Pane, birra e legumi: la tavola degli Egizi
Pane e birra
Grazie alle pitture, ai numerosi papiri e al racconto di alcuni storici (tra cui il greco Erodoto) abbiamo importanti testimonianze sulla vita quotidiana del popolo egizio. Stando alla testimonianza del papiro Salt 124, il pane e la birra erano un’offerta comune agli dèi.
Spesso all’interno dei corredi funebri sono state ritrovate pagnotte mummificate. Conosciamo fra i trenta e i quaranta tipi di pane, differenti per forma o ingredienti: il pane destinato ai ricchi, per esempio, era costituito di farina bianca, raffinata, mentre per le classi meno abbienti erano utilizzate farine integrali, quindi più scure e contenenti crusca, considerate meno pregiate. Uno dei primi metodi impiegati per la cottura prevedeva la realizzazione di cavità nel terreno, ricoperte di pietre, all’interno delle quali si metteva il pane. Un forno con la divisione tra la parte in cui bruciava il fuoco e quella in cui avveniva la cottura dell’alimento fu introdotto successivamente alla scoperta della lievitazione, da attribuirsi forse agli Ebrei o agli Egizi.
Pare infatti che questi ultimi, per ottenere la lievitazione, fossero soliti ricorrere all’aggiunta di una parte di pasta avanzata dal giorno prima, diventata acidula, in uso anche oggi (si tratta della cosiddetta pasta madre).
La birra era invece preparata con chicchi d’orzo che venivano macinati, impastati e successivamente cotti solo in superficie. Il risultato di questa prima lavorazione era una pagnotta cruda all’interno, lasciata poi macerare in acqua assieme a datteri o frutta, così che ne fosse aromatizzata e zuccherata: alla fine della fermentazione si otteneva un composto di consistenza semiliquida da filtrare prima di poter essere bevuta, altrimenti gustata come cibo più che come bevanda. La birra era considerata dal popolo fonte di vita, di salute (tanto da essere utilizzata anche come medicinale) e di prosperità. Gli Egizi coltivavano la vite, dunque producevano e consumavano anche il vino, allungato con acqua e dolcificato per attenuarne la gradazione alcolica, di solito molto elevata.
Una dieta variata
Gli alimenti di base dell’alimentazione egizia erano frumento e orzo che, insieme a grano e farro, erano considerati i grandi doni del Nilo.
Tuttavia la dieta egizia era più complessa e varia: si coltivavano cipolle, aglio, fagioli, zucche, olive, datteri, fichi, mandorle, uva. Uno dei piatti più apprezzati dai ricchi era il medames, consistente in fave secche lessate a lungo e insaporite con olio e aromi; in generale, le zuppe di verdure arricchite con pane e cipolla erano molto popolari. Meno frequente era invece il consumo di carne, che si limitava a pollame, uccelli, ovini, suini (allevati allo stato brado) ed escludeva quella dei bovini, che erano sfruttati per il lavoro agricolo. Diffuso era l’uso del pesce di fiume, di cui vi era abbondanza soprattutto quando le acque del Nilo si ritiravano e intere colonie di pesci rimanevano intrappolate nel limo.
La conservazione del cibo e... il ricorso
al dentista
Il pesce e la carne erano però alimenti facilmente deperibili a causa del caldo e dell’umidità. Gli Egizi risolsero il problema della conservazione del cibo ricorrendo al succo di limone o, più spesso, alla salamoia, cioè la conservazione sotto sale.
Altro inconveniente era poi la diffusione della finissima sabbia del deserto, che spesso si mescolava con il pane, i cibi e le bevande: masticandola, i denti si usuravano prematuramente e non è un caso che molti dei papiri medici ritrovati riportino consigli contro il mal di denti.