Roma centro dell’autorità ecclesiastica
La perdita di importanza politica e culturale di Roma ne favorì indirettamente l’ascesa come centro dell’autorità ecclesiastica. L’antica capitale assunse infatti un ruolo preminente rispetto alle altre sedi vescovili e una funzione di supplenza del potere imperiale che, per la sua lontananza, aveva lasciato un vuoto politico. In quanto successore dell’apostolo Pietro, il vescovo di Roma, chiamato a partire da questo periodo ▶ “papa”, divenne dunque la guida della Chiesa e pose le basi per il suo futuro ruolo politico e civile. L’importanza della sede ecclesiastica di Roma costituì un parziale argine alla decadenza e all’arretramento dell’urbanesimo nella penisola italica. Qui, il peso delle tasse e il crollo della produzione agricola avevano ridotto sensibilmente il flusso degli approvvigionamenti nelle maggiori realtà urbane. Lo spopolamento, la crisi economica e la contrazione degli scambi avevano causato il declino dei commerci e spostato il centro delle attività economiche dalle città alle campagne. Le ville coloniche, come abbiamo visto, si stavano avviando a diventare i nuovi centri dell’economia europea. Autosufficienti dal punto di vista agricolo e chiuse agli scambi commerciali, le ville sarebbero diventate sempre più autonome dall’organizzazione imperiale anche dal punto di vista politico e giuridico.