Africa Settentrionale

AFRICA

AFRICA SETTENTRIONALE

IL TERRITORIO E IL CLIMA

In Africa Settentrionale si possono individuare quattro grandi elementi geografici: il gruppo montuoso dell’Atlante, la vasta distesa del Deserto del Sahara, le terre aride del Sahel e la valle del fiume Nilo, che con il suo delta sfocia nel Mar Mediterraneo.

Le montagne dell’Atlante

La regione nord-occidentale dell’Africa (tra Mediterraneo e Oceano Atlantico), oggi occupata da Marocco, Algeria e Tunisia, è detta Maghreb. In arabo al-Maghrib significa “luogo del tramonto”, cioè occidente.
Nel Maghreb si erge il sistema montuoso più importante dell’Africa del Nord. Lo storico greco Erodoto lo chiamò Atlante, come il gigante della mitologia condannato a reggere sulle sue spalle la volta celeste. L’Atlante si sviluppa per 2237 km da sud-ovest a nord-est e costituisce una barriera tra il mare e il Sahara. Prevalentemente arido, è solcato da fertili vallate ricche di pascoli e vegetazione.
È costituito da due serie di catene montuose, una interna e una costiera. La prima include la parte più elevata del sistema, l’Alto Atlante, in cui svetta il Monte Toubkal (4165 m). Anche l’Atlante marocchino, detto Rif, raggiunge i 2500 m; il fiume Moulouya lo divide dall’Atlante del Tell, dai rilievi più bassi.

Il mare di sabbia: il Sahara

Il Deserto del Sahara è il più grande del pianeta. Si estende per 1600 km da nord a sud e per 5000 km da est a ovest, occupando un’area di oltre 9 milioni di km2, con un’altitudine media tra i 400 e i 500 m.
Il grande altopiano è interrotto da alcuni gruppi montuosi, tra cui l’Hoggar con il Monte Tahat (2918 m), e da diverse depressioni, tra cui quella di Qattâra (133 m sotto il livello del mare).
Sino a 4000-5000 anni fa, la regione sahariana era ricoperta dalla vegetazione. La pioggia alimentava numerosi fiumi di carattere stagionale, detti uadi, di cui oggi restano solo tracce fossili che solcano la superficie del deserto. I cambiamenti climatici hanno causato la progressiva desertificazione dell’area (Geo Oggi pagina 219).
Il clima è estremo: caldissimo durante il giorno, quando la temperatura può superare i 50 °C, e gelido durante la notte. Il deserto però non è privo di acqua, che a tratti riaffiora, oppure viene intercettata in profondità e distribuita con ingegnose opere idrauliche, consentendo la creazione di insediamenti sparsi: le oasi.

La fascia del Sahel

Il Sahel, che in arabo significa “riva del deserto”, è la più vasta pianura africana, interrotta soltanto, nella parte centrale, dai monti dell’Aïr e da quelli del Tibesti. Il paesaggio è dominato dalla savana.
In questa regione, a partire dall’VIII secolo, si formarono alcuni potenti Stati, come il Regno del Ghana e gli imperi del Mali, del Songai e del Kanem-Bornu.

La valle del fiume Nilo

Il Nilo attraversa l’Africa per più di metà della sua latitudine e sfocia nel Mediterraneo con un vastissimo delta, compiendo un tragitto complessivo di 6671 km. La Valle del Nilo, grazie ai fertili terreni alluvionali, è una delle regioni più ricche di tutta l’Africa.
Il Nilo è storicamente considerato il fiume più lungo del mondo e uno dei maggiori per ampiezza di bacino.

 >> pagina 215 

GEOPATRIMONIO

Djenné: una meraviglia… di fango

Posta sulle rive del fiume Bani, affluente del Niger, la città di Djenné, nel Mali, è stata per secoli un punto nevralgico lungo le vie dei commerci transahariani, accogliendo come una fiabesca oasi le carovane cariche di merci preziose ed esotiche. Contrariamente a ogni città delle favole che si rispetti, però, gli splendidi edifici del centro storico di Djenné non sono fatti di marmo, oro o pietre preziose, ma di banco, cioè mattoni di fango e paglia sminuzzata. Oggi restano circa 2000 edifici tradizionali, che sono assai delicati e devono essere periodicamente ricostruiti a causa delle rare ma intense alluvioni. Capolavoro di questo particolare stile architettonico, per il quale Djenné è stata riconosciuta nel 1988 dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, è la Grande Moschea. Risalente al XIII secolo ma ricostruita nel 1907, è il più grande edificio in mattoni di fango del mondo.


Per saperne di più: http://whc.unesco.org/en/list/116

 NEL CORSO DEL TEMPO
3000 a.C. CIRCA

Ha inizio la prima dinastia dei faraoni. L’Egitto è la più antica grande civiltà del Mediterraneo.

FINE IX SEC. a.C.

I Fenici fondano Cartagine, che impone la sua egemonia sui traffici mediterranei.

332 a.C.

Alessandro Magno conquista l’Egitto. La nuova capitale, Alessandria, diventa il maggior centro culturale del mondo antico.

146 a.C.

Con la vittoria definitiva su Cartagine, Roma dà inizio alla conquista dell’Africa mediterranea.

639 d.C.

Si avvia l’espansione araba nella regione, dove si diffonde velocemente la religione islamica.

XIX-XX SEC.

Nell’Ottocento l’Africa Settentrionale cade sotto il dominio coloniale di Francia e Gran Bretagna. La stagione del colonialismo si conclude nel 1962 con l’indipendenza dell’Algeria.

2011

Sollevazioni popolari scuotono i Paesi arabi del Mediterraneo, provocando la caduta dei Governi tunisino, egiziano e libico.

2016

Dopo anni di guerra civile, in Libia si insedia un Governo riconosciuto dalla comunità internazionale.

 >> pagina 216 

LA POPOLAZIONE

Gli Stati dell’Africa Settentrionale hanno una densità di popolazione molto disomogenea: il valore medio è di 26 ab./km2, si passa però dalle bassissime densità di Libia e Mauritania (poco più di 3 ab./km2) fino a quelle ben più alte di Egitto (88 ab./km2) e Marocco (73 ab./km2), determinate dalla presenza di grandi città, in cui si concentra la maggior parte della popolazione nazionale.

Arabi e berberi al Nord, sudanesi e nilotici al Sud

La popolazione della regione si può dividere sommariamente in due ampie fasce. Nella fascia costiera mediterranea prevalgono gli arabi e i berberi (tra cui i tuareg). I berberi abitano soprattutto le regioni del Sahara e delle montagne dell’Atlante.
Nella fascia del Sahel la situazione è più variegata: in alcune aree prevale l’etnia sudanese, suddivisa a sua volta in numerosi sottogruppi (tra i quali i wolof, i fulani, i bambara, gli hausa ecc.). Nel Sudan, invece, all’etnia araba prevalente a nord si affianca, nella regione del Nilo, una forte minoranza di origine nilotica; il Darfur, regione sud-occidentale del Sudan al confine con il Ciad, è tristemente noto per la “pulizia etnica” di miliziani arabi delle tribù nomadi ai danni delle popolazioni stanziali.

L’influenza araba e islamica

A partire dal VII secolo l’Africa Settentrionale ha subito la conquista da parte degli arabi, i quali hanno imposto una forte unità religiosa e linguistica nella regione. L’Islam, nella confessione sunnita, e l’arabo sono infatti la religione e la lingua più diffuse. Nella società islamica la religione svolge un ruolo molto importante, poiché incide profondamente sugli stili di vita, sull’educazione e sulle stesse istituzioni dello Stato (per esempio sulla giustizia). All’interno del mondo islamico africano sono oggi attivi movimenti fondamentalisti che hanno suscitato profondi e sanguinosi conflitti sociali, specialmente in Algeria, Egitto e Libia.
Minoranze cristiane sono presenti soprattutto in Egitto (copti), in Ciad (cattolici e protestanti) e in Sudan (cattolici, prevalenti nel Sud Sudan). L’arabo è parlato dalla grande maggioranza della popolazione.
La colonizzazione europea ha lasciato in eredità l’uso dell’inglese (in Egitto), ma soprattutto quello del francese: diffuso in Algeria, il francese è la lingua ufficiale in Niger e, insieme con l’arabo, in Ciad e Mali.

Geoblog - volume 3
Geoblog - volume 3
Il mondo