Lontano dalla tradizione, vicino alla vita
Della vita di Cimabue (1240-1302) sappiamo pochissimo: la data di nascita si ricava da un documento del 1272 in cui è nominato come uomo già maturo e cittadino fiorentino. Secondo una leggenda, fu il maestro di Giotto e scoprì il suo talento.
È il primo pittore italiano ad allontanarsi dalla tradizione bizantina. Lo si nota soprattutto nella sua capacità di raffigurare i volumi e caratterizzare i sentimenti dei personaggi: le sue figure diventano persone vere, capaci di esprimere tutti i tipi di emozione, dalla sofferenza del Cristo in Croce alla serenità maestosa delle Madonne con il Bambino.
Il Crocifisso (1) qui a fianco è un esempio particolarmente significativo per comprendere il passaggio dall’arte di derivazione bizantina alla nuova pittura italiana: anche se le braccia e gli addominali di Cristo sono raffigurati ancora in modo convenzionale, come in un’opera bizantina, si nota una maggior attenzione alla rappresentazione del corpo, anche nei suoi dettagli più grotteschi, come il torace dilatato dallo sforzo.
Cimabue introduce anche un accenno di volume, tracciando con la punta del pennello righe scure molto sottili, parallele e concentriche, più dense nelle zone scure e più rade nelle zone chiare del corpo.