Capitolo 28 - L’impero romano d’Oriente

Capitolo 28 L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE

i concetti chiave
  • L’impero d’Oriente, al riparo dalle invasioni, gode di stabilità e ricchezza e domina i commerci
  • Il controllo sulla Chiesa (cesaropapismo) dà stabilità allo Stato; attraverso i concili si affrontano le dispute dottrinali: il concilio di Calcedonia condanna il monofisismo e dichiara la supremazia del patriarcato di Costantinopoli, causando attriti con Roma (fino al 519)
  • Periodo di grande sviluppo sotto Giustiniano I (527-565): produzione della seta, difesa dell’unità religiosa, sistemazione giuridica delle norme (viene redatto il Corpus iuris civilis)
  • Espansionismo verso ovest per la riconquista dei territori dell’impero romano d’Occidente e per il controllo del Mediterraneo: il generale Belisario conquista le coste africane con Cartagine, Napoli e la Sicilia
  • Nel 535 nella guerra greco-gotica i Bizantini sconfiggono gli Ostrogoti ponendo fine al loro regno in Italia
  • La penisola diventa una provincia imperiale, devastata dalla guerra e dalle imposizioni tributarie
  • Dopo la morte di Giustiniano, inizia un lento declino per l’impero d’Oriente, nonostante il possesso di basi commerciali strategiche

L’AMBIENTE E LE RISORSE

Al riparo dalle invasioni: l’espansione di Costantinopoli

A differenza dell’area occidentale, nella quale la vita economica era gravemente regredita, l’impero romano d’Oriente continuò a prosperare grazie ai traffici commerciali che collegavano le coste del Mediterraneo e l’Asia orientale con le sue grandi città, malgrado la pressione dei barbari e alcuni gravissimi episodi come la micidiale epidemia di peste all’epoca di Giustiniano. Alessandria d’Egitto, una sorta di capitale culturale, vedeva una forte attività artigianale e commerciale, grazie anche alla presenza di importanti comunità di Siriani, Ebrei e Greci; Damasco, in Siria, ed Efeso – sulle coste dell’Asia minore – erano a loro volta importanti centri di scambi commerciali; Antiochia raggiunse il suo momento di massimo sviluppo con duecentomila abitanti; ma soprattutto Costantinopoli, nuova capitale dell’impero, conobbe uno sviluppo straordinario: essa arrivò a contare oltre un milione di abitanti, come Roma secoli prima, all’apogeo della sua potenza.
Dominando lo stretto del Bosforo (che collega l’Egeo e il mar Nero), la città si trovava in una posizione geografica molto favorevole: il tempo dimostrò che la scelta di Costantino di rendere la città una “nuova Roma” e di farne la capitale dell’impero era stata lungimirante, poiché Costantinopoli svolgeva un ruolo di collegamento fra il Mediterraneo e il mar Nero, snodo fondamentale di scambi. La flotta controllava inoltre tutte le rotte marittime mediterranee, attraverso le quali passavano i maggiori traffici, dal momento che i trasporti via terra erano costantemente minacciati dalle incursioni dei popoli germanici.
Le autorità imperiali garantirono il buon funzionamento dello Stato, sostenendo le attività artigianali e la produzione agricola. Di conseguenza, i commerci registrarono un’ulteriore espansione, in particolare attraverso gli scambi con il Lontano Oriente; da qui, nel VI secolo, i mercanti di Costantinopoli diffusero in patria la lavorazione della seta, fino ad allora sconosciuta al di fuori della Cina. Nacque così un fiorente artigianato di questo prezioso e ricercato tessuto.

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Si afferma un nuovo centro: Ravenna

Anche parte dell’Italia beneficiò dei legami politici ed economici con l’Oriente. La città di Ravenna costituì infatti un caso eccezionale, sebbene non isolato, nella generale decadenza urbana dell’Occidente.
Proprio mentre i commerci regredivano e i centri urbani si spopolavano, la città adriatica conobbe un intenso sviluppo economico e culturale. La fortuna di Ravenna dipese in buona parte dalla sua importanza politica: scelta come capitale dall’imperatore d’Occidente Onorio nel 402, essa divenne alla fine del V secolo la capitale del regno ostrogoto. Ma la sua affermazione è anche strettamente legata alla sua posizione strategica: circondata da paludi e da lagune, era quasi impossibile attaccarla da terra. Come scrisse Cassiodoro nel VI secolo, i suoi abitanti vivevano «come uccelli acquatici, ora sul mare, ora sulla terra». Il collegamento con l’entroterra era mantenuto attraverso un’unica strada rialzata, facilmente controllabile, e il mare garantiva l’approvvigionamento dei rifornimenti anche in caso di assedio. Il fattore decisivo dell’ascesa di Ravenna fu proprio rappresentato dal mare e dal suo porto commerciale, che la collegava con le città più importanti del Mediterraneo a est e a ovest. A Ravenna attraccavano le navi che trasportavano le spezie e le stoffe preziose provenienti dall’Oriente.

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille