Il graduale processo di acquisizione del potere di Ottaviano
L’assunzione da parte di Ottaviano di poteri via via maggiori fu un processo graduale, attento al mantenimento formale delle istituzioni repubblicane.
Innanzitutto, per assicurarsi il comando militare, fra il 31 e il 23 a.C. egli si fece eleggere
ininterrottamente alla carica di console. In questo modo assunse la guida delle legioni, che di fatto gli garantì il controllo diretto su tutti i territori romani evitando, almeno in apparenza, di snaturare l’impianto istituzionale dello Stato.
In secondo luogo, a partire dal 29 a.C. Ottaviano aggiunse alla carica di console anche quella di censore, ottenendo così il potere di intervenire personalmente sulle nomine o sulla rimozione dei senatori, in base alle tradizionali prerogative specifiche di questa magistratura.
Nel 28 a.C. ricevette il titolo di principe dei senatori: scelse questo termine (dal latino princeps, “il primo”) per non apparire come un monarca, ma soltanto come il primo di cittadini tra loro uguali (▶ primus inter pares). La formula tuttavia implicava tacitamente un controllo diretto sul senato, dal momento che a Ottaviano spettava il compito di votare per primo ogni proposta di legge esaminata dall’assemblea, finendo così per influenzarne le successive scelte.
Nel 27 a.C. fu proclamato dal senato ▶ Augusto (“venerabile”), titolo che conferiva alla sua persona e ai suoi atti un carattere sacro. Egli cambiò anche il nome del sesto mese dell’anno, Sextilis, in Augustus (da cui deriva l’italiano agosto). Sempre dal senato gli fu poi conferito un imperium proconsulare, vale a dire un comando su quelle province in cui erano stanziate le legioni, perché la situazione era ancora instabile e necessitava della presenza di generali ed eserciti. Nel 23 a.C., quando Ottaviano depose il titolo di console, il comando proconsolare, divenuto imperium maius, fu rinnovato e ampliato, permettendogli di estendere il proprio controllo militare a tutte le province romane.
Poiché quest’ultima carica non consentiva a Ottaviano di intervenire nella politica interna di Roma, nello stesso anno gli fu attribuita la ▶ tribunicia potestas a vita (prima di allora l’aveva detenuta solo temporaneamente), grazie alla quale diveniva protettore della plebe, poteva convocare i comizi, la sua persona era sacra e inviolabile e le sue proposte di legge, dopo essere state votate dalla plebe, diventavano esecutive anche senza l’approvazione del senato. Grazie al diritto di veto infatti egli poteva bloccare qualsiasi legge contraria ai suoi interessi. Inoltre gli fu conferito il diritto di poter convocare il senato.
Nel 12 a.C., infine, assunse, accanto alle altre cariche religiose che già esercitava, anche il titolo di pontefice massimo (Pontifex maximus), divenendo così la suprema autorità religiosa e presiedendo ai culti e alle cerimonie sacre. Un tale accentramento dei poteri dello Stato nelle mani di un solo uomo segnò la fine della repubblica e la nascita del
principato.