Terre, mari, idee - volume 2

Unità 11 TRA ORIENTE E OCCIDENTE >> Capitolo 30 – La civiltà araba

Lungo queste vie di comunicazione transitavano uomini e merci, ma si diffondevano anche, in entrambe le direzioni, innovazioni tecnologiche, nuove idee filosofiche e scientifiche e influenze religiose. Da un punto di vista culturale, la presenza degli Arabi in gran parte del bacino mediterraneo costituì un fondamentale tramite tra Medio Oriente, Estremo Oriente e Occidente. Fatto proprio e rielaborato in modo originale il patrimonio culturale acquisito nei contatti con l’Oriente persiano, indiano e cinese, gli Arabi diffusero nuove tecniche e conoscenze nei territori da loro sottomessi; il fenomeno fu tanto rilevante che, per descriverlo, gli storici hanno coniato la definizione di “rinascimento arabo”.

La fioritura dei centri urbani

L’insieme di tutte queste influenze, diffuse con il dominio arabo, generò un nuovo dinamismo delle città, diversamente da quanto accadeva in quegli stessi anni in Occidente, dove i centri urbani vivevano un grave declino. Nelle regioni occupate dagli Arabi si assistette infatti a un grande sviluppo urbano, con la fondazione di nuove città e la rivitalizzazione di quelle già esistenti come Damasco, Gaza e Aleppo; Cartagine subì invece una definitiva emarginazione, poiché gli Arabi preferirono fondare a poca distanza il nuovo porto commerciale di Tunisi. Tale fenomeno fu reso possibile dallo sviluppo economico e dall’incremento demografico dovuto al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Le città erano sede delle principali attività economiche e delle maggiori imprese commerciali e artigianali, che erano gestite da una classe privilegiata di discendenti dei beduini emigrati dalla penisola Arabica ai tempi della prima espansione islamica.

Filosofia, scienza, medicina e matematica: l’immenso sapere arabo

Il contributo arabo allo sviluppo della cultura mediterranea ed europea, oltre che orientale, fu enorme anche negli ambiti filosofico, scientifico, medico e matematico. Si deve agli Arabi, per esempio, la diffusione nel bacino del Mediterraneo, e successivamente nel resto d’Europa, del sistema di numerazione ancora oggi utilizzato in gran parte del mondo, le cui cifre sono dette per l’appunto numeri arabi, sebbene essi lo avessero appreso e rielaborato in seguito ai contatti commerciali con l’India. Dai contatti con la Cina i mercanti arabi appresero invece l’uso della bussola, della carta e della polvere da sparo, che grazie alla loro mediazione culturale furono in seguito introdotte in tutta l’area mediterranea e in Europa. La fioritura della cultura araba continuò anche dopo l’apogeo della potenza imperiale islamica, fino all’anno Mille e oltre. Nel campo della matematica, per esempio, devono molto agli Arabi gli studi di trigonometria e di algebra (noto è in particolare il matematico Al-Khuwarizmi, vissuto nel IX secolo, dal cui nome deriva il termine “algoritmo”). In ambito filosofico, grande fu l’influenza di Averroè (1126-1198), uno dei maggiori interpreti del pensiero di Aristotele. Nella medicina, infine, si ricorda il nome di Avicenna (980-1036), anch’egli studioso della cultura greca e delle opere di Ippocrate e Galeno.
Gli Arabi furono infatti determinanti non solo per la diffusione in Occidente di conoscenze apprese dall’Oriente, ma anche per la trasmissione della cultura classica. Essi copiarono e tramandarono numerose opere degli autori antichi che erano andate perdute in Europa durante le invasioni germaniche. Alcuni califfi stabilirono addirittura rapporti diplomatici con gli imperatori bizantini per ottenere, in cambio di preziosi doni, le opere dei filosofi, dei matematici e dei medici greci dell’età classica, che i funzionari statali si occupavano poi di far tradurre, copiare e diffondere tra gli intellettuali delle varie regioni dell’impero islamico.

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Da Roma imperiale all’anno Mille