Unità 9 ROMA: L’ETÀ IMPERIALE >> Capitolo 25 – L’impero verso la crisi

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La carta d’identità di un popolo: la Costituzione

L’origine del termine

Il termine “costituzione” (in latino constitutio, dal verbo constituere, “stabilire”, “decidere”) era usato in origine per denominare le leggi di particolare importanza, e successivamente quelle emanate dagli imperatori. In epoca moderna la parola ha subìto una radicale trasformazione semantica ed è passata a indicare invece la legge fondamentale, o l’insieme di leggi fondamentali, di un ordinamento giuridico. La Costituzione può scaturire sia da una volontà popolare, che esprime la sovranità del popolo (costituzione democratica), sia dalla concessione di un sovrano, come accadde per esempio nel 1848, a Torino, nel Regno di Sardegna a opera del re Carlo Alberto (si parla in questo caso di Costituzione “ottriata”, dal francese octroyé, “concesso”, o statuto).
Tra le prime Costituzioni ricordiamo quella inglese (la quale si configura come un insieme di statuti uniti anche a norme non scritte) e quella degli Stati Uniti (1787), ratificata dai 13 Stati confederati. Fecero seguito la Costituzione polacca (1791), le tre francesi (1793, 1795 e 1799), quella spagnola e quella siciliana (entrambe del 1812), tutte nate da movimenti popolari.

La carta costituzionale italiana

La Costituzione italiana è una costituzione democratica, nata nella difficile fase storica del secondo dopoguerra; discussa e approvata nel 1947 dall’Assemblea Costituente, essa entrò in vigore il 1° gennaio 1948. È la legge su cui si fondano tutte le istituzioni della Repubblica e rappresenta la suprema fonte del diritto della nazione. Mentre al Giappone, come Paese vinto, fu imposta dagli Alleati, in Italia fu l’esito del libero confronto delle forze politiche e sociali. Nella prima sezione (articoli 1-12) sono formulati i Princìpi fondamentali; seguono una Parte prima (sui Diritti e Doveri dei cittadini, articoli 13-54) e una Parte seconda (dedicata all’Ordinamento della Repubblica, articoli 55-139); infine vi sono le Disposizioni transitorie e finali (I-XVIII).
La Costituzione italiana, come tutte le costituzioni dei Paesi democratici, condivide ben poco con il termine di epoca romana ma è piuttosto figlia di quelle correnti di pensiero e di quei movimenti sociali moderni, che hanno dato vita alla Costituzione americana e a quella scaturita dalla Rivoluzione francese. È cioè espressione di una “sovranità popolare” che viene esplicitata già nell’articolo 1 e che è confermata anche dalle specifiche forme di ricorso diretto al popolo perché esprima la sua “volontà”: le elezioni e il referendum. Le prime sono convocate a scadenza periodica per l’elezione dei rappresentanti in Parlamento o negli organismi istituzionali locali (si parla infatti di “democrazia rappresentativa”); il secondo chiama il popolo a esprimere direttamente un orientamento o una scelta su una questione specifica.
La Costituzione racchiude dunque i princìpi fondamentali di una Nazione, esplicita diritti e doveri dei cittadini e garantisce loro il diritto di cittadinanza, basato sull’uguaglianza e sul rispetto delle idee di ciascuno. Inoltre, essa invita con fermezza tutti perché educhino se stessi e gli altri secondo tali princìpi di equità: ecco perché può essere considerata la “carta d’identità democratica” che rappresenta il proprio Paese in tutto il resto del mondo.

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille