Una linea di demarcazione incerta
Il significato del termine limes ha subito nel corso del tempo un’importante evoluzione: in origine esso indicava la linea di demarcazione tra diversi lotti di terra, vale a dire i sentieri che segnavano il confine di proprietà fra un terreno e l’altro; poi, per somiglianza, passò a designare le strade e, nello specifico, le strade militari che delimitavano le frontiere; successivamente si definirono così le fortificazioni in pietra che su quelle strade erano state costruite a protezione. Solo verso la fine del II secolo d.C. limes cominciò a identificare le province che si trovavano al confine tra l’impero romano e i territori limitrofi.
Tuttavia, questi confini fra territori imperiali e regioni adiacenti erano piuttosto incerti e mobili: nella maggior parte dei territori infatti le tribù erano solite sconfinare e oltrepassare i limiti delle regioni, in maniera anche temporanea, come avveniva in Armenia o nell’Egitto meridionale o nell’Africa settentrionale, per esempio per la transumanza o per i commerci. Solo in Oriente i limiti di demarcazione erano più netti e definiti, là dove si fronteggiavano i due imperi dei Romani e dei Parti, cioè dove era interesse comune segnare, nonostante il territorio fosse in buona parte desertico, la linea di demarcazione che proteggeva i rispettivi territori dalle invasioni. Qui si arrivò a forme molto rigide di controllo alle frontiere, con postazioni di blocco, sbarramenti, lasciapassare, ricorso a forme di identificazione, a respingimenti o accoglienze transitorie, un confine vero e proprio.