Unità 9 ROMA: L’ETÀ IMPERIALE >> Capitolo 21 – La costruzione e il consolidamento dell’impero

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L’impero romano, un modello immortale

Il concetto di imperium

Imperium (termine di derivazione etrusca) in origine indicava semplicemente il comando conferito temporaneamente a un generale per condurre una campagna militare: esaurito il compito, il generale trionfatore era acclamato imperator dalle sue truppe, ma doveva deporre il titolo e dunque anche l’imperium. Alla fine del periodo repubblicano, Augusto ricevette un nuovo tipo di imperium, consistente in un potere superiore a quello di tutti i proconsoli, per un tempo illimitato. Nel corso dei secoli successivi il significato del termine, e di conseguenza il ruolo e la funzione di imperator, ha assunto un valore anche simbolico.

L’impero romano e i suoi discendenti

Nella maggior parte dei territori che hanno fatto parte dell’impero romano, sono stati molteplici i tentativi di emulazione e di richiamo alla potenza di Roma. L’impero bizantino, durato dal 395 al 1453, fu l’erede diretto dell’impero romano e Costantinopoli era considerata la seconda Roma, nonostante la lingua ufficiale fosse il greco. All’indomani della caduta di Costantinopoli nelle mani degli ottomani, la “Terza” o “Nuova Roma” divenne Mosca, capitale del granducato di Ivan III, il quale, per sottolineare il legame con l’antica Roma, cominciò a farsi onorare con il titolo di “Cesare” (Czar in russo). Il termine Cesare troverà fortuna anche in ambito germanico divenendo Kaiser. Con questo nome si facevano chiamare i regnanti del Sacro Romano Impero (962-1806), dell’impero austriaco poi austro-ungarico (1804-1918) e dell’impero tedesco (1871-1918).
Napoleone, addirittura, prima di instaurare l’impero (1804-1814), nel 1799 istituì il “consolato”.
Anche l’impero britannico si ispirò a Roma e solo nel 1948 i sovrani rinunciarono al titolo di imperatore. Negli anni Cinquanta del Novecento il termine “impero” acquisì invece, soprattutto presso i Paesi colonizzati dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, una connotazione fortemente negativa: “imperialisti” erano considerati i governi che, attraverso il controllo economico di numerosi Paesi, ne sfruttavano le risorse e ne influenzavano la politica per il proprio tornaconto.

Il simbolo del potere di Roma: il fascio littorio

Nel corso della storia i riferimenti artistici e iconografici all’impero romano sono stati numerosi e di notevole impatto visivo. Il simbolo che, fin dall’età repubblicana di Roma, era legato all’imperium era il fascio littorio: un mazzo di verghe e un’ascia legati insieme e portati dai littori, addetti alla protezione dei magistrati dotati di imperium. In Italia, Benito Mussolini nella fondazione del Partito nazionale fascista e nel corso della sua dittatura (1922-1943) utilizzò il costante richiamo all’antica Roma non solo come modello, ma anche come mezzo propagandistico, trasmettendo l’illusione di poter far rivivere i fasti che l’Italia aveva vissuto durante l’impero romano.
La fortuna della simbologia del fascio littorio arriva fino ai giorni nostri: esso è tuttora presente nell’emblema della Guardia civil (polizia militare) in Spagna e nello stemma dell’Ecuador. Anche negli Stati Uniti d’America lo si trova su molti monumenti e nelle sedi governative: basti pensare alla statua di Lincoln a Washington o alla Camera dei rappresentanti.

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille