Unità 12 LA RINASCITA CAROLINGIA E IL FEUDALESIMO >> Capitolo 33 – Carlo Magno e il nuovo impero

DIVENTARE CITTADINI

Il diritto all’istruzione, fondamento della democrazia

ART. 34

La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Platone in un suo scritto ricorda che «tutti i ragazzi di un rione andavano ordinati dal maestro per le strade» e chi insegnava loro lo faceva con rigore ed energia. È un primo accenno al luogo della scuola, cioè a un luogo dove un gruppo più o meno numeroso di ragazzi (solo maschi) ricevono da un educatore informazioni strutturate, un sapere, che potrà tornare utile al loro essere cittadini.

Il lungo cammino del diritto allo studio

Tuttavia l’accesso allo studio ha subìto notevoli cambiamenti dall’epoca antica. Carlo Magno, conscio della necessità di formare il clero e di favorire l’alfabetizzazione, promosse la nascita di nuove scuole e l’apertura dei monasteri anche a chi non seguiva una carriera ecclesiastica e chiamò a insegnare intellettuali e studiosi, garanti del sapere; a ridosso dell’anno Mille nacquero luoghi sempre più strutturati e specializzati, le università. Studiare era costoso, gli studenti, a meno che non avessero alle spalle famiglie facoltose, le frequentavano tra mille difficoltà, però il sapere cominciò a diffondersi: i clerici vagantes si spostavano da una università all’altra del continente europeo, tessendo una rete di scambi e istruzione più solida.
Fino alla fine del Settecento l’istruzione era impartita in ragione dell’appartenenza a un determinato ceto sociale: i più poveri la ricevevano in modo discontinuo e spesso, soprattutto nelle zone rurali, non la ricevevano affatto; i più abbienti ricevevano invece un’istruzione più strutturata, mentre le classi sociali più elevate spesso impartivano l’istruzione ai propri figli attraverso un precettore privato. Questo panorama era per lo più riservato ai maschi, poiché le ragazze e le donne non ricevevano alcuna istruzione oppure ne ricevevano una molto più scarsa, condizione del resto tipica del normale comportamento sociale. Ancora all’inizio del Novecento, quando prestigiose università europee come Oxford e Cambridge ospitavano migliaia di studenti, l’iscrizione era interdetta alle donne, che dunque rimanevano impossibilitate ad acquistare un proprio sapere di livello più elevato.

I grandi passi dell’istruzione verso una formazione democratica

Fu la Rivoluzione francese che cambiò il concetto stesso del diritto allo studio e lo rese legge, conferendogli un ruolo di primo piano. Nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1793, venne per la prima volta sancito il principio fondamentale. L’art. 22 recitava infatti: «L’istruzione è il bisogno di tutti. La società deve favorire con tutto il suo potere i progressi della ragione pubblica, e mettere l’istruzione alla portata di tutti i cittadini».
Proprio a questo principio si richiama anche l’art. 34 della Costituzione italiana. All’indomani della Seconda guerra mondiale e di vent’anni di dittatura, che avevano svuotato di significato le strutture fondamentali dello Stato e distrutto materialmente il paese, la carta costituzionale, che insieme alla ricostruzione sociale ed economica fornì un contributo fondamentale alla ricostituzione della compagine statale, dette nuovo vigore al concetto di istruzione. Da un sistema scolastico improntato all’esigenza dello Stato di epoca fascista di “usare” la scuola a fini della propaganda e della regolazione del consenso, la rese invece pubblica, libera, aperta e gratuita. Si prevedeva la possibilità di aiutare, anche economicamente, coloro che volevano proseguire gli studi ma non ne avevano avuto le possibilità.

PER FISSARE I CONCETTI
  • Come si è evoluto il diritto alla scuola nelle diverse epoche storiche?

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille