L’impero romano e i suoi discendenti
Nella maggior parte dei territori che hanno fatto parte dell’impero romano, sono stati molteplici i tentativi di emulazione e di richiamo alla potenza di Roma. L’impero bizantino, durato dal 395 al 1453, fu l’erede diretto dell’impero romano e Costantinopoli era considerata la seconda Roma, nonostante la lingua ufficiale fosse il greco. All’indomani della caduta di Costantinopoli nelle mani degli ottomani, la “Terza” o “Nuova Roma” divenne Mosca, capitale del granducato di Ivan III, il quale, per sottolineare il legame con l’antica Roma, cominciò a farsi onorare con il titolo di “Cesare” (Czar in russo). Il termine Cesare troverà fortuna anche in ambito germanico divenendo Kaiser. Con questo nome si facevano chiamare i regnanti del Sacro Romano Impero (962-1806), dell’impero austriaco poi austro-ungarico (1804-1918) e dell’impero tedesco (1871-1918).
Napoleone, addirittura, prima di instaurare l’impero (1804-1814), nel 1799 istituì il “consolato”.
Anche l’impero britannico si ispirò a Roma e solo nel 1948 i sovrani rinunciarono al titolo di imperatore. Negli anni Cinquanta del Novecento il termine “impero” acquisì invece, soprattutto presso i Paesi colonizzati dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, una connotazione fortemente negativa: “imperialisti” erano considerati i governi che, attraverso il controllo economico di numerosi Paesi, ne sfruttavano le risorse e ne influenzavano la politica per il proprio tornaconto.