Capitolo 23 - L’età aurea dell’impero

Capitolo 23 L’ETÀ AUREA DELL’IMPERO

i concetti chiave
  • Con Nerva (96-98 d.C.) il principato adottivo prevale su quello ereditario, nell’elezione viene coinvolto il senato
  • La politica di Traiano (98-117 d.C.) favorisce tutti i ceti sociali, ma provoca una crisi economica; la conquista della Dacia giunge provvidenzialmente a garantire nuove risorse
  • Adriano (117-138 d.C.) consolida i confini e costruisce il vallo in Britannia; risana le finanze e riordina la legislazione promulgando l’editto perpetuo
  • Antonino Pio (138-161 d.C.) e poi Marco Aurelio (161-180 d.C.) non riescono a fermare la crisi economica né le incursioni dei barbari; Marco Aurelio interrompe il sistema adottivo
  • Commodo (180-192 d.C.) abbandona i territori transdanubiani e si dimostra inadatto al governo; una congiura ordita da pretoriani e senato pone fine al suo impero e alla stabilità interna

1. Nerva e Traiano

Nei due secoli e mezzo che intercorrono tra l’età augustea e la crisi del III secolo, il mondo romano conobbe un periodo di grande stabilità. L’impero, che ora abbracciava tutto il Mediterraneo, raggiunse la massima espansione; l’amministrazione dello Stato era ordinata e relativamente equilibrata; ogni regione contribuiva alla prosperità comune con risorse, rifornimenti, tasse; i traffici commerciali erano intensi e frequenti; l’esercito sorvegliava gli ampi confini e garantiva la pace interna; Roma, infine, era il centro nevralgico politico e culturale dell’impero: con oltre un milione di abitanti era davvero la caput mundi (“capitale del mondo”).

Una soluzione per la successione: il principato adottivo

Nel 96 d.C., con la morte di Domiziano, terminò la dinastia Flavia. Nonostante non fossero mancati tensioni ed episodi di violenza, essa era riuscita a fondare la solidità del potere statale sull’accordo tra il senato e l’imperatore, basilare per mantenere l’ordine e garantire la prosperità dell’impero anche in tutta l’epoca successiva.
L’aspetto fondamentale di questo accordo politico tra le massime autorità dello Stato riguardò la successione alla guida dell’impero, fino ad allora stabilita con la continuità dinastica. Questo criterio aveva generato gravi contrasti politici e, nel caso di Domiziano, si era rivelato inadeguato a garantire l’ascesa al potere di individui competenti, capaci di reggere il governo dello Stato. Nel II secolo d.C., in conseguenza di una circostanza casuale (nessuno degli imperatori di questo periodo ebbe eredi diretti), venne accettato ufficialmente un diverso sistema per la nomina degli imperatori: l’adozione al di fuori del contesto familiare. Il successore veniva scelto dal principe in carica tra una serie di individui noti al senato, che poi lo designava ufficialmente.

Terre, mari, idee - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille