Le chiese romaniche

IL ROMANICO

Le chiese romaniche

Non esiste una tipologia unica di “chiesa romanica”, ma esistono, a seconda dei luoghi, tanti edifici diversi per forme e materiali utilizzati. Si possono però individuare alcune caratteristiche comuni che tornano nelle regioni in cui si diffonde il Romanico, dalla Francia all’Italia, dalla Germania alla Spagna. Tra queste regioni, anche molto lontane tra loro, esistono scambi e influenze reciproche – grazie soprattutto alle vie dei commerci e dei pellegrinaggi – e lo stile delle chiese romaniche finisce per diventare uno dei primi stili davvero “europei”.
Le chiese romaniche hanno muri spessi e robusti, di solito in pietra o mattoni rivestiti di marmo. Le facciate possono essere a capanna, cioè seguire i due spioventi del tetto, oppure a capanna composita (o a salienti) con la zona corrispondente alla navata centrale più alta, o ancora avere due torri laterali. Spesso le loro superfici sono rivestite di marmi intarsiati o di fitti rilievi che raccontano per immagini storie religiose, popolate da figure fantastiche e ricchi elementi decorativi.
Entrando in una chiesa romanica, si ha la sensazione di essere contenuti in uno spazio a misura d’uomo: il fedele può abbracciare con lo sguardo l’intera chiesa e concentrarsi nella preghiera. Caratteristica fondamentale è la successione degli archi a tutto sesto, che crea un ritmo regolare e dà all’edificio un aspetto solido e proporzionato (1).
La luce è soffusa e filtra solo dalle finestre dei piani alti, dall’apertura di una cupola e talvolta da un rosone, ossia una finestra circolare o a forma di fiore.


1 Disegno ricostruttivo di una chiesa romanica.

Il filo dell’arte - volume B
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Dalla Preistoria ai nostri giorni