PERCORSO LA TERRA

IL TEMA

1. La Terra: un sistema vivente

La Terra, a differenza degli altri pianeti del sistema solare, è un sistema vivente, caratterizzato dalla relazione tra gli esseri viventi che la popolano (uomini, animali, vegetali) e gli elementi naturali che la compongono (aria, acqua, rocce). Per studiarla gli scienziati propongono di suddividerla in una serie di involucri, le cosiddette “sfere terrestri”, ognuna delle quali dotata di particolari caratteristiche. Queste sfere sono l’atmosfera, l’idrosfera, la geosfera.

L’atmosfera

L’atmosfera avvolge la Terra con uno spessore gassoso di circa 1000 km. L’aria che la compone è costituita da azoto (78%), ossigeno (21%) e da altri gas, tra cui l’anidride carbonica, l’idrogeno e il metano, che formano, tutti insieme, il restante 1%.
L’atmosfera al suo interno è a sua volta suddivisa in diversi strati. Il più vicino al nostro pianeta si chiama troposfera, e la sua altezza dal suolo dipende dalla latitudine. È lo strato che presenta la maggiore concentrazione di ossigeno e dove si trova anche il vapore acqueo. Quest’ultimo, che si forma in seguito all’evaporazione delle acque superficiali della Terra (mari, fiumi e laghi), è tra i fattori che influenzano i fenomeni meteorologici.
La stratosfera arriva fino a 50 km di altezza dal suolo; in questo strato l’ossigeno si trasforma in ozono, il gas che consente la sopravvivenza della vita sulla Terra, perché crea una barriera al passaggio diretto delle radiazioni ultraviolette emesse dalla luce solare, altrimenti dannose per gli esseri viventi.
Tra i 50 e gli 80 km di altezza si trova la mesosfera, seguita dalla termosfera, tra gli 80 e i 500 km di altezza, e dall’esosfera, tra i 500 e i 1000 km di altezza.

L’idrosfera

L’insieme di tutte le acque del globo terrestre, presenti allo stato liquido, solido e gassoso, costituisce l’idrosfera: essa occupa il 71% del nostro pianeta ed è quasi interamente composta dall’acqua salata dei mari e degli oceani (solo il 3% è acqua dolce).

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La geosfera

La parte solida del nostro pianeta, costituita da diversi strati di rocce sovrapposti, è definita geosfera.
Il nucleo è la parte più interna, si trova tra i 2900 e i 5370 km di profondità ed è caratterizzato da temperature elevatissime e da materiali rocciosi incandescenti: il mantello è situato tra i 40 e i 2900 km di profondità; la crosta è la parte superficiale, composta da rocce solide, che insieme alla parte superiore del mantello forma la litosfera.
L’insieme degli esseri viventi e dei loro ambienti prende il nome di biosfera. Essa comprende gli strati più bassi dell’atmosfera, tutta l’idrosfera e la parte superficiale della litosfera, cioè quella porzione della Terra dove sono presenti condizioni favorevoli alla vita.

Terre che si muovono: la deriva dei continenti

La crosta terrestre è in costante movimento, perché le rocce solide della litosfera “galleggiano” e slittano sulla materia fluida che compone il mantello. Questi spostamenti ne alterano la struttura, provocando i cosiddetti “fenomeni tettonici”, quali l’attività sismica (terremoti ed eruzioni vulcaniche), l’orogenesi, cioè il processo di formazione delle montagne, e la deriva dei continenti, da cui dipende l’attuale aspetto degli oceani e delle terre emerse del nostro pianeta.
La Terra infatti ha subìto profonde trasformazioni rispetto alle sue origini, che risalgono a circa 4,5 miliardi di anni fa. Fino a 250 milioni di anni fa esisteva un’unica massa continentale, chiamata Pangea, e un unico grande oceano, detto Panthalassa. Oggi gli oceani sono tre: l’Atlantico, il Pacifico e l’Indiano. I continenti invece sono cinque: Africa, America, Antartide, Australia ed Eurasia. Quest’ultimo, pur formando un’unica massa continentale, per ragioni storiche e culturali viene comunemente suddiviso in due continenti: l’Asia e l’Europa.

Pangea e la deriva dei continenti

La teoria della deriva dei continenti fu elaborata nel 1912 dal meteorologo e astronomo tedesco Alfred Wegener, che osservò come la conformazione attuale delle coste orientali dell’America meridionale combaciasse quasi perfettamente con quella delle coste occidentali dell’Africa.
Egli ipotizzò quindi che in origine esistesse un’unica massa, la Pangea, che cominciò a dividersi per effetto dei movimenti della crosta terrestre intorno a 180 milioni di anni fa, dando luogo a due grandi blocchi continentali: la Laurasia e la Gondwana. Circa 130 milioni di anni fa il processo di allontanamento dei continenti proseguì e alla fine la superficie terrestre arrivò ad assumere l’aspetto attuale.

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IL PROBLEMA

2. L’ambiente in pericolo

Fin dall’antichità le caratteristiche dell’ambiente hanno influito in modo determinante sull’evoluzione della specie umana e sullo sviluppo storico delle civiltà. Ogni comunità vive infatti all’interno di un  ecosistema, le cui caratteristiche (la morfologia del territorio, il clima, le specie animali e vegetali che esso ospita) influiscono direttamente sulla vita degli esseri umani. L’ecosistema costituisce per gli uomini un patrimonio di risorse preziose. La presenza di terreni fertili, di bacini fluviali e di un clima favorevole all’agricoltura, per esempio, rappresentarono gli elementi fondamentali per lo sviluppo delle prime civiltà.

L’impronta ecologica

La ricchezza degli ecosistemi non è però inesauribile: l’impronta ecologica, cioè l’ipotetica superficie di terra e di mare necessaria per rigenerare le risorse consumate da una popolazione e riassorbire i rifiuti prodotti, in passato non ha mai raggiunto situazioni di grave squilibrio, mentre oggi le condizioni sono così problematiche che il pianeta è soggetto a un pericoloso impatto ambientale. Le trasformazioni che l’uomo produce sugli elementi naturali attraverso il diboscamento e la costruzione di centri abitativi, impianti produttivi e vie di comunicazione può generare situazioni di grave rischio. Esse si concretizzano quando gli effetti delle attività umane superano la capacità di carico degli ecosistemi, cioè la possibilità dell’ambiente di rigenerare le risorse consumate dalla popolazione umana.
Da qualche decennio lo sfruttamento degli ecosistemi è cresciuto enormemente, mettendo a rischio la capacità dell’ambiente di rigenerare le risorse necessarie alla vita. Il rapporto tra popolazione e risorse, mantenutosi per millenni entro limiti fisiologici, sembra oggi fuori controllo.

La biodiversità e l’inquinamento

Il rischio ambientale causato da un eccessivo consumo delle risorse naturali è aggravato dalla perdita di biodiversità. Maggiore è la biodiversità di un ecosistema, cioè la varietà delle specie di organismi viventi presenti al suo interno, maggiore è la sua capacità di ristabilire l’equilibrio alterato da cause naturali (cambiamenti climatici, catastrofi naturali) o antropiche. Sono proprio le conseguenze dell’alterazione del territorio a rappresenta re oggi il pericolo più preoccupante per la biodiversità del pianeta: l’inquinamento, la deforestazione e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse producono gravi danni all’ambiente, minacciando la sopravvivenza di molte specie viventi. Attualmente si calcola che scompaiano quasi tre specie animali e vegetali ogni ora, con un ritmo che porterebbe all’estinzione di circa la metà delle specie viventi nell’arco di un solo secolo. Anche le nostre scelte alimentari hanno conseguenze rilevanti sull’ecosistema e hanno un elevato impatto ambientale.
Queste considerazioni si inseriscono comunque in un quadro più ampio di rispetto delle leggi naturali: poiché la natura è in grado di autoregolarsi, dobbiamo essere consapevoli che i suoi processi di compensazione tendono a ristabilire, nel tempo, le condizioni ambientali compromesse dalle attività antropiche. Se lo sfruttamento del territorio ha comportato gravi squilibri, è quindi lecito aspettarsi che, prima o poi, possano derivarne sciagure ambientali.
Dunque, per evitare gravi conseguenze per le comunità umane, è necessario salvaguardare il fragile equilibrio del pianeta, adottando politiche che tutelino l’ambiente e preservino le caratteristiche naturali dei territori.

VERIFICA

CONOSCENZE

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.


a. L’atmosfera è composta dal nucleo, dal mantello e dalla crosta terrestre.

  •   V       F   

b. L’orogenesi è il processo che ha dato origine alla formazione dei rilievi montuosi.

  •   V       F   

c. L’ecosistema è la parte delle terre continentali in cui si trovano insediamenti abitativi degli esseri umani.

  •   V       F   

d. L’impronta ecologica misura il grado di riscaldamento della Terra.

  •   V       F   

e. Il consumo indiscriminato delle risorse causa la perdita di biodiversità.

  •   V       F   

ABILITÀ

2. Associa a ogni rappresentazione del pianeta Terra raffigurata nelle carte il periodo corrispondente, inserendo le lettere al posto giusto.


a. 500 milioni di anni fa.
b. 180 milioni di anni fa.
c. 130 milioni di anni fa.
d. 1000 anni fa.

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana