Il Romanico, un nuovo linguaggio
artistico
Nasce un nuovo linguaggio artistico, chiamato Romanico, che si sviluppa dalla fine del X secolo e si protrae per tutto il XII secolo.
Il termine “romanico” viene adottato a partire dall’Ottocento, periodo in cui fioriscono gli studi sulle lingue romanze (di derivazione latina); con esso, quindi, si intendeva accennare sia al legame con queste lingue neolatine, sia ai molti elementi artistici derivati dal mondo romano. Il nuovo stile fiorisce contemporaneamente in Italia e in Europa assumendo caratteristiche differenti da regione a regione e, a volte, da città a città. Gli artisti del Romanico rivelano infatti una straordinaria, variegata fantasia, anche se il filo conduttore rimane per tutti lo stesso: la grande espressività e la capacità di comunicare
sensazioni e messaggi in maniera immediata.
Così le sculture che decorano sia l’interno sia l’esterno delle chiese non mirano tanto a raffigurare la bellezza o la realtà, quanto a diffondere il contenuto delle Sacre Scritture.
Si tratta soprattutto di rilievi, caratterizzati dalla rappresentazione frontale, che si osservano e si interpretano proprio come se fossero
libri di pietra, seguendo generalmente un ordine di lettura, da sinistra a destra. Il linguaggio utilizzato è molto semplice, le figure umane non rispettano le proporzioni reali, le emozioni e i sentimenti espressi si deducono soprattutto dalla gestualità. Compaiono inoltre decorazioni geometriche e floreali, ma anche creature mostruose e terrificanti, che servono come monito per i fedeli affinché vivano nel pieno rispetto della morale cristiana.