Terre, mari, idee - volume 2

Unità 9 ROMA: L’ETÀ IMPERIALE >> Capitolo 23 – L’età aurea dell’impero

L’impero nelle mani dell’esercito

Alcuni contingenti militari si ribellarono all’autorità di Giuliano, acclamando imperatori i propri generali: Clodio Albino in Britannia, Pescennio Nigro in Siria e Settimio Severo in Pannonia. Ne seguirono nuove guerre civili (193-197 d.C.), che per alcuni anni avrebbero lasciato Roma senza una guida riconosciuta.
Nel 193 d.C., confidando nel sostegno dei pretoriani, Giuliano cercò di stabilire un patto con Settimio Severo, che nel frattempo era tornato in Italia e si era impadronito della flotta imperiale di stanza a Ravenna. Settimio Severo rifiutò l’accordo e Giuliano, abbandonato anche dai pretoriani, fu ucciso da una congiura organizzata dai senatori.
La guerra civile continuò per altri quattro anni: alla fine Settimio Severo riuscì a imporsi sugli avversari e a farsi riconoscere come nuovo imperatore di Roma nel 197 d.C.
La sua ascesa al potere fu il segno della profonda trasformazione che aveva interessato l’impero alle soglie del III secolo d.C.: Settimio Severo apparteneva infatti a una famiglia dell’ordine equestre ed era originario di Leptis Magna, sulla costa settentrionale dell’Africa (oggi in Libia). Il ruolo della penisola italica e dell’antica aristocrazia, ancora rappresentata dal senato, era ormai del tutto marginale.

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Da Roma imperiale all’anno Mille