Terre, mari, idee - volume 1

Unità 1 LA TERRA E I PRIMI ESSERI UMANI >> Capitolo 2 – Il Neolitico e il passaggio all’agricoltura

La divisione del lavoro

La maggiore disponibilità di risorse alimentari influì profondamente sull’organizzazione sociale dei villaggi. Poiché le coltivazioni e gli allevamenti producevano cereali e carni in abbondanza, alcuni individui potevano dedicarsi ad attività non agricole, come la fabbricazione di utensili e attrezzi utili per il lavoro nei campi e per la vita quotidiana. Questa divisione del lavoro, che implicava la specializzazione di alcuni individui in una determinata attività, comportò il miglioramento della qualità degli strumenti fabbricati, da cui derivò un ulteriore incremento della produttività agricola. Agli agricoltori-allevatori si affiancarono così gli artigiani, che producevano attrezzi in pietra, legno e ceramica (materiale ottenuto dall’impasto di argilla e acqua, ottimo per la conservazione e la cottura dei cibi).

Dall’età del rame all’età del bronzo

Con la realizzazione dei primi manufatti in rame, a partire dal 4000 a.C. circa nella mezzaluna fertile si diffuse anche la lavorazione dei metalli, che richiedeva una manodopera specializzata. Per l’importanza che questa tecnologia ebbe nello sviluppo delle comunità umane, l’epoca della sua diffusione è stata definita età del rame.
Intorno al 2500 a.C., invece, fu introdotta la metallurgia del bronzo, una lega metallica ottenuta dalla fusione del rame con lo stagno. Per procurarsi lo stagno, che scarseggiava nella mezzaluna fertile, gli artigiani dovevano rivolgersi ad altre comunità: con i primi scambi commerciali nacquero dunque anche le attività mercantili.
L’età del bronzo si concluse intorno al 1200 a.C., quando ebbe inizio l’età del ferro.
La lavorazione del rame fu un’innovazione tecnologica determinante per lo sviluppo dei villaggi neolitici. Gli utensili realizzati con questo metallo erano molto meno fragili di quelli in pietra; le lame, in particolare, erano più taglienti e leggere.
Gli artigiani neolitici fondevano i pezzi di roccia che contenevano il minerale grezzo in forni rudimentali e a basse temperature, di poco superiori ai 1000 °C. Il metallo veniva così liberato dalle scorie e, mentre era ancora allo stato liquido, veniva colato in stampi di pietra appositamente preparati dagli artigiani per dare agli oggetti le forme che intendevano ottenere.
Lo stesso procedimento fu in seguito utilizzato per produrre manufatti in bronzo. Gli utensili realizzati con questa lega erano più resistenti di quelli in rame e, anche se la loro lavorazione risultava complessa, si diffusero con rapidità in tutto il Vicino Oriente. Durante il Neolitico era già conosciuto anche il ferro. Tuttavia, poiché i forni rudimentali del periodo non raggiungevano temperature abbastanza elevate, il minerale non perdeva tutte le scorie e i prodotti ottenuti risultavano meno resistenti di quelli in bronzo.

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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana