AFRICA – AFRICA MERIDIONALE

GEOPATRIMONIO

THE CRADLE OF MANKIND, la culla dell’umanità

Gli studiosi ritengono che la specie umana sia originaria dell’Africa. Oltre 5 milioni di anni fa nel continente si sono evolute alcune specie di primati caratterizzate dalla postura eretta e dalla capacità di manipolare utensili. Si tratta degli ominidi, chiamati così per le loro somiglianze con l’uomo, del quale si pensa siano stati gli antenati. Ma in Africa è nato anche, tra 500.000 e 300.000 anni fa, l’Homo sapiens, che nei millenni successivi si stabilì negli altri continenti.
Per questo motivo l’Africa intera è spesso chiamata “la culla dell’umanità”, ma in Sudafrica esiste una località specifica che è stata battezzata The Cradle of Mankind per la straordinaria ricchezza e importanza dei ritrovamenti che, a partire dalla prima metà del XX secolo, hanno permesso di far luce sull’origine della nostra specie. È un’area di oltre 450 km2, 50 km a nord-ovest di Johannesburg, dove sono stati scoperti vasti complessi di caverne. Gli studiosi pensano che gli antenati dell’uomo vivessero in tutta l’Africa Centro-Occidentale e Meridionale, ma i loro resti sono stati ritrovati solo dove la geologia e le caratteristiche del terreno ne hanno permesso la conservazione.
Negli antri sotterranei della Culla dell’Umanità sono stati rinvenuti, nel corso di oltre settant’anni di scavi, moltissimi resti fossili di ominidi. Una delle prime e più famose scoperte fu quella fatta dal paleontologo Robert Broom, che nel 1947 trovò nelle grotte di Sterkfontein il teschio fossile quasi intatto di un ominide appartenente al genere Australopithecus (nome che significa “scimmia dell’emisfero meridionale”). Gli scienziati pensano che Mrs. Ples, come fu soprannominato l’ominide, fosse un adolescente vissuto circa 2 milioni di anni fa. Aveva la testa delle stesse dimensioni di un moderno scimpanzé, e probabilmente era coperto di peli, ma camminava in posizione eretta.
Nel 2013 gli studiosi che stavano esplorando la Rising Star Cave (“Grotta della stella nascente”), parte di un vasto complesso di caverne appena scoperto, hanno trovato i resti fossili di ben 15 ominidi, il più ricco tesoro di questo genere mai venuto alla luce. Ma ancor più straordinario è che gli scienziati, dopo il lungo lavoro di esame e studio dei reperti, hanno confermato nel 2015 che i resti appartengono a una specie finora sconosciuta, con caratteristiche intermedie tra il genere Australopithecus, quello di Mrs. Ples, e il genere Homo, quello a cui appartiene l’uomo moderno. Il ritrovamento dell’Homo naledi, così è stato battezzato dai suoi scopritori, promette di ampliare ulteriormente le conoscenze sui nostri più lontani antenati.


Per saperne di più: http://whc.unesco.org/en/list/915

PERCHÉ VIENE TUTELATO

La Culla dell’Umanità e altri due siti analoghi del Sudafrica sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1999. L’intera area era già stata proclamata monumento nazionale dal Governo sudafricano, e ogni genere di esplorazione del sottosuolo o attività mineraria è proibita su tutto il suo territorio. La maggiore minaccia per l’integrità del sito era infatti costituita dalle attività delle compagnie che gestiscono miniere, soprattutto di oro e diamanti, e che avrebbero potuto danneggiare eventuali complessi di caverne ancora inesplorati.
Nel 2005 è stato costruito nella località di Maropeng un avveniristico centro visitatori la cui architettura ricorda quella di un tumulo preistorico, e che ospita esposizioni sulla storia dell’umanità e sui ritrovamenti avvenuti nei dintorni. Si possono visitare alcune caverne, come le grotte di Sterkfontein, dove il percorso di visita scende a 60 m di profondità.

Geoblog - volume 3
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