Le nuove vie delle migrazioni

LA POPOLAZIONE DELLA TERRA

Le nuove vie delle migrazioni

Nel corso della storia ci sono sempre state persone o intere comunità che, in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita, hanno lasciato il proprio Paese per tentare la fortuna altrove. Negli ultimi decenni, lo sviluppo dei mezzi di trasporto e di comunicazione ha contribuito all’aumento del numero dei migranti in tutto il mondo, permettendo grandi movimenti di persone da un continente all’altro.
Con i migranti si spostano anche le lingue, le tradizioni e le idee. Una situazione che ha portato a una coesistenza tra culture diverse – e talvolta a un confronto e a uno scontro – senza precedenti: in molti Paesi del mondo si sono formate vere e proprie società multiculturali.
Attualmente si stima che siano poco meno di 250 milioni gli immigrati internazionali, cioè le persone che risiedono in un Paese diverso da quello in cui sono nate. Possono sembrare molti, ma in realtà corrispondono a poco più del 3% della popolazione mondiale: la stragrande maggioranza degli abitanti del mondo nasce, vive e muore nello stesso Paese.

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I principali movimenti migratori

Spesso i migranti lasciano il proprio Paese per sfuggire a guerre e carestie o per ragioni economiche, per trovare lavoro e ottenere migliori condizioni di vita per sé e per le proprie famiglie. È quindi naturale che i principali movimenti migratori si verifichino dai Paesi più poveri verso quelli più sviluppati e in via di sviluppo: dall’Africa, dall’Asia e dall’America Meridionale e Centrale verso l’Europa, l’America Settentrionale e l’Australia. Ci sono però molte eccezioni: il Sudafrica è per esempio una storica meta di immigrazione, soprattutto dai Paesi del Subcontinente Indiano, così come i Paesi del Golfo Persico in Medio Oriente, dove giungono molti immigrati provenienti da altri Stati asiatici o africani a maggioranza musulmana.
Soprattutto in seguito alla grave crisi economica mondiale iniziata nel 2008, anche i giovani dei Paesi europei emigrano in cerca di lavoro verso altri continenti, raggiungendo principalmente Stati Uniti, Cina e Brasile, sebbene il loro numero sia ancora molto inferiore a quello dei loro coetanei che arrivano in Europa.

Tra accoglienza e intolleranza

L’arrivo e la presenza di molti immigrati in un Paese o in una regione provocano spesso accesi dibattiti e tensioni. Da un lato gli stranieri forniscono un contributo fondamentale all’economia dei Paesi che li ospitano, per esempio svolgendo i lavori più “umili”, ma comunque necessari, che i residenti tendono a evitare. Gli immigrati inoltre sono spesso giovani e la loro presenza va quindi a mitigare il calo delle nascite di molti Paesi sviluppati, come l’Italia.
Dall’altro lato, la presenza degli immigrati può causare reazioni negative, poiché una parte della popolazione teme che il loro arrivo possa mettere in pericolo l’identità e le tradizioni culturali locali, oltre a sottrarre il lavoro alla gente del posto. In alcuni casi queste tensioni possono sfociare in episodi di intolleranza, razzismo e xenofobia (la “paura dello straniero”). Un altro problema politico e sociale è costituito dagli immigrati clandestini, cioè coloro che entrano in un Paese irregolarmente e vivono senza un permesso di soggiorno.

GUIDA ALLO STUDIO

FISSO I CONCETTI 

1 Quanti sono nel mondo gli immigrati internazionali? A quale percentuale della popolazione corrispondono?

2 Quali sono le motivazioni che spingono i migranti a lasciare il loro Paese?

3 Chi sono gli immigrati clandestini?

MEMORIZZO LE PAROLE CHIAVE

 Migranti  Società multiculturale  Xenofobia  Immigrati clandestini

Geoblog - volume 3
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