i verdi dell’ambiente circostante.

 

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni