ASIA – MEDIO ORIENTE

GEOOGGI

Il califfato del terrore

L’ISIS (Islamic State of Iraq and Syria, Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) è un gruppo fondamentalista islamico nato in Iraq alla fine degli anni Duemila. Approfittando del vuoto di potere che si era creato nel 2003 con il rovesciamento della dittatura del Presidente Saddam Hussein e del risentimento di parte della popolazione nei confronti delle forze internazionali (soprattutto statunitensi) presenti nel Paese, i militanti dell’ISIS hanno dato il via a una guerriglia contro il nuovo Governo democratico iracheno e a partire dal 2013 hanno conquistato ampie regioni dell’Iraq settentrionale, tra cui la seconda città del Paese, Mosul. Nello stesso periodo il gruppo ha invaso e occupato la parte nord-orientale della Siria, Paese in cui dal 2011 è in corso un’aspra guerra civile combattuta tra le forze fedeli al Governo del Presidente Bashar al- Assad e un insieme di gruppi di opposizione spesso in lotta tra loro. L’attività dell’ISIS e delle altre fazioni rivali in Iraq e in Siria ha provocato una grave crisi umanitaria, che ha costretto milioni di siriani e iracheni a fuggire nei vicini Paesi arabi o a tentare di raggiungere l’Europa, con la speranza di ottenere asilo politico.
L’obiettivo dell’ISIS è l’unificazione di tutti gli Stati musulmani del Medio Oriente, e potenzialmente anche del resto del mondo, in un unico califfato, uno Stato islamico nel quale è imposta un’interpretazione estremista dell’Islam sunnita. Nel 2014 il gruppo ha dichiarato l’istituzione del califfato nelle regioni occupate di Siria e Iraq; da allora altri gruppi armati islamici operanti nel mondo, come Boko Haram in Nigeria e Abu Sayyaf nelle Filippine, hanno giurato fedeltà all’ISIS.
I militanti dell’ISIS non sono solo iracheni e siriani, ma provengono da tutti i Paesi islamici e persino da numerosi Stati europei; attratti dall’ideologia estremista del gruppo e dalla propaganda anche attraverso Internet e i social network, molti giovani musulmani, uomini e donne, emigrano per arruolarsi come volontari nelle milizie del califfato. La maggior parte di questi foreign fighters (combattenti stranieri) sono ricercati nei rispettivi Paesi di origine, e alcuni di essi, dopo essere stati addestrati in Siria e Iraq, vengono rimandati in patria per compiere attentati terroristici. L’ISIS, che è considerato la più pericolosa organizzazione terroristica attualmente attiva nel mondo, ha rivendicato, tra gli altri, gli attacchi al Museo del Bardo di Tunisi e alla spiaggia di Sousse, in Tunisia, numerosi attentati in Turchia e le stragi compiute a Parigi il 13 novembre 2015, in cui sono morte 130 persone.
L’ISIS si è tristemente distinto per gli atti di estrema violenza e intolleranza commessi dai suoi militanti, dalle esecuzioni di prigionieri e ostaggi (filmate e diffuse attraverso Internet a scopi propagandistici) alle persecuzioni e uccisioni di massa di membri delle minoranze religiose che vivono nei territori conquistati, tra cui i cristiani siriani, i musulmani sciiti (considerati “eretici” dall’ISIS) e gli yazidi, una popolazione dell’Iraq settentrionale.
Nel 2014 gli Stati Uniti hanno promosso la nascita di una coalizione internazionale, di cui fanno parte anche numerosi Stati europei (tra cui l’Italia) e Paesi arabi del Medio Oriente (tra cui Arabia Saudita e Giordania), per combattere l’ISIS e sottrargli i territori finora conquistati.

Geoblog - volume 3
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