La valle del Nilo: il fiume che scorre nel deserto
Se il Tigri e l’Eufrate furono i protagonisti delle civiltà mesopotamiche, un altro grande fiume, il Nilo, permise la nascita della civiltà egizia, durata per ben tre millenni.
Il Nilo scorre in Africa da sud (nasce nell’area del lago Vittoria, cioè tra gli attuali Kenya, Uganda e Tanzania) verso nord per quasi 7000 km e sfocia nel mar Mediterraneo, bagnando prevalentemente i territori degli attuali Stati del Sudan e dell’Egitto.
Insieme alle oasi (▶ p. 77), aree rese fertili dalle sorgenti che sgorgano dal sottosuolo in mezzo a zone aride, la
valle del Nilo era l’unica parte coltivabile in un territorio per il resto desertico. La particolare configurazione geografica fece sì che la popolazione si concentrasse essenzialmente lungo il fiume e in misura molto minore nelle oasi, mantenendo pressoché stabile il numero degli abitanti, che non superò quindi mai i sette milioni.
A causa della sua ampia estensione geografica, la valle del Nilo presentava al proprio interno notevoli differenze dal punto di vista ambientale. Nella parte meridionale, chiamata alto Egitto perché corrispondente all’alto corso del fiume, le superfici coltivabili erano limitate ai terreni più vicini alle sponde del fiume. A nord, invece, nella zona vicina al mare, chiamata basso Egitto, si apriva l’ampia e fertilissima pianura originata dal delta del Nilo.
Il fiume era (ed è) alimentato da due affluenti principali, il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro, che confluivano in un unico letto fluviale nei pressi di Khartoum (capitale dell’attuale Sudan). Il Nilo Bianco, che manteneva un regime costante durante tutto l’anno grazie alle piogge perenni delle zone equatoriali, era ricco di sostanze vegetali e minerali (il suo nome deriva proprio dal colore chiaro di queste sostanze) raccolte durante l’attraversamento delle paludi del Sudan. Il Nilo Azzurro, invece, aumentava sensibilmente la propria portata in occasione delle piogge estive, che cadevano in abbondanza sugli altopiani etiopici, dove si trovano le sue sorgenti. Questo ramo del fiume trasportava a valle i residui argillosi e sabbiosi delle rocce incontrate nel suo lungo viaggio, rendendo i terreni soffici e adatti alle coltivazioni.