GEO OGGI - I diritti umani violati

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I diritti umani violati

Negli ultimi secoli sono stati fatti grandi progressi per garantire a tutti – tramite le leggi e l’intervento degli Stati e della comunità internazionale – la sicurezza e la possibilità di vivere in pace e di realizzare le proprie aspirazioni. Eppure, in molte parti del mondo, prevale ancora oggi la “legge del più forte” e le persone subiscono violenze, discriminazioni e privazioni delle proprie libertà fondamentali. Particolarmente colpite da tali abusi sono le categorie sociali percepite come più deboli: le donne, i bambini, le minoranze etniche o religiose. In altre parole, i diritti umani di queste persone sono quotidianamente violati.
Ma che cosa sono i diritti umani? I diritti umani sono i diritti e le libertà fondamentali e inalienabili (che non possono cioè essere revocati o sospesi) che ogni persona possiede in quanto essere umano, e quindi indipendentemente dal suo essere cittadino di un particolare Stato o da altre caratteristiche come il suo essere uomo o donna, la sua appartenenza etnica, la religione, le opinioni politiche, l’orientamento sessuale ecc.
Il concetto di diritti umani si è evoluto nel tempo ed è molto cambiato a seconda della cultura e dei valori morali prevalenti nei differenti periodi storici. Pensiamo per esempio alla schiavitù: nei secoli passati era una pratica comunemente accettata in diverse parti del mondo, mentre oggi è ufficialmente condannata da tutti i Paesi.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Un passo importante per il riconoscimento dei diritti umani da parte di tutti gli Stati del mondo è stato compiuto nel 1948, quando l’ONU ha promulgato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questa consiste di 30 articoli che stabiliscono i diritti fondamentali di ogni essere umano (nella foto, il manifesto della Dichiarazione nella sua versione originale del 1948).
Sono elencate due categorie di diritti: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali. Nella prima rientrano il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza, il diritto a non essere sottoposti a schiavitù e tortura, il diritto a ricevere un trattamento equo di fronte alla legge e a subire un giusto processo, il diritto a esprimere liberamente pensieri e opinioni, il diritto a praticare la propria religione. La seconda categoria comprende il diritto al lavoro e alla sua giusta retribuzione, il diritto a un tenore di vita che consenta di garantire la salute e il benessere proprio e della propria famiglia, il diritto all’istruzione.

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La condizione delle donne

In molte culture e Paesi del mondo le donne sono ancora considerate inferiori all’uomo e subiscono violazioni dei propri diritti e discriminazioni di genere, cioè basate esclusivamente sul loro sesso. In alcuni casi queste discriminazioni sono ufficialmente sancite dalle leggi degli Stati in cui vivono (nella foto, donne iraniane in un mercato). Per esempio, nei Paesi dove vige la legge tradizionale islamica (sharia), come l’Iran e l’Arabia Saudita, le pene per alcuni reati sono diverse a seconda che a commetterli sia stato un uomo o una donna. Sempre in Arabia Saudita, le donne sono costrette per legge in uno stato di minorità, come se rimanessero per sempre bambine, e sono soggette alla potestà dei parenti maschi, prima il padre e i fratelli, poi il marito: non possono frequentare da sole locali pubblici, guidare l’automobile o amministrare liberamente il proprio patrimonio.
Anche nei Paesi dove la parità di genere dovrebbe essere garantita per legge, le donne sono spesso costrette a subire, in misura maggiore rispetto agli uomini, violenze, molestie sessuali e discriminazioni. Si stima che in diversi Paesi africani, come l’Etiopia, il 50% delle donne abbia subito almeno un episodio di violenza sessuale. Neppure negli Stati più avanzati le donne sono immuni da discriminazioni, spesso meno evidenti ma non per questo meno ingiuste. In Europa e negli Stati Uniti, per esempio, si calcola che le donne lavoratrici guadagnino mediamente dal 15% al 30% in meno dei loro colleghi uomini a parità di lavoro. Inoltre, le donne sono quasi ovunque in minoranza rispetto agli uomini nelle “posizioni di potere”, cioè le occupazioni o le cariche di più alto livello e maggiore responsabilità: in molti Paesi, dirigenti d’azienda, parlamentari e ministri sono ancora in netta maggioranza di sesso maschile.

I diritti violati dei bambini

I bambini sono gli esseri umani più deboli e più bisognosi di cura e protezione, eppure spesso sono proprio loro a subire le peggiori violenze, nonostante siano espressamente protetti dalla Convenzione sui Diritti del Bambino, promossa dall’ONU nel 1989. Una delle forme più diffuse di violazione dei loro diritti è il lavoro minorile: a livello mondiale, circa 215 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni lavorano, talvolta in condizioni disumane che equivalgono in tutto, tranne che nel nome, alla schiavitù (nella foto, un ragazzino al lavoro in una fabbrica tessile indiana).
In molti Paesi si verifica anche un vergognoso traffico di minori: centinaia di migliaia di bambini vengono rapiti, presi dalla strada o da orfanotrofi, o addirittura comprati, per essere impiegati come lavoratori domestici o nelle fabbriche, o per essere inseriti nel circuito della prostituzione minorile.

I bambini soldato

I bambini soldato vengono reclutati con la forza da bande armate che spadroneggiano nei villaggi: le bambine devono servire i soldati come “aiutanti di campo”, e sono spesso costrette a “sposare” uno dei loro assalitori; i maschi, dopo essere stati sottoposti a indottrinamento e addestramento forzato, frequentemente facilitato dall’uso di droghe, sono mandati a combattere nelle guerre che insanguinano diversi Paesi dell’Africa e dell’Asia.
Anche se i trattati internazionali proibiscono l’impiego dei minori di 15 anni come combattenti e lo considerano un crimine di guerra, oltre 250.000 bambini sono costretti a imbracciare le armi in circa 20 Stati del mondo. Alcune organizzazioni internazionali, tra cui l’UNICEF e Save the Children, si battono da anni contro lo sfruttamento dei bambini come combattenti e promuovono campagne per aiutare a reinserirsi nella società quanti sono riusciti a fuggire dai loro rapitori (nella foto, un bambino sottratto alle bande armate e un manifesto della campagna promossa dall’UNICEF).

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Il diritto all’istruzione

Un altro diritto fondamentale sistematicamente negato in molti Paesi è il diritto allo studio e all’istruzione: nel mondo, oltre 130 milioni di bambini in età scolare non vanno a scuola, e quindi, quando cresceranno, avranno poche possibilità di migliorare la propria posizione economica e sociale. Anche in questo caso sono penalizzate soprattutto le femmine: dove i diritti delle donne non sono riconosciuti, le bambine hanno meno speranze di frequentare la scuola rispetto ai loro coetanei maschi. L’ONU e altre organizzazioni umanitarie internazionali considerano il diritto allo studio e la diffusione dell’istruzione elementi cruciali per lo sviluppo umano di intere comunità e Paesi, perciò hanno posto questi temi al centro delle loro campagne nei Paesi più poveri, attraverso la costruzione di nuove scuole e la formazione di insegnanti (nella foto, una classe di studenti indiani).

Le minoranze perseguitate

In alcune parti del mondo appartenere a una minoranza etnica o religiosa espone al rischio di subire violenze e discriminazioni, spesso da parte degli stessi Governi degli Stati in cui queste comunità risiedono. Abbiamo già parlato dei curdi, che vivono divisi tra Turchia, Siria, Iraq e Iran, e che sono vittime di discriminazioni in diversi Paesi (vedi pagina 46). In Cina, invece, vige una politica che discrimina tutte le popolazioni di etnia diversa da quella dei cinesi han. Sono colpiti in particolar modo i tibetani (nella foto, protesta di monaci buddisti) e gli uiguri, una minoranza di origine musulmana che vive nell’Ovest del Paese. I membri di questi due popoli sono sistematicamente esclusi dalle cariche pubbliche e dalle posizioni di rilievo in ambito economico, ed è proibito l’insegnamento della loro lingua nelle scuole.

(1) Il diritto di portare armi è al centro di un animato dibattito negli Stati Uniti a causa delle stragi compiute con “armi facili”.
IL PROBLEMA DELLE ARMI pagina 287.

(1) La guerra al terrorismo ha indotto il Governo degli Stati Uniti a potenziare le proprie capacità di sorveglianza e spionaggio, con gravi conseguenze per i diritti umani e la privacy di milioni di persone.
GUERRA AL TERRORISMO E SOCIETÀ DELLA SORVEGLIANZA pagina 294.

(2) Il Governo cinese ostacola la libertà di informazione e reprime il dissenso anche attraverso il rigido controllo di Internet.
LA GRANDE MURAGLIA DELLA CENSURA DIGITALE pagina 201.

(3) In Pakistan e India si combatte una dura battaglia per riconoscere ai bambini, e soprattutto alle ragazze, il diritto allo studio.
MALALA PER L’EDUCAZIONE DELLE RAGAZZE pagina 156.

(4) Il Governo australiano è nel mirino degli attivisti e delle organizzazioni internazionali per le violazioni dei diritti umani subite dagli immigrati che tentano di entrare nel Paese e chiedere asilo politico.
LA STRETTA SULL’IMMIGRAZIONE pagina 361.

(5) Il Governo dell’Arabia Saudita è da più parti accusato di violazioni dei diritti umani, tra cui la libertà di culto e di pensiero.
IL NODO DEI DIRITTI UMANI pagina 125.

(6) Nonostante la fine dell’apartheid, nelle città del Sudafrica le differenze razziali e socio-economiche pesano ancora sulla vita della popolazione.
JOHANNESBURG: DALLE TOWNSHIPS ALLE GATED COMMUNITIES pagina 262.

(7) In Brasile le discriminazioni contro le persone di colore inducono buona parte dei pardos (meticci) a dichiararsi bianchi.
LA POLITICA DELLO “SBIANCAMENTO” pagina 322.

L’espansione economica dei Paesi emergenti spesso è avvenuta a scapito dei diritti dei lavoratori.
LO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI INDUSTRIALI pagina 71.

Geoblog - volume 3
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