AFRICA – AFRICA SETTENTRIONALE

GEOPATRIMONIO

Il TEMPIO DI FILE dedicato a Iside

Un’isola verdeggiante si leva dalle acque di un maestoso e antico fiume. Su di essa, tra piante di palma e di papiro, s’innalzano le mura possenti di un tempio dedicato a una saggia dea-madre dell’antichità. Non si tratta della descrizione di una fiaba o di una leggenda, ma di un luogo che esiste davvero: il tempio della dea Iside sull’isola di Agilkia (nella foto) sul Nilo, non lontano dalla città egiziana di Assuan. Il tempio è detto comunemente “di File” perché in origine fu costruito sulla vicina isola di File, e poi trasportato qui.
Fondato nel IV secolo a.C., era un luogo di culto dedicato alla dea Iside, moglie di Osiride, il primo leggendario faraone, nonché dio dei morti e dell’oltretomba. Dell’isola e del suo tempio scrissero già autori greci e latini, che la descrissero come una meraviglia del mondo antico. Il complesso principale è costituito da una serie di cortili preceduti da possenti bastioni e circondati da alti colonnati, le cui colonne sono sormontate da capitelli a forma di foglie di palma e di papiro. Il tempio era decorato con obelischi e statue di dei e animali. Gran parte di queste opere d’arte è stata però depredata già nell’antichità o è stata portata nei musei europei nel XIX secolo. Uno dei due obelischi che ornavano l’ingresso principale, alti 7 metri e scolpiti con fitte iscrizioni geroglifiche, fu portato in Inghilterra intorno al 1820 e ora si trova nel giardino di un castello nobiliare. L’esame delle sue iscrizioni, insieme a quello della famosa stele di Rosetta, fu determinante per decifrare la scrittura geroglifica. L’interno del tempio è decorato con bassorilievi che rappresentano episodi del mito di Osiride: il faraone fu ucciso dal malvagio fratello Set, che tagliò il suo corpo in quattordici pezzi e li disperse per tutto l’Egitto, ma la devota moglie Iside, esperta di arti magiche, riuscì a ritrovare ogni parte e a risuscitarlo.
Il tempio di File è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1979.


Per saperne di più: http://whc.unesco.org/en/list/88

PERCHÉ VIENE TUTELATO

Le rovine del tempio di File sono visitate ogni giorno da centinaia di turisti, che lo raggiungono partendo dalle sponde del Nilo a bordo di coloratissime barche a motore. Pochi di loro però sanno che stanno mettendo piede non sull’isola di File, da cui il tempio prende nome, ma sulla vicina isola di Agilkia, dove l’intero edificio è stato trasportato tra il 1975 e il 1980. Questo “trucco”, che comportava un monumentale intervento ingegneristico, si era reso necessario perché la “vera” isola di File era destinata a essere sommersa dall’innalzamento del livello del Nilo causato dalla costruzione della diga di Assuan. Negli anni Sessanta l’UNESCO lanciò una campagna internazionale di raccolta fondi per salvare i siti archeologici che rischiavano di finire sommersi, il più celebre dei quali era il tempio di Abu Simbel, circa 300 km a sud di File.
Lo spostamento del tempio di Iside fu affidato a due aziende italiane, che nel 1975 fecero scoppiare potenti cariche di dinamite per modellare il profilo dell’isola di Agilkia e renderlo simile a quello di File, rispetto al quale tuttavia doveva risultare 12 m più alto, per far fronte all’innalzamento delle acque. Poi venne il momento di smontare gli edifici del tempio: l’intera struttura fu accuratamente fotografata, affinché fosse ricostruita con la massima fedeltà; i grandi blocchi di pietra furono segati e i pezzi ricavati vennero numerati e catalogati per poi essere spostati e ricollocati nella stessa posizione, come pezzi di un gigantesco puzzle.

Geoblog - volume 3
Geoblog - volume 3
Il mondo