Una soluzione per la successione: il principato adottivo
Nel 96 d.C., con la morte di Domiziano, terminò la dinastia Flavia. Nonostante non fossero mancati tensioni ed episodi di violenza, essa era riuscita a fondare la solidità del potere statale sull’accordo tra il senato e l’imperatore, basilare per mantenere l’ordine e garantire la prosperità dell’impero anche in tutta l’epoca successiva.
L’aspetto fondamentale di questo accordo politico tra le massime autorità dello Stato riguardò la successione alla guida dell’impero, fino ad allora stabilita con la continuità
dinastica. Questo criterio aveva generato gravi contrasti politici e, nel caso di Domiziano, si era rivelato inadeguato a garantire l’ascesa al potere di individui competenti, capaci di reggere il governo dello Stato. Nel II secolo d.C., in conseguenza di una circostanza casuale (nessuno degli imperatori di questo periodo ebbe eredi diretti), venne accettato ufficialmente un diverso sistema per la nomina degli imperatori: l’adozione al di fuori del contesto familiare. Il successore veniva scelto dal principe in carica tra una serie di individui noti al senato, che poi lo designava ufficialmente.