Paesaggi naturali e antropici

MARE E COSTE

Paesaggi naturali e antropici

Porti, fari, torri di pietra, saline, spiagge e, soprattutto sulle coste meridionali del continente, per esempio in Campania o in Sicilia, resti di antiche città: la costa europea è punteggiata da numerose testimonianze di come, fin dall’antichità, il rapporto tra mare e uomo sia stato strettissimo.
Un legame che nei secoli ha continuato a intensificarsi, a tal punto che, oggi, il massiccio sfruttamento delle risorse marine rischia di compromettere l’equilibrio di questo delicato ambiente.

L’IMPORTANZA DEL MARE

Le regioni costiere sono da sempre luoghi privilegiati per l’insediamento umano: basti pensare alle grandi civiltà che in passato si sono sviluppate sulle coste del Mediterraneo, come i Fenici, i Greci, i Romani. L’importanza del mare è dovuta soprattutto a tre fattori:

  • il mare svolge un’azione mitigatrice, cioè rende le temperature più miti, permettendo anche la coltivazione di specie vegetali che nell’entroterra non sarebbero in grado di resistere a inverni rigidi (per esempio gli agrumi);
  • fornisce un’importante fonte di cibo attraverso la pesca;
  • rappresenta una via fondamentale per gli scambi commerciali, su cui in passato si basava la potenza e la ricchezza di città come Venezia.

La moderna economia delle regioni costiere

Rispetto al passato, oggi la tradizionale attività della pesca è circoscritta a un numero limitato di centri costieri e di persone: in Italia, per esempio, che pure ha la seconda flotta peschereccia d’Europa dopo la Grecia, gli occupati nella pesca sono circa la metà di quelli della nautica da diporto (la navigazione a scopo sportivo e di divertimento), impiegati nei cantieri in cui si producono barche a vela, motoscafi e yacht.

Per far fronte all’aumento della domanda di pesce sul mercato alimentare, inoltre, alla pesca si è affiancata l’itticoltura, cioè l’allevamento intensivo di pesci in aree marine delimitate.
Con i loro container, gli impianti di sollevamento e le banchine di attracco, i grandi porti industriali e commerciali costituiscono centri di smistamento di merci collegati tra loro in una rete mondiale. I porti, inoltre, sono diventati sempre più importanti anche per il traffico dei passeggeri, una grande porzione dei quali è costituita da turisti.
Il turismo è infatti l’attività economica “nuova” che ha investito soprattutto i centri costieri sul Mar Mediterraneo, dove sono sorti alberghi, stabilimenti balneari, villaggi turistici (6).

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GEOOGGI

Navi da crociera tra turismo e salvaguardia ambientale

Lunghe oltre 300 metri e alte fino a 15 piani, le grandi navi da crociera sono vere e proprie città galleggianti, che possono ospitare migliaia di persone. Rappresentano una delle principali voci dell’economia di molte località marine, ma sollevano alcune importanti questioni sulla sicurezza delle persone e dell’ambiente. In particolare, è stata criticata l’abitudine di queste navi di passare molto vicine alla costa per far ammirare il panorama ai passeggeri. Il 13 gennaio 2012, proprio durante uno di questi “inchini” (come sono definiti in gergo marinaro), la nave da crociera Costa Concordia ha urtato uno scoglio sommerso ed è naufragata sulle coste dell’Isola del Giglio, nell’Arcipelago Toscano, provocando 32 morti. Il gigantesco relitto è rimasto a deturpare il paesaggio per oltre due anni, fino a quando non è stato rimosso con una costosa operazione di recupero.
Preoccupa anche il passaggio delle navi da crociera nella laguna di Venezia (nella foto), a pochi passi dalla celebre piazza San Marco. Non solo queste navi costituiscono una fonte di inquinamento, ma provocano onde anomale che, secondo alcuni studiosi, danneggiano le fondamenta dei palazzi storici veneziani, compromettendone la stabilità.


Per approfondire l’argomento: www.fondoambiente. it/venezia-grandi-navi-veneto-sos-paesaggio.asp

MARE E COSTE A RISCHIO

Il patrimonio naturalistico rappresentato dai mari e dagli ambienti costieri è oggi seriamente minacciato da uno sfruttamento delle risorse poco responsabile da parte dell’uomo (Atlante pp. 14-21).

  • La pesca eccessiva praticata negli ultimi decenni sta mettendo a rischio la sopravvivenza di alcune specie.
  • L’estrazione di petrolio e gas naturale dai fondali marini e il trasporto di queste sostanze via acqua ha causato in passato gravi disastri ecologici, come lo sversamento in mare di grandi quantità di petrolio, che distruggono l’ecosistema marino.
  • L’inquinamento dei fiumi che sfociano in mare, unito a quello causato dalle navi e dalle industrie sulla costa, danneggia la flora e la fauna marine e può portare addirittura al divieto di balneazione.
  • La cementificazione delle coste, cioè il moltiplicarsi di edifici e infrastrutture, non solo rovina il paesaggio ma distrugge le dune di sabbia costiere, aggravando così il fenomeno di erosione delle coste.

Per cercare di prevenire questi rischi sono state istituite aree marine protette, in cui la navigazione e la pesca sono limitate o vietate e dove si propongono spesso forme di turismo rispettose dell’ambiente, come il whalewatching (avvistamento di cetacei).

GUIDA ALLO STUDIO

FISSO I CONCETTI 

1 Perché fin dall’antichità l’uomo si è insediato sulle coste?

2 Quali sono oggi le principali risorse dell’economia delle regioni costiere?

3 In che modo l’uomo mette a rischio l’equilibrio ambientale dei nostri mari?

Geoblog - volume 1
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L’Italia e l’Europa