GEO OGGI - Johannesburg: dalle townships alle gated communities

AFRICA – AFRICA MERIDIONALE

Nel 1994 si sono svolte le prime libere elezioni multietniche ed è stato nominato Presidente Nelson Mandela, leader dell’African National Congress, il partito dell’opposizione nera. Dal 1997 la Costituzione si fa garante della pacifica convivenza tra le etnie, nel rispetto di ogni minoranza; il territorio dello Stato è oggi suddiviso in 9 Province che godono di larga autonomia. Il Sudafrica fa parte del Commonwealth.

Bantu, afrikaner e coloured

L’80% della popolazione è costituito da bantu (zulu, ndebele, xhosa ecc.). Il 9% è afrikaner, discendente dei coloni olandesi e britannici. Il 9% è coloured, frutto dell’incrocio tra afrikaner e neri. Il 2% è composto da asiatici (indiani, pakistani e malesi) giunti nell’area al seguito dei britannici nell’Ottocento.

Lingue e religioni

L’afrikaans e l’inglese sono le lingue di origine europea più parlate, ma dal 1994 sono diventate ufficiali anche nove lingue bantu.
Le religioni più praticate sono il Protestantesimo, il Cattolicesimo e l’Anglicanesimo. I culti tradizionali hanno in Sudafrica una diffusione inferiore rispetto al resto del continente. La minoranza asiatica segue l’Islam o l’Induismo.

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Johannesburg: dalle townships alle gated communities

A decenni dalla fine dell’apartheid, il divario socio-economico tra bianchi e neri è ancora evidente nell’impianto urbanistico delle grandi città sudafricane. Un esempio emblematico è quello di Johannesburg (nella foto in basso): la città è circondata dalle townships, immensi sobborghi popolari all’epoca abitati esclusivamente dai neri, ai quali era proibito risiedere nel centro cittadino. Molte aree sono baraccopoli, con strade non asfaltate e abitazioni precarie senza servizi di base. Dopo l’abolizione della segregazione razziale, le condizioni di vita nelle townships sono migliorate, e alcune stanno vivendo una rinascita economica e culturale. È il caso della più famosa, Soweto (acronimo di South Western Townships), dove abitano 1.200.000 persone, in larga maggioranza di colore. Soweto (nella foto in alto) fu uno dei focolai della lotta alla discriminazione razziale; Nelson Mandela vi risiedette dal 1946 al 1962, in una casa che è ora un museo.
Completamente differenti dalle townships sono invece gli esclusivi quartieri abitati soprattutto dai bianchi, con viali alberati, parchi e campi da golf, lussuose ville e residence con piscina.
Alcuni di questi quartieri sono vere gated communities (“comunità chiuse da cancelli”), aree circondate da alti muri di cinta e sorvegliate da guardie armate, dove l’accesso è permesso solo ai residenti. La più nota è Sandhurst, dove vivono solo 2500 persone. Le barriere servono sia come misura di sicurezza, sia per isolare il quartiere in modo che sia frequentato solo da persone di elevata posizione sociale (e quindi tendenzialmente non di colore) così da mantenere alto il valore delle case.

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L’ECONOMIA

Il Sudafrica è uno degli Stati più sviluppati del continente africano, e solo recentemente è stato superato dalla Nigeria quanto a PIL assoluto.
Il controllo dell’economia sudafricana è ancora saldamente in mano alla minoranza bianca, che gestisce, insieme alle multinazionali straniere, gran parte delle imprese agricole, dell’industria manifatturiera ed estrattiva e del commercio. Tuttavia, grazie anche al finanziamento di programmi da parte dello Stato, sta nascendo negli ultimi anni una classe imprenditoriale nera. La distribuzione del reddito è tuttora molto sbilanciata a favore dei bianchi e la maggioranza nera vive spesso in condizioni di povertà.
Un altro grave problema è rappresentato dalla disoccupazione, che colpisce circa un quarto della popolazione.
L’organizzazione dei Campionati mondiali di calcio del 2010 è stata un’importante occasione per la crescita dell’economia, poiché ha messo il Paese sotto i riflettori della scena internazionale, dando nuovo impulso ai servizi e al turismo.
Negli ultimi anni, infine, si sono intensificati gli scambi commerciali con la Cina.

Agricoltura moderna

In Sudafrica poco più di un decimo del territorio è adatto alle coltivazioni. Grazie a moderne tecniche e allo sfruttamento delle acque dell’Orange e del Limpopo, tuttavia, l’agricoltura è florida e sono numerose le grandi aziende che coltivano cereali, tè, caffè, canna da zucchero, tabacco, cotone, girasoli.
Varia e differenziata è la produzione di frutta: banane, ananas, mango, mele, pere, agrumi ecc. La zona del Capo è rinomata per i suoi vini, esportati in tutto il mondo.
Nei villaggi si pratica invece un’agricoltura di sussistenza, con metodi molto arretrati.
L’allevamento e la pesca sono molto sviluppati. Città del Capo è la base principale per la pesca nell’Oceano Atlantico.

Ricchezze minerarie e industrie sviluppate

Il territorio sudafricano è ricchissimo di risorse minerarie. Principale esportatore al mondo di diamanti, oro e platino, produce ogni anno notevoli quantità di carbone, gas naturale, petrolio, ferro, manganese e vanadio, che alimentano un ricco commercio.
Dispone anche di un importante apparato industriale, che ha i suoi punti di forza nei comparti energetico, siderurgico, metallurgico, meccanico, chimico e tessile. I principali centri industriali sono Johannesburg, Città del Capo, Durban e Port Elizabeth.

Commercio e turismo

Il settore terziario è molto sviluppato, grazie soprattutto alle attività legate alla commercializzazione dei minerali grezzi e lavorati, dei manufatti industriali e dei prodotti dell’agricoltura. Il Sudafrica esporta in tutto il mondo, a iniziare dai Paesi della regione. La Borsa di Johannesburg è la più importante dell’Africa.
Nel terziario si va rafforzando il ruolo del turismo; le principali mete turistiche sudafricane sono Città del Capo, Durban, Porth Elizabeth e i grandi parchi nazionali (Kalahari-Gemsbok, Kruger, Drakensberg).

Geoblog - volume 3
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