Unità 9 ROMA: L’ETÀ IMPERIALE

I SAPERI FONDAMENTALI

LA SINTESI

 CONSOLIDAMENTO DEL POTERE DI ROMA E CRISI

Nei primi secoli dopo Cristo Roma consolidò l’egemonia sui territori conquistati, assumendo il controllo degli scambi commerciali nel Mediterraneo e garantendo la pace nell’impero: ciò favorì lo sviluppo delle attività produttive e la crescita economica e sociale della penisola italica. Si ampliò la rete urbana, ma anche le campagne conobbero una fase di progresso.
A poco a poco, però, la progressiva concorrenza delle attività agricole e artigianali delle province – i cui abitanti vendevano i prodotti a prezzi più convenienti –, la diminuzione della manodopera schiavile e il venir meno delle riserve di metalli preziosi (utilizzati per pagare le merci preziose che provenivano dall’Oriente) indebolirono l’economia della penisola.


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 LE RIFORME DI OTTAVIANO AUGUSTO

Ottaviano, dopo aver eliminato i suoi avversari politici, venne proclamato Augusto nel 27 a.C. e diede vita al suo principato concentrando nelle proprie mani il potere militare, politico e religioso. Egli riuscì inoltre a ottenere il consenso di tutte le classi sociali, anche attraverso un’intensa opera di propaganda.
La creazione di un’efficiente burocrazia di funzionari statali (prefetti, procuratori ecc.) rese possibile il buon funzionamento dell’impero, suddiviso in province senatorie e province imperiali.
Sotto Augusto la politica estera fu rivolta principalmente al rafforzamento della stabilità dell’impero e al mantenimento della pace nei territori interni.
Intorno a lui si raccolsero importanti intellettuali dell’epoca (tra cui Virgilio, Orazio, Ovidio e Tito Livio).


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 LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA E I FLAVI

I successori di Augusto cercarono di trasformare il principato in un vero e proprio regime imperiale, attraverso la divinizzazione della figura del sovrano, soprattutto Caligola, Nerone e Domiziano. Inizialmente la successione avvenne all’interno delle dinastie degli imperatori e in seguito, dal II secolo d.C., per adozione. Fu Augusto a inaugurare la pratica della scelta del proprio successore, che veniva progressivamente inserito nell’esercizio del potere.
Nel I secolo d.C. si succedettero la dinastia Giulio-Claudia (che governò dal 14 al 68 d.C. con Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone) e quella dei Flavi (dal 69 al 96 d.C., con Vespasiano, Tito e Domiziano). Vespasiano si preoccupò soprattutto di ripristinare l’equilibrio delle finanze.


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 L’IMPERO VERSO LA CRISI

Nerva avviò la rinascita dello Stato romano, inaugurando l’“età aurea”, periodo di grande stabilità. Sotto Traiano (98-117 d.C.) fu raggiunta la massima estensione dell’impero, a cui furono annesse Dacia, Arabia, Armenia, Assiria e Mesopotamia.
La crisi economica che avanzava, tuttavia, impedì ai successori di Traiano di proseguire le conquiste militari: con Adriano (117-138 d.C.) e Antonino (138-161 d.C.) si tornò a una politica di contenimento dei confini, fortificando le frontiere, e si tentò di risanare il bilancio statale.
Nonostante le sue molte capacità, l’imperatore Marco Aurelio (161-180 d.C.) non riuscì a risollevare lo Stato dalla difficile situazione economica, anche a causa delle pressanti minacce sia dei popoli definiti “barbari” dai Romani, che premevano ai confini orientali, sia dei popoli germanici ai confini settentrionali.
Il figlio Commodo (180-192 d.C.), che gli succedette, si dimostrò incapace di governare e fu assassinato, lasciando un vuoto di potere che provocò lo scoppio di nuove guerre civili tra i comandanti militari delle province (193-197 d.C.), dalle quali emerse vittoriosa la figura di Settimio Severo (197-211 d.C.).


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 IL CRISTIANESIMO

Nei primi secoli dell’impero si diffusero nel Mediterraneo occidentale culti di divinità orientali. Una notevole affermazione ebbe il cristianesimo, che era nato in Palestina in seguito alla predicazione di Gesù Cristo e che annunciava la salvezza dell’anima dal peccato e dalla morte grazie all’avvento del Regno di Dio, pronto ad accogliere tutti gli uomini. Accolto soprattutto dalle classi più umili, fu ritenuto dalle autorità imperiali pericoloso per l’ordine costituito, tanto che Gesù fu condannato a morte: egli però, secondo la narrazione degli apostoli, dopo la sua crocifissione resuscitò, dimostrando la sua natura divina. Da allora le comunità cristiane si diffusero in tutto l’impero, sopravvivendo anche alle più violente persecuzioni imperiali.


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 I SEVERI E L’ANARCHIA MILITARE

Con Settimio Severo si era affermata la dinastia dei Severi (dopo vennero Caracalla, Elagabalo e Alessandro Severo), che governò dal 197 al 235 d.C. Con Settimio terminò l’era del principato e iniziò quella del dominato, in cui l’imperatore assumeva il ruolo di vero e proprio dominus con poteri assoluti. Durante la dinastia dei Severi fu profondamente rinnovata l’organizzazione amministrativa dell’impero, e l’esercito ne divenne il principale caposaldo.
Nel 212 d.C. Caracalla emanò la Constitutio antoniniana, estenendo la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi delle province. Alla fine della dinastia dei Severi l’impero romano ripiombò nelle guerre civili e in un’epoca di anarchia militare (235-283 d.C.) con frequenti avvicendamenti di imperatori.


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LA MAPPA

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille